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Messina: ecco chi torna, chi cambia, chi lascia, chi ci riprova per un seggio all’Ars

sabato 20 Agosto 2022

A Messina dalle Regionali 2017 e dalle Politiche 2018 sembra essere passata un’era geologica e il quadro delle candidature nonché delle ambizioni è totalmente mutato.

A pochi giorni  dalla presentazione delle liste per l’Ars vediamo quali sono i movimenti nei partiti, tra ritorni, novità, cambi, colpi di scena. In gioco ci sono 8 scranni più i deputati che entreranno all’Ars con il listino del presidente vincente.

Attualmente gli uscenti messinesi sono 10: Antonio De Luca e Valentina Zafarana (M5S), Tommaso Calderone (F.I), Antonio Catalfamo (Lega), Luigi Genovese (Ora Sicilia), Pino Galluzzo (Diventerà Bellissima), Danilo Lo Giudice (Sicilia Vera), Pippo Laccoto (Italia Viva) ed Elvira Amata e Bernardette Grasso (listino Musumeci presidente).

Cinque anni dopo il quadro è profondamente mutato ed in più ha fatto irruzione Cateno De Luca che con le sue liste e la corsa per la presidenza della Regione farà il guastafeste e darà del filo da torcere.

Nel centrodestra le aspettative sono tante, e si conta sull’effetto trascinamento tanto che ci sono anche doppie candidature sia alle Politiche che alle Regionali.

Diamo un’occhiata al toto-candidati nei vari schieramenti e partitiForza Italia ha incassato il candidato presidente, Renato Schifani ed in lista ci sono, oltre agli uscenti Calderone e Grasso alcune novità. Proprio il fatto che Tommaso Calderone è schierato anche alla Camera, collegio uninominale, libera spazi agli altri candidati. Ecco quindi in lista Beppe Picciolo che punta ad un ritorno all’Ars che nel 2017 gli era mancato, con Sicilia Futura, per una manciata di voti infatti non era scattato il seggio. L’intesa con Miccichè e Forza Italia alle amministrative di giugno  sul nome di Maurizio Croce  candidato sindaco di Messina ha posto le basi per la candidatura.

In pista con Forza Italia scende anche Calogero Leanza, figlio di Vincenzo ex assessore regionale ed ex presidente della Regione, morto nel 2004. Ma tra gli azzurri si stanno scaldando altri nomi forti e nei prossimi giorni saranno ufficializzati.

Punta a tornare all’Ars anche Peppino Buzzanca, ex sindaco di Messina, ex presidente della Provincia ed ex deputato regionale (nel 2008 con l’allora Pdl). Buzzanca punta al ritorno con la Lega e nei giorni scorsi è stato lo stesso segretario regionale Minardo ad annunciarne l’adesione. Sempre nella Lega, che conferma la candidatura dell’uscente Antonio Catalfamo, sono previsti nuovi arrivi. Quasi raggiunta l’intesa con l’uscente Pippo Laccoto, deputato alla sesta legislatura (nel 2017 in lista con il Pd) e dal 2019 sindaco di Brolo  per la quarta volta. Certa la candidatura di Davide Paratore. Con ogni probabilità il parlamentare Nino Germanà correrà per la Lega sia alle Regionali (in questo caso sarebbe un ritorno all’Ars) che alle Politiche (al proporzionale) per una riconferma.

Ma non ci sono solo Picciolo e Buzzanca a provare il ritorno all’Ars.

Nel Pd c’è Franco De Domenico, segretario cittadino dem e che è stato eletto all’Ars nel 2017, salvo poi perdere il seggio a favore di Laccoto in seguito al ricorso elettorale. De Domenico dovrà vedersela con il segretario provinciale del Pd Nino Bartolotta (ex assessore regionale in era Crocetta) e il segretario provinciale della Cgil Giovanni Mastroeni. Ma le acque nel Pd sono  molto agitate soprattutto dopo le decisioni firmate Barbagallo-Provenzano per le liste per le Politiche. Fuori l’uscente Navarra e con i messinesi in posizioni non agevoli c’è il forte rischio che Messina non abbia un parlamentare dem. I mal di pancia e le vendette trasversali avranno colpi di coda sulle Regionali.

A tentare il ritorno all’Ars è l’ex deputato Marcello Greco (nel 2012 con Crocetta presidente) che corre con Noi con l’Italia insieme all’Mpa. Gli autonomisti hanno fatto gol nei giorni scorsi incassando la candidatura di Luigi Genovese che ha sciolto le riserve domenica scorsa (ma sa che non sarà una passeggiata di salute in un contesto regionale agguerritissimo). A farne le spese è stata l’Udc, partito verso il quale si diceva diretto Genovese e che adesso anche a livello regionale è in una situazione complessa. A rischio a Messina la presentazione della lista Udc, molti papabili stanno cercando altri lidi, timorosi del mancato raggiungimento del 5% sia a livello regionale che locale.

Quanto a Fratelli d’Italia, oltre all’uscente Elvira Amata (già in campagna elettorale da settimane), è in campo l’altro uscente, Pino Galluzzo, musumeciano di ferro così come Ferdinando Croce (già candidato nel 2017), ex capo di gabinetto vicario di Razza ed esperto in materie giuridiche per il presidente della Regione. In Fratelli d’Italia corre anche lo storico presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati Vincenzo Ciraolo.

I 5stelle dovranno fare a meno di Valentina Zafarana, che ha concluso il doppio mandato e punteranno tutto sull’uscente Antonio De Luca. Anche se sotto traccia però i malumori dopo l’esito delle Parlamentarie ci sono e le acque non sono chete come sembra. Il M5S inoltre attraversa un periodo critico dopo le amministrative di giugno che hanno visto il partito, primo in Consiglio comunale nel 2018, a non raggiungere la soglia del 5%.

In questo quadro irrompe Cateno De Luca, che agisce trasversalmente e vuol portare il “modello Messina” a livello regionale e sa che, con le liste in campo, toglierà deputati agli avversari.

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