I numeri raccontano di un’Università sempre più aperta agli studenti di ogni parte del mondo (1.253 stranieri provenienti da 71 Paesi), tra le prime in Italia, di cantieri che stanno raddoppiando se non triplicando gli alloggi universitari (comprese soluzioni innovative come lo student hotel), lavori di riqualificazione e valorizzazione. Infine le cifre delle risorse impiegate e da impiegare, compresi I 27 milioni del Pnrr. I numeri raccontano di un obiettivo: Messina città universitaria.
Ed è all’insegna di questa vocazione internazionale che si è svolta la cerimonia inaugurale dell’Anno accademico, con il pensiero rivolto all’Ucraina (c’è un gemellaggio con l’ateneo di Kiev ed oggi in prima fila c’era il rettore della capitale ucraina), al terremoto in Turchia (I dipendenti hanno donato un’ora di lavoro alle vittime del sisma), ed è intervenuta la giovane studentessa iraniana Sara Borji.
“È una inaugurazione di anno accademico nel segno della competenza e professionalità perché questo è un ateneo che ha storia e grande futuro”, ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini accolta dal Rettore Salvatore Cuzzocrea al suo arrivo al polo Papardo, dove si è tenuta la cerimonia.
Tanti i temi toccati dalla ministra del governo Meloni, dai fondi del Pnrr alla valorizzazione dei dottorandi fino all’internazionalizzazione. Ma c’è un tema particolarmente sentito al sud e in Sicilia: il numero chiuso nelle facoltà di Medicina e le cui conseguenze sono pagate dai cittadini.
“Quando si aprirà il numero chiuso al corso di laurea in Medicina e chirurgia sarà grazie alla conferenza dei rettori delle università italiana presieduta dal rettore Salvatore Cuzzocrea, alla conferenza Stato regioni, e a tutti gli esperti che hanno collaborato con noi per definire i fabbisogni perché bisogna aprire in maniera sostenibile, non in maniera discriminante- ha dichiarato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini– Soprattutto creeremo il collegamento tra l’apertura del corso di Medicina e chirurgia e le scuole di Specializzazione, cercando di valorizzare quelle che sono meno opzionate in questa fase e dando incentivi per consentire agli studenti di coprirle tutti. Non vogliamo aprire la porta della Facoltà di Medicina e poi chiuderla sulle specialità. Stiamo pensando ad una Facoltà a numero chiuso diverso, con un’apertura sostenibile e compatibile con i bisogni del mercato da qui a 10 anni“.
Bernini si è poi soffermata su quanto il governo sta facendo per la valorizzazione del ruolo dei ricercatori per fare in modo che non solo rimangano in Italia, ma possano scegliere.
“Per ridurre il gap tra Università del Nord e del Sud a mio avviso occorre creare una sorta di Erasmus italiano per garantire una mobilità degli studenti dal Sud al Nord e viceversa dando una doppia qualificazione facendo in modo che gli atenei coordino le offerte formative e gli studenti si possano trasferire-ha detto Bernini-Tutto questo accompagnato a Borse di studio e a residenze universitarie che stiamo già implementando, abbiamo messo 500 milioni sulle Borse di studio, 300 milioni sulle residenze universitarie e continueremo a farlo. La mobilità anche in questo caso deve essere sostenibile, bisogna che gli studenti che non possono permettersi un ciclo di studi fuori dalla loro Regione di residenza siano supportati. L’Erasmus italiano è secondo me l’unico modo per poter drenare il gap tra Nord e Sud”.
A chi le ha chiesto, dopo le recenti indicazioni dell’Accademia della Crusca sui criteri da adottare nel linguaggio di genere ha commentato Anna Maria Bernini: “Posso farmi chiamare ministro o ministra, penso che sia un fatto di libertà. Io sono una liberale non mi si può chiedere di comprimere le libertà altrui”.
Alla cerimonia, in occasione del 475esimo anno dalla Fondazione dell’Università di Messina, hanno preso parte numerosi Rettori di Università italiane e straniere.
Il rettore Cuzzocrea, che da dicembre è anche presidente della Crui, non ha nascosto la sua emozione: “la stessa che ho provato nel 2018 subito dopo la mia elezione. Da allora, sono trascorsi cinque anni ricchi di gioie e di soddisfazioni per i risultati raggiunti, ma anche di preoccupazioni e di ansie per i momenti drammatici vissuti e che tutti insieme abbiamo superato e per questo vi ringrazio. Eppure, nel 2018, quando è iniziato questo rettorato, ci sembrava di essere in equilibrio, poi si è rotto, perché era instabile ed era dovuto a limiti superati senza governarne le conseguenze. Ora è proprio al limite che deve stare l’Università: alla frontiera. Affrontarlo significa quindi trovare una condizione di equilibrio, non facile, tra audacia e consapevolezza, tra libertà e democrazia, tra futuro e tradizione”.
Prima della relazione le parole di Cuzzocrea sono andate al pensiero della Guerra in Ucraina, alle sofferenze di chi in Turchia sta patendo I lutti del terremoto, alle donne uccise in Iran.
