Terremoto nel Pd di Messina. A dire addio al Pd è Pietro Navarra, deputato uscente e non ricandidato, ma la sua scelta causa, a cascata, il ritiro della candidatura all”Ars di Franco De Domenico, segretario cittadino ed ex deputato Ars nonché candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni del 12 giugno.
Insieme, Navarra e De Domenico, hanno scritto la storia del Pd di Messina dal 2017 ad oggi, insieme se ne vanno ma in modi diversi. Navarra sbatte la porta e vira verso Forza Italia, De Domenico, che ieri aveva dato la sua disponibilità per la candidatura con il Pd per provare a tornare all’Ars, la ritira (non senza amarezza anche nei confronti di un passo solitario di Navarra che lo ha “spiazzato”). Sullo sfondo c’è un Pd sull’orlo di una crisi di nervi dopo le rivolte per le candidature blindate e paracadutate alle Politiche e il caos per la rottura con il M5S e la querelle sugli indagati.
“Comunico di aver informato il segretario provinciale del Partito Democratico della mia rinuncia alla candidatura alle Elezioni Regionali per le quali avevo dato la mia disponibilità- scrive oggi Franco De Domenico, dopo che Navarra ha deciso di sostenere Picciolo in Forza Italia- Ho riflettuto a lungo prima di decidere, per rispetto alle tantissime persone che hanno creduto in me in questi cinque anni e alle quali chiedo scusa per il mio disimpegno, tuttavia, anche per le note vicende dell’ultimo mese che hanno riguardato sia il Partito Democratico che tutto il quadro politico, non trovo più l’entusiasmo e il piacere di fare politica che aveva caratterizzato il mio impegno, per cui torno alle mie attività universitarie e professionali, dalle quali ho sempre tratto vere soddisfazioni”
A Messina questo divorzio cambia di molto gli assetti nel Pd, soprattutto perché avviene a 24 ore dallo stop alla presentazione delle liste. De Domenico contava sulla rielezione e ora i dem perdono un peso elettorale importante. Peraltro rispetto alla lista Pd del 2017 vengono a mancare i voti del deputato uscente Pippo Laccoto (subentrato a De Domenico dopo aver vinto il ricorso), che corre con la Lega, e Matteo Sciotto che 5 anni fa era terzo in lista e oggi è con De Luca.
Nel Pd finisce una stagione e gli strascichi si vedranno. Insieme, l’allora Rettore Pietro Navarra e l’allora direttore generale dell’Università Franco De Domenico, hanno fondato quella che fu definita la “corrente accademica” e che “scalò” l’allora Pd rimasto orfano di Francantonio Genovese. Insieme, Navarra e De Domenico scesero in campo con i dem alle competizioni elettorali. De Domenico, nel novembre del 2017 divenne deputato regionale, primo degli eletti nella lista Pd. Pochi mesi dopo, nel marzo 2018, Pietro Navarra fu eletto alla Camera dei deputati al plurinominale con il Pd. Successivamente De Domenico è diventato segretario cittadino del Pd ed insieme hanno condiviso la decisione, sulla candidatura a sindaco di Messina per il centrosinistra (che toccava al M5S alleato Pd ma Valentina Zafarana rifiutò).
In quei mesi di campagna elettorale però già correvano le voci di un accordo Genovese-Picciolo-Navarra, su fronti opposti, per fare “squadra” contro Cateno De Luca in caso di ballottaggio, tanto che lo stesso ex sindaco sparava a zero su un’intesa annunciandola come “profezia”.
Oggi il terremoto. L’election day e l’accorpamento in uno stesso giorno di Regionali e Politiche hanno causato non pochi addii, scontri, tra i partiti. Il punto di non ritorno è stata la decisione del segretario regionale Pd, Anthony Barbagallo, di concerto con il vice presidente nazionale Giuseppe Provenzano e con lo zampino di Letta che aveva esigenza di sistemare i suoi fedeli in giro per l’Italia, di non candidare Pietro Navarra, deputato uscente Pd di Messina. Lì per lì Navarra, con stile, si disse “sereno”, aggiungendo che ci avrebbe riflettuto un paio di giorni. Le liste Pd nel frattempo finivano al centro di proteste per i paracadutati, i blindati, gli estromessi anche a livello regionale. L’alleanza con i 5Stelle andava in frantumi. Insomma un clima da Vietnam.
Così Pietro Navarra, che il sassolino nella scarpa ce l’aveva da giorni, ha deciso di virare verso Forza Italia, ed in particolare verso Beppe Picciolo, candidato alle Regionali, peraltro suo compagno di campagna elettorale nel Pd alle Politiche del 2018. Un’intesa al momento solo collegata al leader di Sicilia Futura, che dal centrosinistra si è allontanato in occasione delle amministrative di giugno.
Nelle stesse ore in cui Navarra siglava l’intesa con Picciolo, De Domenico stava firmando (ieri mattina) la candidatura con il Pd per l’Ars. Questo è stato il suo obiettivo in questi anni ma la scelta di Navarra ha di fatto non solo “azzoppato” la corsa, ma spezzato un percorso ed un tandem.
Ci hanno provato in tanti a convincere il segretario cittadino Pd a restare in corsa e andare avanti ma le incognite sono tante, soprattutto su come l’elettorato accoglierà la decisione di Navarra di virare verso gli azzurri. Per De Domenico c’è sicuramente l’amarezza che viene dopo una campagna elettorale per le amministrative che lo ha visto in frontiera, nonostante tutto. Una storia che si chiude ed un Pd che adesso si trova, a meno di 24 ore dalla chiusura delle liste a veder andar via un “pezzo forte” come De Domenico che è anche segretario cittadino.
In lista ci sono il segretario provinciale Pd Nino Bartolotta (ex assessore regionale con Crocetta), il segretario cittadino Cgil Giovanni Mastroeni, Calogero Leanza (figlio dell’x presidente della Regione Vincenzo) e adesso occorre tirare le fila e pensare a ricostruire il partito. Ancora una volta. Accadde quando Genovese, da”fondatore” del Pd a Messina andò a Forza Italia e si ripete adesso.
Nel frattempo c’è chi dice che la “profezia” di alcuni mesi fa quando De Luca dava voce alle indiscrezioni sull’ipotesi di un accordo con Navarra per “ricostruire” Forza Italia, si sta avverando. Ma tra gli azzurri c’è chi non è pronto a spalancare la porta (come Tommaso Calderone che si è sempre dichiarato allergico alle porte girevoli)