Il caso dei giudici popolari over 65 era finito, lo scorso febbraio, all’attenzione del ministro della Giustizia Nordio, con un’interrogazione della senatrice messinese Dafne Musolino (QUI). In quell’occasione, a Palazzo Madama, il ministro nel rispondere confermò la tesi delle Corti d’assise siciliane che nei mesi scorsi hanno annullato due processi (uno a Palermo ed un altro a Messina) perché alcuni giurati, nel corso delle udienze, avevano superato il limite dei 65 anni di età previsto dalla normativa, disponendone la scarceazione. A ribaltare la situazione è stata la sentenza della Cassazione (QUI) che ha accolto il ricorso della Procura generale di Palermo specificando che il requisito anagrafico previsto dalla legge per i giudici popolari “è richiesto al momento dell’iscrizione nell’albo dei giudici popolari, dell’inserimento della lista e, da ultimo, della nomina per la sessione. Il giudice popolare così nominato resta legittimamente in carica per l’intera sessione”. Il caso per il quale la Cassazione si è espresso è il processo a carico di Luca La Mantia e Pietro Erco, imputati per aver ucciso l’imprenditore Vincenzo Urso nel 2009 con l’aggravante del metodo mafioso. I due erano stati scarcerati e la sentenza di primo grado annullata perché uno dei giurati, nel corso del processo aveva superato i 65 anni. La Cassazione invece ha ribaltato la sentenza.
A Messina però si sta verificando una situazione paradossale, i casi sono infatti due che hanno avuto però esiti differenti. Uno è il processo del cosiddetto untore di Aids, condannato a 22 anni in primo grado per la morte dell’avvocato Stefania Gambadoro. Il secondo è per un altro femminicidio, quello di Lorena Quaranta, uccisa dal fidanzato nella primavera del 2020 (QUI). Nel primo caso, quello per la morte di Stefania Gambadoro, la Corte d’assise ha accolto le eccezioni presentate dalla difesa in merito al fatto che due giurati popolari avevano superato i 65 anni. La procura generale, a differenza di Palermo, non ha fatto ricorso in Cassazione ed il processo e la condanna di primo grado sono stati annullati, Luigi De Domenico è stato scarcerato (è ai domiciliari). Attualmente è ricominciato un nuovo processo con nuova giuria.
Nel secondo caso, il femminicidio di Lorena Quaranta, la sentenza della Corte d’Assise d’appello nei confronti dell’infermiere Antonio De Pace (condannato in primo grado all’ergastolo) è stata invece sospesa in attesa delle decisioni della Cassazione che sono arrivate ieri. Pertanto questo processo può continuare anche in presenza dei giurati over 65 che però non lo erano al momento dell’inizio del dibattimento.
Una soddisfazione amara per la senatrice Dafne Musolino che a febbraio aveva presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia proprio per far chiarezza sul caso dell’età. Musolino aveva accolto l’appello dei familiari di Stefania Gambadoro e di quelli di Lorena Quaranta.
“Al ministro Nordio- scrive Musolino- chiedevo di valutare l’adozione di un intervento con riferimento alla interpretazione delle norme in merito al requisito anagrafico previsto dalla legge per i giudici popolari della Corte d’Assise. Il Ministro Nordio rispondendo in aula alla mia interrogazione aveva dichiarato di concordare con l’interpretazione della Corte d’Assise d’appello di Messina e di ritenere pertanto corretto l’annullamento dei processi. Adesso la Corte Suprema di Cassazione ha emesso il suo verdetto, ribaltando le sentenze della Corte d’Assise d’Appello di Palermo e di Messina confermando un principio che a me, così come agli avvocati Candido e Montalbano che assistono il figlio e i familiari dell’avv. Stefania Gambadoro, nonché alla stessa Procura Generale di Palermo di cui il Dott. De Lucia è titolare, è sempre apparso chiaro ed inequivocabile: il requisito dell’età dei giudici popolari deve sussistere al momento della nomina e resta validamente in carica per tutta la durata del processo! Nell’esprimere soddisfazione per la pronuncia della Cassazione per tutti i processi che, in virtù di tale pronuncia, non verranno annullati, non posso non esprimere la mia amarezza per la vicenda processuale dell’Avv.Stefania Gambadoro il cui processo è stato annullato erroneamente e si sta celebrando per la seconda volta, rinnovando il dolore della famiglia e compromettendo il senso di fiducia nella Giustizia che ogni cittadino, innanzi a questa vicenda, ha provato”.