Cronache nere che più nere non si può, a volte buie come quelle di un racconto di guerra. Ragazzini che stuprano e rubano, neonati abbandonati e positivi alla cocaina, bambini vittime di pedofili e poi l’ultima notizia un drammatico suicidio di un ragazzino probabilmente bullizzato. Di contorno un generale calo della natalità perché i figli nessuno se li può permettere, le scuole che diventano trincee dove si cerca di salvare il salvabile in una lotta disperata per la sopravvivenza e poi per le ragazze e i ragazzi dell’università una scala sociale non più percorribile verso l’alto e un muro di gomma di baronie e privilegi mirate a tutelare solo i “figli di“. Una condanna senza appello che costringe a fuggire lontano in cerca di futuro e speranza. Palermo, la Sicilia non sono un posto per i bambini e i giovani.
Senza essercene resi conto siamo i testimoni (o forse gli autori) di una indicibile strage degli innocenti. Né più né meno di Bucha, del Donbass o della Striscia di Gaza perché ad uccidere non sono solo le armi ma soprattutto le scelte fatte sopra le teste delle generazioni più giovani.
E un dato sconfortante è che bambini e giovani siano, a parte qualche sporadica azione, totalmente scomparsi dall’agenda della politica regionale. Si parla di tutto e si finanzia di tutto, ma sugli innocenti poco o nulla. Illustri invisibili, tali probabilmente perché che non votano e non voteranno. Un disinteresse senza precedenti, trasversale e che colpisce di più in tempi in cui si evocano Dio, Patria e Famiglia.
Non va meglio fuori dal Palazzo dove l’opinione pubblica, sempre più vecchia ed egoista, si desta per 24 ore intorno all’ultimo fatto di cronaca. Un po’ di indignazione, l’opinione di uno psicologo che ci spiega i disagi di bambini e giovani sul giornale e poi di nuovo oblio. Da qualche parte ci sarà pure un preside o un prete che si prenderanno la briga di occuparsi di questi qua.
E mentre le notizie si accumulano e diventano pane quotidiano per i commenti social o alcune morbose trasmissioni Tv nessuno si fa le domande che, non un illuminato ma un semplice assennato dovrebbe farsi: si può essere così ciechi da non vedere questa strage degli innocenti in corso? Cosa spinge un intero popolo ad essere Erode dei suoi figli? Che senso ha parlare di futuro e di sviluppo con questa mattanza delle giovani generazioni? Che futuro ha una terra così crudele con i suoi figli?
Nessuna domanda, nessuna risposta, nemmeno un Ivan Karamazov che gridi: Ma i bambini? Che ne faremo allora dei bambini?