Cosa c’è di meglio di un tuffo rinfrescante in acqua, in questi giorni di caldo e afa?
Circa il 70% degli incidenti in acqua da sommersione ha un esito mortale o comunque grave, con ricovero in prognosi riservata o in terapia intensiva. Considerando sia i decessi che gli incidenti non fatali, le tre fasce di età più a rischio risultano essere quella 45-64 anni (18,2% di tutti gli incidenti in acqua), quella 65-79 anni (16,2%) e quella 0-10 anni (13,9%).
Ad aggravare la situazione è che circa dieci milioni di italiani non sanno nuotare, nonostante ottomila chilometri di coste, decine di laghi, chilometri di fiume e migliaia di piscine pubbliche e private.
In Sicilia
Lo scorso anno, proprio per malori, nel mese di giugno sei persone di varie fasce d’età sono morte in Sicilia. Quest’anno la quota, nello stesso periodo è di quattro decessi.
Le cause di annegamento e soccorso in mare sono:
- l’idrocuzione: è quello più frequente ed è definito il “killer dell’estate“;
- la stanchezza: nuotatori improvvisati o anche atleti, si impegnano più di quanto il loro corpo gli possa permettere;
- alcol e droghe: l’assunzione di queste sostanze alterano le condizioni psicofisiche ideali per affrontare quel pericolo;
- la stupidità: in particolare nel sesso maschile. Per mettersi in mostra, spesso, si smarrisce il buon senso, giocando e facendo acrobazie spericolate, senza accorgersi del fondale troppo basso, o la presenza di oggetti contundenti che possono causare traumi fatali;
- il non saper nuotare;
- la disattenzione: in particolare di un adulto nei confronti del controllo di un bambino.
L’idrocuzione
E’ causato dallo sbalzo termico che può provocare gravi malori che possono portare alla morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento. La temperatura del nostro corpo si aggira attorno ai 37°C, mentre quella del mare, lago o fiume, solitamente sui 18. Lo sbalzo è davvero eccessivo e il cervello va in tilt.
L’acqua fredda, difatti, genera una vasocostrizione, che a sua volta provoca riflessi a livello del tronco dell’encefalo, alterando il funzionamento dei centri di regolazione cardiaca che quelli respiratori. Il cervello, quindi, riceve un sovrastimolo e la respirazione si ferma. Il fenomeno porta in pochissimo tempo all’arresto cardiorespiratorio e alla perdita di coscienza e, se non soccorso in tempo, alla morte. Quindi conviene sempre bagnarsi con calma e gradualmente per evitare qualsiasi rischio.
Come prevenire gli annegamenti?
- Non nuotare mai da soli: assicurarsi sempre che qualcuno sia nel vostro campo visivo;
- imparare a nuotare: saper nuotare non garantisce la possibilità di incidente in mare, ma è un’arma in più per adulti e bambini;
- saper fare le manovre di primo soccorso e rianimazione: fondamentali in caso di emergenza.
- guardare e chiedere aiuto ad altri: nel soccorrere qualcuno, può succedere di tutto e quindi è fondamentale allertare e soccorrere sempre insieme ad altri;
- assicurarsi che l’acqua sia sicura e balneabile: verificare se si veda il fondale, se ci siano onde, se è esposta la bandiera bianca che indica che il servizio di salvataggio è operativo e che le condizioni meteo sono ideali e sicure per la balneazione;
- non assumere alcol e sostanze stupefacenti.