Caos, perplessità e malumori non sono mancati in queste ultime ore, ma alla fine l’Ars ce l’ha fatta grazie a “tattiche d’aula”, afferma qualcuno della maggioranza.
Una lunga trattativa trasversale prima di votare il Collegato ter, la mini finanziaria da oltre 550 milioni di euro che ha ricevuto il disco verde di Sala d’Ercole- risorse da impegnare entro il 31 dicembre- dopo l’approvazione del maxiemendamento alleggerito soprattutto dallo stralcio della norma “salva-ineleggibili” e dopo che i finanziamenti ai comuni sono stati decisi con un metodo differente, attraverso provvedimenti amministrativi. Sono 32 i voti favorevoli e i 22 quelli contrari alla manovra correttiva.
Mai vista, come dicono più parti politiche, una variazione di bilancio così imponente nel mese di novembre, considerati i tempi attuativi utili da rispettare per mettere in pratica alcune misure. Il quadro è complesso e presenta una mini finanziaria in pillole, ma non affronta tutta una serie di emergenze che attendono risposte: dal precariato alla sanità.
Tanti piccoli micro-finanziamenti, ma nessun ristoro, per esempio, per i danni subiti in questi mesi dall’agricoltura, né risorse per i laboratori di analisi, secondo quanto dichiarato in aula dal Pd. Al contrario, sono stati inseriti 70 milioni per una operazione sul patrimonio immobiliare. A parte alcune somme per consentire alle aziende sanitarie di coprire i debiti, non ci sono altri interventi.
Sono confermate le misure in favore dei comuni, circa 22 milioni per le iniziative culturali. L’intesa nella maggioranza prevede il mantenimento dei primi articoli del maxi emendamento sui capitoli delle politiche sociali e delle infrastrutture con qualche variazione, ma con gli importi previsti per Comuni e fondazioni e l’accorpamento delle norme per il turismo in un apposito fondo con allegato l’elenco dei Comuni (già previsti nel maxi) ma senza gli importi, sarà poi l’assessorato al Turismo a gestirlo e a decidere chi sarà il beneficiario degli importi.
Per le cantine sociali sono stati stanziati 8 milioni di euro per il contributo sul conto interessi, una moratoria prevista per fare fronte alle cambiali agrarie e ai mutui agrari. Poi, agevolazioni per le imprese siciliane di circa 12 milioni di euro, nel collegato anche contributi contro il caro mutuo: per l’acquisto della prima casa ci sono 40 milioni di euro prevedendo una misura per contrastare il caro tassi interessi variabili. Oltre un milione di euro da spartire tra sagre e attività culturali varie e capitoli rimpinguati sul fronte agricoltura, enti locali e turismo.
Il precariato rimane il tallone d’Achille del governo regionale. Tuttavia, è mantenuta la proroga delle 36 ore lavorative per gli Asu, una misura ponte in attesa che si tratti in maniera organica l’avvio di un serio percorso di stabilizzazione “per i quali è previsto un lavoro nero legalizzato”, afferma il deputato del Pd Mario Giambona, con tanto di complicazioni dal punto di vista contributivo e pensionistico.
Risolta la matassa, l’altro grande scoglio da superare in aula sarà la Finanziaria approvata dalla giunta Schifani che di stabilizzazione non ne fa alcun cenno. Ma il governo ha rassicurato che l’abolizione del precariato sarà la battaglia più importante di questa legislatura.