Slittano i tempi per discutere dei ddl su “Bilancio di previsione della Regione Siciliana per il triennio 2023/2025” e “Legge di stabilità regionale 2023-2025”.
“Rinvii dovuti al fatto che i lavori in Commissione bilancio sono stati abbastanza lunghi, comportando diversi emendamenti che hanno movimentato alcuni capitoli, e gli uffici- giustamente- necessitano di tempo per preparare correttamente le tabelle”, ha spiegato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno.
Approvare la manovra entro l’8 febbraio è l’obiettivo più volte espresso del governo Schifani, ma sarà una corsa contro il tempo e l’esercizio provvisorio scade alla fine del mese. L’Assemblea attende le tabelle che saranno trasmesse dalla giunta regionale e di seguito discusse.
“Ci sono tanti emendamenti sia della maggioranza che dell’opposizione. L’invito ai capigruppo è stato quello di attenerci a dei requisiti che ho indicato ad inizio legislatura. Far si che non ci fosse una legge omnibus e portare a casa una legge nel minor tempo possibile. Uno dei due sta per essere rispettato ed è la celerità. Auspichiamo di raggiungere entrambi gli obiettivi alla prossima finanziaria. Per quanto riguarda le norme a carattere speciale, avrei evitato di metterle in finanziaria, per inserirle in un disegno di legge a parte e autonomo”.
Il presidente Galvagno parla dello stato di salute dei comuni siciliani e delle indennità per gli amministratori comunali, il cui valore non è ancora stato adeguato a quelle percepite nel resto dei Comuni d’Italia. Una condizione espressa ieri, durante l’assemblea dell’Anci Sicilia riunita per eleggere il nuovo presidente.
“Purtroppo l’Assemblea regionale, negli ultimi 10 anni, ha tagliato circa i 2/3 delle risorse, passando da un miliardo a circa 300 milioni, per gli enti locali, spremendoli talmente tanto da non rimanere più nulla. Dobbiamo metterci nei panni degli amministratori locali. Non sono andato lì per ricevere applausi e aizzare la folla a mio favore, ma ho detto quello che pensavo anche rispetto a un ragionamento che non mi vede uomo della casta, ma oggettivamente uomo equilibrato. Parlo dei compensi: in tutte le regioni d’Italia sono stati adeguati, in Sicilia no. Ritengo opportuno fare una riflessione, anche io ho avuto interlocuzioni con il governo per cercare di capire se esistono le condizioni per poter dare le risorse ai comuni, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali dando loro la giusta dignità. I sindaci si assumono responsabilità enormi per degli stipendi che sono assolutamente irrisori”.
Il ponte tra Roma e Sicilia e con Fratelli d’Italia che fa da collante politico si rivela essere una grande opportunità. “Ci auguriamo che questo rapporto possa essere saldo e apportare delle migliorie al nostro territorio. Cerchiamo di sfruttare questa sinergia con le forze parlamentari di maggioranza, un’amicizia che non deve essere una passerella, ma qualcosa di concreto. Penso ad alcune norme supportate a livello nazionale come quelle a favore dei precari Covid”.