Lo scorso 22 del mese di aprile, la Commissione straordinaria di liquidazione in carica al Comune di Taormina, formata da Lucio Catania, Tania Giallongo e Maria Di Nardo, con apposita delibera, ha concesso la possibilità ai debitori del Comune di saldare il proprio debito, maturato fino al 31 dicembre 2021, tramite un piano di rateizzazione. Adesso si registrano nuovi ed importanti sviluppi sulle procedure in atto nell’ambito del dissesto finanziario a Taormina.
“Il provvedimento in questione – spiega la Commissione Liquidatoria – ha dettato i criteri ai quali si atterrà la Commissione ed al contempo evidenzia l’autonomia della società che gestisce la riscossione nel porre in essere le azioni esecutive. Per quanto riguarda le ingiunzioni fiscali emesse dalla Sogert, i piani di rateizzazione, nei limiti delle previsioni di legge e tenendo conto dell’atto di indirizzo emanato, saranno disposte dalla concessionaria della riscossione. La Commissione monitora l’attività della società di riscossione, richiedendo dei report periodici che permettono di avere il controllo sulla entrate tributarie e patrimoniali affidate alla Sogert. La somma sulla quale la Sogert ritiene di potere intervenire per attivare le procedure di riscossione era di € 2.237.353”.
“Dall’ultima rendicontazione prodotta dalla società di riscossione emerge che sono stati finora ventidue gli operatori economici che hanno richiesto di accedere ad un piano di rateizzazione, per i crediti oggetto di ingiunzione fiscale, di cui due hanno già perso il diritto al pagamento rateale perché non hanno rispettato le scadenze e verranno prontamente attivate le procedure esecutive. L’importo complessivamente oggetto di rateizzazione ammontava al 30 giugno 2022 a 1.038.751 euro, rispetto ai quali 282 mila euro sono già stati versati. Altri versamenti sono pervenuti nei primi giorni di luglio”.
“I crediti per Imu e Tari inizialmente affidati alla società di riscossione ammontavano ad euro 6.111.293 dei quali sono stati sgravati € 333.759, mentre € 2.852.402 sono stati considerati inesigibili (in gran parte per cessazione dell’attività imprenditoriale) o riferibili a soggetti irreperibili (€ 74.272) o deceduti (€ 1.068). Anche su queste partite la Commissione ha attivato le procedure per recuperare quanto più possibile, pur nella considerazione che si tratta di società fallite o in concordato preventivo, rispetto alle quali sarebbero state opportune delle azioni più incisive da parte degli uffici comunali, già prima della dichiarazione di dissesto”.