Mentre sta per essere trasmesso al Viminale il carteggio con il quale il Comune di Taormina chiederà stavolta alla Cosfel (Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali) un parere positivo sul percorso di risanamento dell’ente, sullo sfondo rimane la “patata bollente” del lodo Impregilo che non fa dormire sonni tranquilli alla casa municipale.
“In questo percorso avviato dal Comune dopo il dissesto – spiega il consigliere di maggioranza, Piero Benigni, vogliamo capire con esattezza il lodo Impregilo cosa determina per la situazione del Comune di Taormina e se possono esserci dei riflessi, a seconda degli sviluppi, su questa seconda proposta che verrà presentata al Ministero dell’Interno. Quanti fronti sono aperti in questo momento nel contenzioso che riguarda i lavori a suo tempo eseguiti per realizzare i parcheggi comunali?
“L’ormai ex Impregilo, attuale WeBuild – spiega il segretario generale del Comune, Giuseppe Bartorilla -, ha avanzato tre richieste di insinuazione nella massa passiva per un totale complessivo di 32 milioni di euro, di cui 18 milioni e 500 mila euro circa riguardano 9 punti su 10 del lodo, quindi il 90% del lodo stesso. C’è un’ampia parte che è ormai in giudicato, ma un’altra parte è sub-iudice davanti alla Corte d’Appello per un valore di 9 milioni di euro. Ci sono due sentenze dei tribunali che riguardano la seconda fase della questione, e quindi della realizzazione delle opere del sistema dei parcheggi, e per esattezza è una per 2 milioni e 400 mila euro ed un’altra per 300 mila euro. Gli uffici del Comune hanno certificato l’esistenza di un debito da sentenze di 22 milioni di euro. A fronte di una richiesta complessiva di 32 milioni di euro, ad oggi 9 milioni di euro rimangono sub-iudice. E’ la Commissione Liquidatoria ad avere competenza su questa vicenda e noi non possiamo mettere bocca. La Commissione deciderà come transigere anche quella parte sub-iudice, con la collaborazione attiva degli uffici comunali ed eventualmente anche dell’Amministrazione comunale”.
Preoccupa, in particolare, l’ipotesi che WeBuild possa dire di no alla proposta di transazione: “Al momento intanto tutte le procedure sono sospese – aggiunge Bartorilla – e se un creditore dovesse non accettare la proposta di transazione, la Commissione ha già stabilito dei criteri e offrirà una percentuale sull’importo ammesso nella massa passiva che va dal 40% al 60%. Se il debito maturato è antecedente al 1 gennaio 2013 verrà offerto il 60%, tra il 2013 e 2017 la proposta sarà del 50% e se invece parliamo di un debito contestualizzato tra il 2018 e il 2020 verrà offerto il 40% della somma certificata e ammessa alla massa passiva”.
“Se, insomma, su quei 9 milioni il Comune dovesse decidere che questa parte sarà ammissibile alla massa debitoria dell’ente, e se a quel punto le parti non dovessero raggiungere un punto di incontro per una transazione – conclude Bartorilla -, la Commissione dovrà comunque accantonare, a copertura del debito, almeno 4 milioni e mezzo di euro. Noi speriamo che tutti i debiti vengano risolti con le transazioni, in modo da poter consentire al Comune di iniziare una nuova era”.