Che Finanziaria sarà quella dei selfie da reunion di allegra brigata di compagnoni pronta ad andare in pista dopo il Collegato Ter?
Nessuno, pare, ha intenzione di scacciare i mercanti dal tempio, né l’eccesso di zelo da parte della classe politica siciliana nell’ultimo anno sconfina con ardore fino al punto di rinunciare alle estensioni concettuali e pratiche della beneamata Tabella H.
Manca da sempre un onesto atto di buona volontà da parte dei “figli d’Ercole” come li ha sapientemente ribattezzati Giovanni Ciancimino, che sia mirato a delimitare in una dimensione finanziariamente sostenibile il “mal di mancia” che ciclicamente prende forma e offre il peggio di sé in occasione della manovra da presentare al cospetto dei siciliani.
La questione, inoltre, è mal posta; i territori e i loro rappresentanti hanno il dovere e non il solo il diritto di proporre misure “ad hoc”, ma le stesse vanno vestite di credibilità al di là della rubrica in cui si calano le singole proposte. Un comunicato o un titolo in meno o in più non risolvono nulla se non in termini di quotidiano della visibilità, ma rischiano di minare ancora più in profondità la fiducia spesso già ai minimi termini degli elettori nel parlamento siciliano.
La foto galeotta non “incrimina” i personaggi ritratti, né è l’atto finale di una di una legge, anzi, da proprio l’impressione di un preliminare, un girone eliminatorio delle ambizioni singole e spesso anche singolari dei deputati chiamati, provincia per provincia a una prova di esistenza in vita almeno annuale che li accrediti con i propri beniamini.
Sarà così o la bagarre con cui si entrerà nel vivo vanificherà tutto al primo strappo?
Ma le mance, in ogni caso, non sono solo un sintomo di provincialismo della politica. I big più esperti di Sala d’Ercole, da Fi al Pd, senza escludere nessuno per intenderci, non mettono un dito nell’acqua calda, ma mantengono in vita interi enti inutili e non si parla di quelli strumentali della Regione. Il vizio è antico e connaturato alla natura stessa della rappresentanza, bisogna accontentarsi del male minore e sperare che il nuovo corso annunciato dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno trovi la forza non solo politica, ma soprattutto etica, per sfuggire alla tentazione.
Pontieri e mediatori oggi gongolano, il bilancino però, per sua natura, da sempre tende a oscillare, fino a quando non si ferma.