Sono talmente perfetti, anche nei dettagli, da sembrare veri. Invece sono manichini hi-tech utilizzati come “pazienti virtuali”, in grado, grazie ai software di simulare qualsiasi situazione clinica in modo totalmente realistico. Sono pazienti virtuali grazie ai quali gli studenti delle scuole di specializzazione del Policlinico potranno apprendere, approfondire e provare a risolvere casi clinici complessi o d’emergenza.
È stato inaugurato stamane il Centro di Simulazione e di Didattica Innovativa (S.I.D.I) situato nel Padiglione F del Policlinico di Messina alla presenza del Rettore, Salvatore Cuzzocrea, del Commissario straordinario dell’AOU Martino Giampiero Bonaccorsi, del Direttore S.I.D.I., Vincenzo Fodale. A benedire i locali è stato monsignor Mario Di Pietro, Membro del Consiglio Presbiterale dell’Arcidiocesi di Messina. Al taglio del nastro hanno presenziato anche dirigenti del nosocomio e docenti dell’Ateneo peloritano.
All’interno del Centro di simulazione si trovano un Laboratorio di Chirurgia Laparoscopica per il training dei Medici in Formazione delle Scuole di Specializzazione; “simulatori di pazienti umani” iper-realistici che imitano il corpo umano in maniera naturale con dettagli realistici, comprese riproduzioni di vene e strutture sottostanti, capelli e vie aeree anatomiche; un simulatore ultra-sofisticato del parto che rappresenta fedelmente il corpo di una donna nella sua interezza e a grandezza naturale, e possiede tutte le caratteristiche e funzioni necessarie per insegnare i metodi relativi al parto e preparare gli studenti nelle migliori condizioni possibili.
I manichini hi-tech sono gestiti da software di simulazione, capaci di modulare le diverse complessità dello scenario clinico per dimostrare, ad esempio, la gestione del parto (in tutte le sue sfaccettature, da semplice a complicato a causa di sofferenze fetali o materne); simulatori ultra-sofisticati che consentono di apprendere le tecniche laparoscopiche in modo del tutto realistico; pazienti virtuali, ambientati in una sceneggiatura iperrealistica, grazie ai quali si possono simulare, gestire e risolvere in tempo reale casi clinici complessi; manichini impiegati per imparare a gestire le emergenze (per esempio simulare l’intubazione o la tracheotomia di un paziente).
Il Centro S.I.D.I. è dotato di una sala regia con un sistema di ultima generazione di ripresa audio/video ad alta risoluzione, che permette di filmare e registrare le sessioni di simulazione, trasmetterle in tempo reale o di rivederle in streaming, ed effettuare il debriefing salvando la performance degli studenti per monitorare i loro progressi nel tempo.
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“Sono particolarmente orgoglioso- ha sottolineato il Rettore Cuzzocrea – di inaugurare questa struttura. Si tratta di un contesto formativo di apprendimento e addestramento all’interno del quale gli studenti acquisiranno abilità e competenze cliniche in un ambito protetto, con l’ausilio di manichini, simulatori di pazienti e di realtà virtuale/realtà aumentata, che offrono l’opportunità di esercitarsi in una ambientazione realistica, senza rischi e senza coinvolgere i pazienti”.
All’interno del S.I.D.I. è possibile riprodurre una sala operatoria, un letto di terapia intensiva o un ambiente in cui possono essere effettuate manovre di primo soccorso, manovre avanzate di rianimazione, esami diagnostici, visite di controllo e procedure chirurgiche grazie a “manichini” simulatori estremamente realistici e interattivi. La didattica innovativa è un ulteriore beneficio in grado di accrescere l’esperienza accademica dei nostri giovani.
“Questi nuovi ambienti – ha detto il professor Fodale- ci consentono di proseguire nell’approccio innovativo che caratterizza la nostra didattica fin dal primo anno, come esperienze pratiche e immersive affiancate alle lezioni e allo studio tradizionali. Il motto della simulazione è ‘mai la prima volta sul paziente’: ogni atto medico-infermieristico deve essere appreso ed effettuato prima in un contesto simulato e solo successivamente sul paziente. La tecnica che si deve apprendere viene sperimentata in un contesto sicuro, senza eccessiva ansia di sbagliare o provocare dolore, senza rischio alcuno per il malato”.