Una relazione sintetica ma essenziale, fatta non solo di numeri ma anche di storie di persone e di squadre, quelle degli studenti e dei docenti e dei dipartimenti che dallo sport alla scienza scalano le classifiche e quelle di chi, in ruoli diversi, contribuisce ad un obiettivo comune, trasformare Messina in città universitaria. Cuzzocrea ha ricordato tutte le iniziative, anche innovative che hanno scandito l’ultimo anno.
“Pensando alla formazione, negli ultimi cinque anni abbiamo aumentato il numero di studenti di dottorato portandoli nel complesso a circa 500 unità, avviato 17 nuovi corsi di laurea e raddoppiato il numero di brevetti e di startup; ad oggi abbiamo in corso progetti su bandi competitivi per un valore di oltre 5 milioni di euro- ha continuato Cuzzocrea-L’Università di Messina ha superato molti limiti, si è spinta ancora più avanti nella didattica, nella ricerca, nell’innovazione, in una continua rincorsa e nel superarli abbiamo chiesto ai nostri studenti e alle nostre studentesse un impegno sempre maggiore e sforzi importanti e la loro risposta è stata ogni giorno sorprendente. Ma se parliamo di desiderio di spostare i confini, il nostro pensiero non può che dirigersi verso la ricerca scientifica che, per sua stessa natura, incarna la volontà di andare oltre e di puntare ancora più in alto. L’ambizione dell’Università di Messina e della sua Amministrazione è quella di essere riconosciuta, in Italia e all’estero, come una Research University”.
Tra le iniziative e i progetti Cuzzocrea ha ricordato le attività per la sostenibilità, ma anche le azioni per collegare imprese e Università, gli open day, I progetti per i“diversamente fortunate”, e ancora le azioni intraprese per sostenere quegli studenti che hanno vista minata la tenuta psichica dopo il covid (con lo staff del Cerip): “Agli studenti dico non è un voto che valuta la vostra vita, quello che voi valete. La vita è fatta di ostacoli, può capitare di essere bocciati, io sono stato bocciato. Quel che conta è rialzarsi. E noi siamo accanto a tutti I nostril studenti, stiamo avviando azioni di monitoraggio anche per limitare gli abbandoni, la percentuale è ancora troppo alta. L’Università è al fianco di tutti”.
L’internazionalizzazione è poi la strada intrapresa con decisione negli ultimi anni, una spinta che ha permesso di rafforzare le relazioni in Europa e di incrementare il numero di studenti stranieri e quello dei docenti internazionali.
“La determinazione di questa Amministrazione ha dato impulso a quella che non può non essere se non una naturale propensione all’architettura e alla qualità degli spazi che ci ha portato ad investimenti importanti sul fronte dell’edilizia: dagli spazi verdi del Rettorato, a Palazzo Mariani, dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, alla Banca d’Italia, solo per citarne alcuni. Abbiamo avviato e completato, in piena pandemia, decine di cantieri, ma abbiamo ancora tante preoccupazioni: la prima riguarda proprio l’accoglienza- ha continuato il Rettore-Oggi a Messina grazie a questa amministrazione l’Università disporrà del Primo Student Hotel ( il Liberty) dotato di 102 posti letto), di una nuova residenza per studenti (Hotel Riviera) dotato di 100 posti letto e di una residenza all’interno del Policlinico universitario che ospiterà circa 200 studenti, ma che, tuttavia, di fronte al fenomeno del “caro affitti”, sono ancora una goccia nell’oceano. Tra tentativi ed errori, in questi cinque anni abbiamo fatto un lungo viaggio. Abbiamo tratto degli insegnamenti. Abbiamo capito che non possiamo sederci né accontentarci. Non siamo arrivati ovunque. Abbiamo mancato obiettivi, ma non abbiamo mai deviato la rotta. Ed è con lo sguardo rivolto al futuro, non soltanto del mio prossimo anno, con la certezza che l’Università di Messina, nella ricchezza delle sue persone e dei suoi talenti, saprà superare nuovi limiti, stabilire nuovi equilibri, disegnare nuovi orizzonti”.
Sono successivamente intervenute Simona Calabrese e la giovane iraniana Sara Borji, rappresentanti degli student. Simona Calabrese ha rimarcato la vocazione internazionale dell’Ateneo rivendicando, con orgoglio, la scelta di proseguire gli studi a Messina e sottolineando i passi avanti compiuti sul versante dell’orientamento in uscita e della politica studentesca, sempre più centrale e considerata.
Sara Borji ha raccontato la percezione di UniMe da parte degli studenti internazionali soffermandosi, poi, sulle sfide – ancora in corso – intraprese dalle donne iraniane per accedere all’istruzione.
L’inaugurazione dell’Anno Accademico è proseguita con il conferimento del Dottorato di Ricerca honoris causa in Biologia applicata e Medicina sperimentale alla dott.ssa Diana Bracco, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Bracco e già Vicepresidente Ricerca e Innovazione di Confindustria.
La Laudatio è stata affidata alla prof.ssa Maria Cristina Messa, Ordinaria di Diagnostica per immagini e Radioterapia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e già Ministro del MUR, la quale ha tracciato il notevole profilo professionale dell’imprenditrice milanese.
Agli intervenuti, il Rettore ha consegnato la felpa UniMe. Gli intermezzi musicali nel corso della Cerimonia sono stati curati dal Coro di Ateneo e dall’Orchestra del Conservatorio “Arcangelo Corelli”.