Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, sono atterrati all’aeroporto di Lampedusa. Con loro anche il commissario straordinario per l’emergenza immigrazione clandestina, il prefetto Valerio Valenti. Ad accogliere la delegazione ci sono il prefetto di Agrigento Filippo Romano, il questore Emanuele Ricifari e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Rocco Lopane. La delegazione si sta spostando all’hotspot in contrada Imbriacola dove il capo del Viminale e la commissaria europea agli Affari interni hanno effettuato una visita alla struttura di primissima accoglienza che, al momento, ospita oltre 500 persone. La Croce Rossa italiana e la polizia li hanno accompagnati lungo i viali e i padiglioni che ospitano i migranti. La struttura non è al momento sovraffollata, non come lo era venerdì 23 giugno quando venivano ospitati 3.300 persone a fronte di poco meno 400 posti disponibili.
“Voglio ringraziare Ylva Johansson, la commissaria europea agli Affari Interni, perché è la prima volta che succede che un commissario europeo viene qui a Lampedusa. Lo vediamo come un segno, la vicinanza dell’Europa ai problemi dell’Italia e di Lampedusa, ai paesi di primo arrivo dei migranti. E’ una presenza concreta quella di Ylva Johansson che è stata preceduta e verrà seguita anche da atti concreti che la commissione europea sta ponendo in essere per supportare l’Italia in questo delicato compito di essere Paese di primo ingresso”. Lo ha detto il ministro Piantedosi.
“Molo Favarolo è di nuovo saturo di natanti utilizzati dai migranti per le traversate, in attesa che venga attrezzata l’area dell’ex base Loran deve essere disposta con la massima urgenza un’operazione di trasferimento delle imbarcazioni sulla terraferma. Ci sono poi, ed è gravissimo, le numerose barche lasciate alla deriva, natanti che sono destinati ad affondare”.
Lo afferma il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, che incalzerà il capo del Viminale che sta per arrivare all’aeroporto della più grande delle isole Pelagie, anche sul recupero e smaltimento dei barchini dei migranti. “Non trascurando gli aspetti di natura ambientale e di sicurezza della navigazione, le barche vengono ripescate con le reti dai pescatori, causandogli gravi danni all’attrezzatura, e mettendoli in serio rischio – aggiunge il sindaco – . E’ necessario prevedere un meccanismo di pronto recupero di questi natanti in alto mare e contestualmente pensare ad un sistema di risarcimento per i danni causati ai pescatori. Va affrontata anche la questione degli sbarchi autonomi, con barchini sequestrati dalla polizia giudiziaria che restano per mesi sulle coste, autodistruggendosi, deturpando e inquinando. Anche in questo caso va previsto un protocollo che consenta di intervenire in maniera semplice e rapida”.
“Chiederò che venga rispettata la vocazione turistica di Lampedusa, ma anche tutte le misure decise nell’ambito della dichiarazione dello stato d’emergenza deliberata dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 aprile”. Aggiunge Mannino, che si sta spostando verso l’aeroporto dell’isola per accogliere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, che stamani visiteranno l’hotspot di Lampedusa. “In più occasioni abbiamo chiesto che venga messa a disposizione dell’hotspot una nave ‘umanitaria’ che consenta cioè i trasferimenti dei migranti in maniera massiccia e celere. Ad oggi, nonostante le rassicurazioni, i migranti continuano a viaggiare sulle navi di linea, innescando malumori fra gli isolani visto che i traghetti spesso partono in ritardo. Protestano anche i turisti per le precarie condizioni delle motonavi”.
“Il Comune continua a pagare e ad anticipare cifre spropositate per la raccolta dei rifiuti all’hotspot, attingendo ai capitoli comunali previsti per altri servizi. E svuotati i capitoli, non possiamo garantire i servizi alla popolazione e al territorio. Le fatture negli ultimi mesi sono praticamente raddoppiate, a causa dell’elevatissimo numero di arrivi migranti. Fino alla scorsa settimana abbiamo impegnato 39.600 euro per il solo carico di rifiuti speciali, materiale tessile, prodotti dall’hotspot in una settimana”. Lo spiega il sindaco delle Pelagie, mentre è in corso la visita all’interno della struttura di contrada Imbriacola del capo del Viminale Piantedosi e della commissaria europea agli Affari Interni, Johansson. E anche di questo tema Mannino parlerà con Piantedosi. “Ci erano state date rassicurazioni in merito all’acquisto imminente di cassoni a tenuta stagna dove allocare temporaneamente i rifiuti per poi essere portati via. Ad oggi la procedura sembra bloccata. Stessa cosa per un finanziamento che sarebbe dovuto arrivare entro maggio per fra fronte a queste spese. Chiederò pertanto di trovare una formula idonea per anticipare le risorse necessarie al pagamento di questi servizi che poi andremo a rendicontare”. All’hotspot, qualche giorno addietro, è partita, dopo che dal primo giugno della gestione della struttura si sta occupando la Croce Rossa italiana, la raccolta differenziata.
