Prosegue l’intensa attività di recupero dei tributi che, nell’ambito delle procedure sul dissesto dichiarato dal Comune di Taormina nel 2021, viene sovrintesa dalla Commissione Liquidatoria e posta in essere da una società incaricata. Sono stati quantificati in questo contesto specifico oltre 11 milioni e mezzo di tributi non riscossi negli anni scorsi dall’ente, di cui 2 milioni e 800 mila euro inesigibili. Un milione di euro è stato ora recuperato, mentre le somme da riscuotere sono pari a quasi 7 milioni.
Stando ad un ampio report fornito alla Commissione, presieduta da Lucio Catania e di cui fanno parte anche Maria Di Nardo e Tania Giallongo, il concessionario del servizio (Sogert) ha attivato su diversi fronti l’iter di riscossione coattiva ed esecutiva delle somme vantate dall’ente e si parla di un lavoro che sarà ancora lungo. Per l’Imu dal 2013 al 2017 il concessionario, ricevuta la lista di carico, ha provveduto alla notifica degli avvisi coattivi e ha effettuato un’ampia riscossione esecutiva e cautelare che ha generato al momento un incasso di 818.352,97 euro. Sull’ Imu il dato iniziale stimato a Taormina è di oltre 9 milioni non riscossi, di cui quasi 3 milioni ormai inesigibili.
Anche per la Tari, rispetto ai quasi 2 milioni di euro non riscossi, è scattata la “caccia” ai morosi per le annualità dal 2014 al 2018 ed il concessionario ha provveduto sin qui al recupero coattivo ed esecutivo per un incasso in favore dell’ente pari a 125.272,37 euro. Per l’annualità 2014 della Tasi ed il concessionario si sta attivando per emettere e notificare gli avvisi con l’obiettivo di far rientrare nelle casse comunali le 29 mila euro vantate dall’ente.
C’è anche l’Imposta Comunale di Pubblicità, per gli anni che vanno dal 2014 al 2019, dove si è concretizzato un incasso pari ad 21.894,42 euro rispetto alle 57 mila euro iniziali che risultavano non riscosse. Senza dimenticare l’imposta di soggiorno (annualità 2017) dove il concessionario ha provveduto ad elaborare una serie di avvisi di accertamento rispetto alle 353 mila euro di importo iniziale non riscosso.
“Il concessionario, al fine di spronare il contribuente al pagamento – si evidenzia nel report – ha attivato le procedure di iscrizione d’ipoteca e di fermo amministrativo nonché, vero cuore pulsante dell’attività di riscossione, le procedure di pignoramento presso terzi ex art 72 bis DPR 602/73 con pignoramento diretto presso gli istituti di credito dei fitti e pigioni nonché datore di lavoro. La complessiva attività già posta in essere ha consentito – nell’ambito di questa fase specifica di recupero – di poter cristallizzare un credito da riscuotere, di competenza dell’Ente di ben Un milione 813.483,44 euro da riscuotere, con un incasso pari a 965.519,76 euro“.