“Cu nesci arrinesci”. O, forse, no?
Un modo per fermare la fuga di cervelli dalla Sicilia, forse, c’è. Non è complicato ed è già operativo. È costituito dagli istituti tecnici superiori, gli Its, che garantiscono alta formazione e, se mirati alle professioni che richiede il mercato, riescono a trovare lavoro a otto studenti su dieci entro un anno dalla fine dei corsi.
In Sicilia ci sono 11 Its accreditati. Due di questi, l’Its Steve Jobs Academy e l’Its Mobilità sostenibile trasporti, sono delle vere e proprie eccellenze.
ITS STEVE JOBS ACADEMY
Il primo, che ha la sua sede principale a Caltagirone, nel Catanese, è l’unico in Sicilia nel settore IT, con il titolo riconosciuto dal ministero dell’Istruzione e del merito. Forma sviluppatori web e operatori meccatronici specializzati, ma i percorsi offerti possono variare di anno in anno in base alle diverse esigenze del mercato. Con un tasso di occupabilità dell’80 per cento entro 12 mesi dalla fine dei corsi, l’Its Steve Jobs ha ricevuto nel 2017 il premio del Miur come migliore scuola digitale.
ITS MOBILITA’ SOSTENIBILE TRASPORTI
A Catania, invece, si trova la seconda eccellenza siciliana, che forma figure nell’area tecnologica della mobilità sostenibile e dei trasporti, in particolare – ma non solo – nel mondo della nautica. Il diploma rilasciato è quello di V livello Eqf, ossia “European Qualifications Framework”, un sistema che permette di confrontare le qualifiche professionali dei cittadini dei Paesi europei. L’Its offre corsi per la mobilità delle persone e delle merci, la progettazione e la manutenzione di mezzi di trasporto e relative infrastrutture, ma anche per l’infomobilità e le infrastrutture logistiche.
DUE ECCELLENZE IN GRADO DI RINNOVARSI DI ANNO IN ANNO
Gli istituti di Caltagirone e Catania sono due eccellenze perché sono state in grado di rinnovarsi in base alle esigenze di mercato. Sono riuscite ad ampliare le loro strutture e a mantenere alti gli standard intercettando sempre più risorse grazie alla maggiore occupabilità degli iscritti rispetto agli altri istituti accreditati in Sicilia, oltre a ricevere fondi in base ai criteri di premialità del Ministero. Una valutazione in costante aggiornamento, così che nessuno possa adagiarsi sui risultati già acquisiti in passato.
Il resto degli Its in Sicilia si occupa per lo più del settore agroalimentare. Mondo che potrebbe essere sfruttato meglio. Gli istituti accreditati, però, ancora non sono riusciti a coinvolgere grandi aziende. Quindi, in questo caso il grado di occupabilità è più basso.
Ad ogni modo, ciò che rende gli Its un canale canale formativo di livello post-secondario in grado di immettere direttamente nel mondo del lavoro gli studenti che li frequentano è l’essere gestiti da fondazioni che fanno capo a imprese del territorio. Sono queste aziende a fornire gran parte dei docenti. Gli altri provengono dal mondo accademico. Le imprese possono, così, formare solo quelle figure di cui hanno veramente bisogno.
IL PIANO REGIONALE TRIENNALE PER GLI ITS 2023-2025
L‘assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale, guidato da Mimmo Turano, nei prossimi giorni presenterà in Giunta il Piano triennale dell’offerta formativa per gli Its, valido per il 2023-2025, che si basa sulle modifiche apportate dalla legge 99/2022 che, tra le altre cose, ha istituito le “Academy”. L’approvazione potrebbe arrivare già nella prossima seduta. Il ché comporterebbe a breve anche la pubblicazione degli avvisi pubblici relativi ai corsi che dovranno partire a ottobre.
Dalle prime indiscrezioni, tra le modifiche rispetto all’ultimo documento programmatico approvato, valido per il triennio appena concluso, potrebbero essere snellite alcune procedure, puntando sempre di più alla sinergia con la strategia regionale per l’innovazione.
LE RISORSE A DISPOSIZIONE
Quanto ai fondi a disposizione, ci sono quelli della programmazione Ue 2021-2027 che per la Sicilia ammontano complessivamente a 34.022.950 euro per sette anni. A questi soldi, si devono aggiungere le risorse regionali, anche se marginali, e i fondi che derivano dal meccanismo di premialità del Miur. Inoltre, non bisogna dimenticare gli oltre 700 milioni di euro del Pnrr che dovranno essere distribuiti tra le 20 regioni d’Italia.
Una soluzione alla fuga di cervelli, con i numeri allarmanti del report pubblicato da Istat lo scorso febbraio, potrebbe venire, quindi, dagli Its.
Parafrasando il modo di dire tipicamente siciliano, quindi, non è detto che per riuscire nella vita si debba per forza lasciare la propria terra d’origine. A patto di non restare ancorati all’idea che per fare carriera si debba per forza intraprendere un percorso accademico, come hanno fatto i protagonisti delle storie di “fuga al contrario” che ilSicilia.it ha raccontato nelle scorse settimane.