Una giovanissima new entry all’Ars. Si tratta della catanese 27enne Martina Ardizzone, eletta con il M5s, prima forza politica d’opposizione a Roma e in Sicilia. Prossima alla laurea in Scienze politiche (indirizzo Relazioni internazionali), la neo deputata ha commentato la presa di posizione, quasi scontata, del referente dei pentastellati per la Sicilia, Nuccio di Paola, che ha scelto il seggio di Caltanissetta e lasciando, dunque, spazio ad Ardizzone nella città etnea, e a Roberta Schillaci a Palermo.
“La scelta di Nuccio era già nell’aria, perché il movimento si è sempre indirizzato verso il criterio della territorialità, quindi non ci aspettavamo una decisione diversa”.
Nonostante l’età anagrafica, non stiamo parlando di una novizia della politica, perché Ardizzone ha già avuto una esperienza importante come consigliere e vicepresidente al Comune di Paternò (nel Catanese). Sedere tra gli scranni del parlamento più antico d’Europa non è cosa da poco. Più è importante l’istituzione, maggiore sarà il carico di lavoro.
“Sono entrata in consiglio comunale quando avevo 21 anni. Non è stato semplice inizialmente, perché tutti cercano di scavalcarti e bisogna imparare a sapersi muovere. Devo dire che in cinque anni di consiliatura mi son creata un’armatura sotto l’aspetto sia politico che tecnico. So cosa significhi essere la più giovane in un consesso: vorrà dire impegnarsi il doppio per non deludere le aspettative e per dimostrare di essere all’altezza. Io sono pronta. Non temo il lavoro in Ars, ma riconosco che è una carica importante e che impone maggiori responsabilità di fronte ai siciliani. E’ anche un momento politico importante per il movimento, perché siamo al lavoro per la riorganizzazione sul territorio e farò parte di questa gestione. Occorre riprendere quei territori che negli ultimi anni sono stati abbandonati a se stessi. Non c’è solo la responsabilità amministrativa dell’aula ma anche quella politica nei confronti del M5S. Sarà una bella esperienza”.
Non è un mistero che il nuovo governo romano, guidato da Giorgia Meloni, voglia intervenire sul reddito di cittadinanza. Nel pieno di una crisi economica, il M5S ritiene sia un colpo basso nei confronti dei percettori della misura.
“Una volta che il governo Meloni si è insediato, sono certa che i ragionamenti cambieranno in merito al reddito di cittadinanza, soprattutto in un momento storico in cui si parla di crisi energetica e di caro bollette, di aumento dei prezzi, parlare e pensare di togliere questo importante sostegno, a mio parere è assurdo e antipolitico. Sono sicura che a livello nazionale il M5s farà opposizione. Bisognerà in tutti i modi far capire che eliminare questa misura non è la soluzione ai problemi. Il reddito va attuato come era stato ideato inizialmente, cosa che noi non siamo riusciti a fare per le tempistiche e per la mancata collaborazione delle regioni, come nel caso della Regione Siciliana che ancora oggi assume personale per i centri per l’impiego, quindi toccherà al governo Schifani mantenere le direttive e applicare le politiche attive del lavoro”.
Più donne per il M5S, che all’Ars rappresenta il maggior numero di quota rosa.
“Abbiamo sempre mantenuto questo valore alto, quello di esprimere il più alto numero di donne, anche a livello locale. Da noi le donne hanno la stessa possibilità degli uomini di essere candidate e di ricoprire cariche e di fare la propria strada. Tantissime sono capaci e competenti. Non è una questione di inserire le quote rosa e basta. Anche la componente giovanile è importante. Una percentuale giovanile all’interno delle istituzioni come quella dell’Ars, o un consiglio comunale, è essenziale perché le energie nuove rappresentano il cambiamento e l’innovazione. Il M5s dà anche questa possibilità”.