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Caro pane: protestano i panificatori palermitani. Aumenti alle stelle

venerdì 2 Settembre 2022

“I costi delle materie prime, oltre che dell’energia elettrica e del gas, stanno arrivando alle stelle e non bastano più i rincari di pochi centesimi sul prezzo al consumo”. Protestano i panificatori palermitani che qualche mese fa si sono riuniti in un gruppo su WhatsApp per mettere insieme esigenze e idee da portare alle istituzioni a livello locale e nazionale.

I primi aumenti sono arrivati a settembre 2021, ben prima dello scoppio della guerra russo-ucraina. “Quando il gruppo Enel ha chiuso i contratti con le aziende – dicono -, ci siamo ritrovati nel libero mercato e ci siamo affidati a nuovi gestori, che avevano promesso che gli aumenti non sarebbero stati eccessivi. Invece, ci siamo ritrovati con bollette ingestibili”.

I costi mensili per la corrente elettrica, ad esempio, sono quasi triplicati: da una bolletta di 1.200 euro per il mese di luglio 2021, infatti, si è arrivati ad una da 3.300 per il mese di luglio 2022. E nel caso dei panificatori non può essere chiamata in causa la pandemia che fino all’anno scorso ha modificato l’attività quotidiana di altri settori: “Possiamo produrre più o meno chili di pane al giorno, ma aprendo il panificio – raccontano –, accendiamo comunque i macchinari che stanno in funzione per lo stesso numero di ore”.

Gli aumenti per la fornitura di luce e gas, però, come in altri settori, si ripercuotono anche sulle materie prime utilizzate: non solo la farina, ma anche ad esempio zucchero, lievito, vassoi, buste. È tutta la filiera a risentirne.

Anche in questo caso, il problema è iniziato a settembre dello scorso anno, ben cinque mesi prima dell’invasione russa in Ucraina: “Per far fronte ai primi rincari, ci siamo messi d’accordo per rendere omogenei i prezzi del pane, venendo incontro anche alle richieste dei clienti. Ad esempio, i panini che prima erano 4 euro al chilo oggi li vendiamo a 5 euro al chilo. Quindi, un aumento da 40 a 50 centesimi l’uno. Oppure il pane di farina bianca tipo O da 200 grammi è passato da 60 a 80 centesimi. Ma adesso non basta più. Quando alziamo la saracinesca non sappiamo più se riusciremo a recuperare con la vendita almeno i soldi per le bollette”. 

Una prima risposta arriva dalla Federconsumatori, che riceverà una delegazione dei panificatori il prossimo giovedì 8 settembre alle 16. Intanto, un’ora prima dell’incontro, è prevista una riunione preliminare dei panificatori in piazzale Lennon-Giotto, per discutere delle “strategie da adottare per far valere i diritti di una categoria che ha al suo interno realtà eterogenee, che dipendono quasi interamente dal tipo di contesto in cui operano. Ci sono i più fortunati, che si trovano nelle zone più ricche della città e che possono permettersi di far pagare un panino anche 80 centesimi. E poi ci sono tutti gli altri, nelle periferie o nei quartieri più disagiati di Palermo, che non possono chiedere ai propri clienti di pagare anche solo un centesimo in più. L’obiettivo è di mettere insieme queste diverse esigenze per ottenere una soluzione che vada bene a tutti”.

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