Un aggiornamento per quanto riguarda gli sbarchi sull’isola. Altri 63 migranti, fra cui 4 donne, sono sbarcati a Lampedusa dopo che il loro barchino di 7 metri è stato soccorso, in area Sar, dalla motovedetta Cp305 della Guardia costiera. Natante che anche in questo caso è stato lasciato alla deriva. I migranti, originari di Eritrea, Bangladesh, Siria, Egitto, Sudan, Nigeria e Gambia hanno dichiarato di essere partiti da Zuwara in Libia. All’hotspot di contrada Imbriacola, dove sono stati trasferiti, sono giunti poco prima che arrivassero il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, che hanno iniziato a visitare la struttura. Prima dei 63 erano stati soccorsi, durante la notte, altri 43 migranti.
“L’hotspot di Lampedusa continuerà ad esistere con la stessa vocazione attuale, ossia quella di base di transito”. Ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti, il ministro Piantedosi durante la conferenza stampa che è seguita alla visita nella struttura d’accoglienza. Una dichiarazione attesa soprattutto dagli abitanti dell’isola dopo che il 7 giugno il prefetto Valerio Valenti, commissario per l’emergenza migranti, facendo il punto sulla situazione dell’hotspot affidato alla Croce rossa italiana, non aveva escluso la possibilità di creare un centro di trattenimento migranti proprio a Lampedusa.
“L’azione del dipartimento – aveva detto Valenti – adesso vorrà traguardare anche altri obiettivi. Il primo, condiviso a livello europeo, è realizzare un più rapido rimpatrio dei soggetti che non hanno titolo a rimanere sul territorio, quindi la realizzazione di centri di trattenimento. E non escludo che uno, il primo, si possa fare anche qui, sull’isola”.
“Sono particolarmente colpita dal lavoro di tutti coloro che sono qui, lavoro che viene fatto quotidianamente sotto pressione, ma assicurato per dare condizioni migliori alle persone che arrivano qui. Voglio ringraziare, in particolare, la Guardia costiera e la polizia”. Lo ha detto la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, dopo la visita, assieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, all’hotspot di Lampedusa. In particolare la commissaria europea è rimasta colpita dal lavoro, definito “miracoloso”, di identificazione dei migranti fatto dagli agenti della Questura di Agrigento. “Qui lavorano quotidianamente, accanto agli italiani, anche le agenzie europee: Frontex, Euroform, e tutti gli altri soggetti che si occupano di questo hotspot”, ha sottolineato Ylva Johansson.
“L’Unione Europea già sta facendo qualcosa e vuole fare di più dal punto di vista finanziario, al più presto possibile. Certamente non è sufficiente, se non supportato da una legislazione europea. E qualche settimana fa c’è stata veramente una svolta, a Lussemburgo abbiamo potuto varare un primo apporto di una legislazione. Abbiamo raggiunto un supporto stabile, con qualche piccola eccezione. Nessuno stato membro deve essere lasciato solo ad affrontare questo fenomeno – aggiunge -. Uniti, noi siamo molto, molto, più forti, nessuno Stato membro deve essere lasciato da solo. E il nostro mandato, raggiunto poche settimane fa, è un importante passo in avanti. Si tratta di una legislazione solida che ci dà una base solida per andare avanti su questo fronte”.
“L’Italia ha un sistema consolidato di redistribuzione degli arrivi sul territorio nazionale. Ultimamente stiamo rivedendo dei criteri, lo faremo con i presidenti delle Regioni e con i prefetti, in merito alla popolazione residenti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della visita all’hotspot di Lampedusa, per quanto riguarda i trasferimenti dei migranti sbarcati. “Va evidenziato un tangibile miglioramento per quanto riguarda, lo si vede proprio a Lampedusa, la gestione dell’accoglienza, che è conseguenza di provvedimenti adottati dal Governo con il decreto legge approvato Cutro – ha evidenziato il capo del Viminale -. Quanto vedete qui anticipa un po’ quello che è il patto immigrazione-asilo che è stato approvato, a giugno scorso, a Lussemburgo. Stiamo creando un sistema per cui alla distribuzione del territorio possa trovare sollievo nella creazione degli hotspot di prima gestione dove realizzare le procedure accelerate di frontiera”. “Si tratta di indicazioni già contenute nel decreto approvato a Cutro, saranno rafforzate con il patto immigrazione-asilo. Partiremo già fra un mesetto con la localizzazione di un luogo dove fare queste procedure accelerate di frontiera, sono strutture che vanno create ad hoc, oltre che rincovertire quelle attuali e ci vuole tempo. Fra redistribuzione regionale e rimpatri dovrà esserci – ha concluso Piantedosi – un beneficio, attingendo sempre più al sistema dei rimpatri. Quest’anno, in un timido miglioramento del sistema dei rimpatri, abbiamo già, dopo i primi 6 mesi, un incremento di circa 600 persone in più”