A Palermo è corsa contro il tempo in consiglio comunale per l’approvazione della variante all’anello ferroviario che permetterà la realizzazione, tra l’altro, della fermata Turrisi Colonna, alle spalle della stazione Lolli.
Eppure il progetto era stato varato nel settembre del 2020. Ma la storia delle lentezze sembra avere lo stesso passo nei palazzi della politica e nei cantieri della città. Ed cosi che a Sala delle Lapidi è arrivata, pochi giorni fa, la richiesta di un “parere con urgenza”. Se non viene approvato entro il 31 marzo si rischia di perdere alcuni finanziamenti. In aula, a chiedere il voto, è arrivato oggi l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Carta. “Nell’atto viene disciplinata anche la realizzazione di una via di fuga per le scuole che gravitano sulla via Vivaldi, Liceo Einstein e Scuola Damiani Almeyda. Questo progetto fa parte del Masterplan, che prevede una vasta riqualificazione che va dalla stazione Lolli a Notarbartolo”, ha spiegato Carta. Sull’incertezza dei tempi ha puntato il dito il consigliere di Azione Fabrizio Ferrandelli che ha chiesto all’Amministrazione di dare date precise. “Abbiamo visto cantieri aperti, maestranze al lavoro e tanti disagi per i cittadini. Ma non abbiamo contezza della definizione delle opere”, ha detto Ferrandelli. Critiche arrivano da Giulia Argiroffi di Oso, componente della Commissione urbanistica. “Questo atto approda a gennaio all’attenzione del consiglio comunale – ha detto in aula – ma il progetto è stato varato nel settembre del 2020. Ora ci si chiede di approvarlo entro il 31 marzo. Il Consiglio comunale così non può svolgere il suo ruolo“.
Il rammarico è quello di non poter incidere sugli atti dell’amministrazione. Argiroffi chiede che la città venga risarcita per i ritardi di esecuzione delle opere da parte di Rfi, sull’anello ferroviario. “Far valere le penali previste nei contratti non è facoltà del committente. E’ un obbligo di legge” osserva l’esponente di Oso. Per Leopoldo Piampiano, di Forza Italia, componente anche lui della Commissione urbanistica, “i ritardi non sono di responsabilità della politica o dell’amministrazione. Se non ci esprimiamo sul parere rischiamo il commissariamento. Abbiamo lavorato in commissione ad un emendamento migliorativo”. Per Rosario Arcoleo del Partito democratico: “è ingiustificabile che si lasci poco tempo al Consiglio per una discussione su atti deliberativi di questa natura e importanza”. Il dibattito proseguirà domani al Palazzo delle Aquile.