Sarà una stagione invernale complicata per tutti. Il caro bollette rischia di mandare al collasso imprese e famiglie, perdita di migliaia di posti di lavoro e il costo dell’energia è accompagnato da un’inflazione delle materie prime che arriva a circa il 10%: il dramma economico e sociale potrebbe essere alle porte.
“E’ una vertenza non solo nazionale, ma europea, su cui aspettiamo una risposta chiara dal governo nazionale e una risposta chiara da parte di tutti i partiti politici che devono fare quadrato, l’Italia prima di tutti. Io seguo tutte le imprese di territorio e non è un problema solo delle aziende ma anche delle famiglie. Voglio dire: se la bolletta arriva al 400% in più, non ci sono famiglie che possono reggere. È chiaro che se un litro di latte costa 2 euro quanto un litro di benzina, c’è da impazzire. E’ sin troppo chiaro che una risposta deve darla l’Europa nel suo complesso”. Lo ha detto Mimmo Turano, assessore regionale alle Attività produttive.
“Anche l’Italia dovrebbe avere la propria fonte di approvvigionamento. Nel 1972 quando fu fatto il gasdotto con l’Algeria nessuno capì l’importanza di quel tubo che poteva alimentare oggi l’Italia. Menomale che c’è. Io credo che i politici di quel tempo capivano che bisognava espandere la produzione e non affidarsi a qualcuno. Oggi siamo in piena emergenza e dobbiamo saper risolvere, dare mandato al prossimo governo di trovare la soluzione per capire come temperare questa tensione che attualmente è energetica ed imprenditoriale, ma domani diventerà sociale”.
Un contesto che non può non suscitare le tante preoccupazioni già a partire dai prossimi mesi, se la politica, nazionale ed europea, non interviene per calmierare i prezzi. L’analisi del presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno, è chiara.
“La situazione è gravissima. Le telefonate arrivano dai nostri associati dopo aver aperto la bolletta che risulta essere più cara almeno 5 volte rispetto a quella ricevuta nel mese precedente. Soprattutto per quanto riguarda le aziende più grandi che hanno contrattualistica mensile. I costi dell’energia sono lievitati in maniera importante, quindi il rischio è che molte aziende vadano in perdita”.
La crisi ha più concause, perché “I problemi riguardano anche l’aumento del gas e del carburante e in generale l’aumento delle materie prime. Faccio un esempio pratico tratto dalla telefonata di qualche giorno fa. Chi fa mangime per cani, avrà un costo per l’energia elettrica e del gas, perché questo materiale va essiccato, avrà un costo per il carburante perché il prodotto va trasportato. E così via. A molte aziende viene disdettato il contratto, per via delle nuove tariffe più alte. Un’azienda in provincia di Ragusa ha ricevuto una bolletta di 150 mila euro, prima ne pagava 40 mila. E siccome c’è il rischio di insolvenza da parte delle aziende che non possono pagare, le società fornitrici di energia elettrica iniziano a chiedere la fideiussione bancaria per sottoscrivere un contratto o addirittura pagamenti anticipati. Sul versante del gas la situazione è ancora peggiore, perché si riducono i quantitativi di gas: se prima si consumava 100 metri cubi al mese, oggi mi dicono che, al netto del costo più che quantuplicato, ne danno 80. Parlo anche delle imprese del settore turistico: il miglioramento che c’è stato in termini di volume d’affari sta per essere azzerato dalle bollette e dalle varie spese collegate all’energia”, ha poi aggiunto Sicindustria.
E quale sarà la sorte dei lavoratori? Bongiorno parla di ammortizzatori sociali, perché “Molte aziende stanno pensando di mettere gli operai in cassa integrazione e non riaprire e aspettare che si calmi questa situazione. Stiamo vivendo una crisi che è peggiore di quella causata dal Covid. Durante la pandemia le aziende erano chiuse, l’imprenditore non guadagnava ma almeno non perdeva. Oggi siamo in un contesto in cui l’imprenditore ha mercato, e nonostante tutto c’era stata una ripresa. La domanda di prodotti e di servizi era ripartita ma adesso hanno un prezzo maggiore. Necessita una politica in cui lo Stato sostenga le imprese, non possiamo aspettare l’insediamento dei governi nazionale e in Sicilia quello regionale. E’ un’emergenza”.
E non sempre l’azienda riesce a scaricare il costo in più sul cliente: la domanda inizierà a scendere perché mancherà il potere d’acquisto, e a fronte dello stesso stipendio il consumatore spenderà molto meno.
A commentare anche il titolare di Sudgel, Giuseppe Todaro. “La situazione nostra è drammatica, il caro bollette è esploso rispetto all’anno scorso. Il kWh era 70 euro, oggi è arrivato a 540 euro. Registriamo un aumento di oltre il 400% già da due anni, e diventa insostenibile per la qualunque impresa, dalla piccola alla grande, specialmente per le attività che hanno consumi importanti come il supermercato e i bar. Ci vuole un intervento sostanziale e ci vuole probabilmente sganciare il costo energetico alla parte non gas dall’elettricità, calmierando così il prezzo. E’ anche una speculazione. A luglio e ad agosto i prezzi sono arrivati alle stelle, e temiamo per la stagione prossima. Speriamo che il governo, anche se dimissionario, faccia qualcosa, si parla della tenuta economica di una intera nazione”.
“Stiamo vivendo un momento di difficoltà enorme tra inflazione e caro bollette, c’è un ritorno delle attività dove i consumatori hanno speso i loro risparmi, per cui adesso bisognerà fare i conti con la nuova disponibilità finanziaria delle famiglie che sicuramente dovranno scegliere i beni di prima necessità rispetto a quelli voluttuari”, ha detto Filippo Amodeo, della Castiglione Tonno.
“L’inflazione che stiamo vivendo è avvertita tra produttori, distribuzione e consumatori e non se ne può fare carico solo uno un anello della filiera. E’ chiaro che c’è un divario enorme: lo scorso anno le imprese hanno pagato €80.000 di bollette, quest’anno €400.000. Molti imprenditori stanno correndo ai ripari, come abbiamo fatto noi in agosto, dotandoci un impianto fotovoltaico, attraverso un progetto che si chiama Agrisole, con il quale tentiamo di provvedere al nostro fabbisogno almeno per una buona parte. Il problema – continua Amodeo – è che siamo arrivati tutti impreparati a questo momento di crisi energetica. Non c’è stata una politica europea in questo senso. E anche l’Europa si è fatta trovare impreparata, siamo succubi di altri paesi, non abbiamo una produttività interna. In questi anni ci sono stati migliaia di contributi, ma solo adesso si parla piani di investimento sull’energia alternativa Il tema energia e gas va messo al primo posto”.