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incompatibilità e parità di genere

Palermo, partecipate. Arcoleo Pd: “Le nomine Gesap preoccupano”

mercoledì 15 Marzo 2023
Rosario Arcoleo, capogruppo PD comune di Palermo

Non si placano le polemiche sulle nomine dei vertici delle partecipate a Palermo.

Quando ancora non sono stati ufficializzati tutti in nuovi consigli di amministrazione, anche oggi in consiglio comunale le forze di opposizione, che spesso costituiscono di fatto la maggioranza su banchi di sala delle Lapidi per la costante assenza dei consiglieri che appoggiano la giunta Lagalla, hanno sollevato la questione delle incompatibilità e della parità di genere.

“Le amministrazioni comunale e regionale e la camera di commercio sono così confuse da colpirsi da sole – afferma Rosario Arcoleo, capogruppo Pd -. Anche oggi una nuova gaffe del sindaco e dei partiti di maggioranza lasciano un quadro desolante sulle capacità di questa amministrazione. Da cinque mesi cercano la quadra sulle partecipate che non trovano, dimenticandosi che il sindaco per legge può nominare l’amministratore unico e solo dopo che si verifichino alcune condizioni interna all’azienda la stessa può chiedere al socio di autorizzare la nomina di un cda”.

Arcoleo è duro: “Mi sento alla trasmissione televisiva ‘La sai l’ultima’. Infatti, per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Gesap, il sindaco ha indicato Salvatore Burrafato che dovrebbe anche diventarne il presidente. Il problema è che quest’ultimo è un dipendente pubblico e il Testo unico sul pubblico impiego, nonché la giurisprudenza della Corte dei conti e un parere del ministero dell’Interno indicano che non può accettare la presidenza di società con scopo di lucro”.

Il problema dei nuovi vertici della società per azioni che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino riguarda, però, anche la parità di genere: “Gli altri nomi indicati per i cinque posti nel cda di Gesap sono tutti uomini e una sola donna – sottolinea Arcoleo -. La legge al riguardo è chiarissima (art 1 L.160/2019): su cinque membri almeno 2 devono essere donne. Questa classe dirigente o non conosce la legge o cerca volutamente di forzare la mano pubblica per scopi di parte, non saprei dirvi cosa è peggio. Di fatto, dopo Amg Energia ci dovrà essere almeno un altro passo indietro – prosegue l’esponente dem -. Se anche le nomine, per via di queste incongruenze, non dovessero essere approvate, avremmo comunque registrato un’altra perdita di tempo a causa dell’incompetenza delle forze di maggioranza, che non vorrei avessero scambiato l’amministrazione pubblica per una partita a Risiko in casa di amici”.

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