Rimane una difficile e intricata vicenda quella che interessa uno dei settori più importanti per la città di Catania e, in generale, per tutta la Sicilia orientale: il controllo dell’aeroporto del capoluogo etneo. E, in particolar modo, la gestione della SAC, la società che si occupa di svolgere i servizi aeroportuali all’interno dello scalo. Un’attività dai forti risvolti sul tessuto economico, soprattutto in vista di una paventata privatizzazione di Fontanarossa che, a conti fatti, varrebbe circa un miliardo di euro.
La gestione di SAC è strettamente collegata ad un’altra vicenda, per certi versi ancor più bizantina: il riordino dell’ente che, per legge, la controlla ovvero la Camera di Commercio del Sud-Est. Istituita nel 2014 dall’unione degli enti camerali della città di Catania, di Siracusa e di Ragusa, la maxi-camera è stata poi abrogata nel 2021 da una legge dello Stato che ne imponeva il riordino su base territoriale.
Passata per una serie di vicissitudini che hanno portato ad un doppio commissariamento (regionale e ministeriale), questa riorganizzazione è stato al centro di un contenzioso concluso a maggio scorso con una sentenza del Cga che ha buttato la palla in mano alla Regione.
Per provare a fare ordine il governo Schifani, il 25 maggio, ha quindi emanato una delibera di giunta, ha approvato “il sistema definito dall’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo che mantiene le Camere di Palermo-Enna, di Messina e del Sud-Est (Catania, Ragusa e Siracusa) e conferma l’istituzione prevista della Camera di Agrigento-Caltanissetta-Trapani”, come si legge in una nota di Palazzo d’Orleans. “La rideterminazione del sistema camerale da parte della Regione – affermava l’assessore Tamajo nella stessa – è stata improntata ai principi di economicità ed efficienza, salvaguardando assetti che negli ultimi cinque anni hanno consolidato posizioni economico-finanziarie ed organizzative in capo alle Camere di commercio”.
Il provvedimento, per quanto riguarda la Sicilia orientale, fotografa la situazione esistente, ed è stato approvato con il voto favorevole di tutti gli assessori, ad eccezione di Marco Falcone. L’assessore al Bilancio si è infatti astenuto sollevando perplessità sulla presenza del contenzioso di cui sopra.
Nico Torrisi, amministratore delegato di SAC, al contrario, ha salutato favorevolmente la misura del Governo. “Come presidente di Federalberghi, ma anche come amministratore delegato di SAC – spiega Torrisi a IlSicilia.it – ritengo che mantenere la situazione camerale in unico soggetto del Sud-Est sia stata la scelta più sensata. Come sa bene chi conosce il turismo siciliano, Catania, Siracusa e Ragusa sono territori collegati storicamente e naturalmente: chi atterra nel capoluogo etneo certamente è interessato anche a strutture ricettive e alle bellezze delle altre due province”.
“Sac gestisce due aereoporti: Catania e Comiso, in provincia di Ragusa – conclude l’Ad dello scalo etneo – Non possiamo quindi che salutare positivamente il fatto che esista un socio che guardi con lo stesso interesse allo sviluppo di un territorio che, nei fatti, costituisce un’unica rete aeroportuale, denominata appunto del Sud-Est“.