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Il report

Save the Children: bambini e Internet in Sicilia, i rischiosi “Tempi Digitali”

venerdì 17 Novembre 2023

In Italia e in Sicilia bambini che, fin dai primi anni, si immergono nell’uso di cellulari, TV, tablet e smartphone. Ragazzi “troppo tempo” online per scambiare messaggi, guardare video e navigare sui social. Cyberbullismo, obesità e iperconnessione incidono negativamente sulla qualità della vita di neonati e giovani.

E’ la radiografia del paese presentata dalla XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, intitolato “Tempi digitali” e diffusa ieri, mercoledi 15 settembre, da Save the Children in vista della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra lunedì 20 novembre.

 

L’analisi

 

Giovani e tecnologia in Sicilia: i rischiosi “Tempi Digitali”

L’immersione precoce dei bambini italiani, in particolare in Sicilia, nell’uso di dispositivi digitali come cellulari, tablet e smartphone sta influenzando negativamente la qualità della vita dei giovani. I dati della XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, presentato da Save the Children con il titolo “Tempi digitali,” svelano una crescente e pericolosa dipendenza digitale e iperconnessione incide pesantemente sulla vita dei giovani.

In Sicilia, come nel resto d’Italia, la dipendenza dai dispositivi digitali, soprattutto gli smartphone, è diventata una parte integrante della quotidianità dei bambini. La cifra del 69,3% di bambini e adolescenti siciliani tra i 6 e i 17 anni che utilizzano internet tutti i giorni, prevalentemente tramite smartphone, sottolinea una profonda infiltrazione della tecnologia nelle loro vite.

Il problema si accentua considerando l’età sempre più precoce in cui i bambini entrano in contatto con gli smartphone, una tendenza accentuatasi nel periodo post-pandemico. Nel biennio 2018-19 e 2021-22 arriva una crescita significativa che solleva interrogativi sulle implicazioni a lungo termine.

Il divario evidente tra l’ampia adozione della tecnologia e la bassa competenza digitale dei giovani italiani rispetto alla media europea è un campanello d’allarme. Mentre il Sud soffre di una percentuale più elevata di giovani con competenze digitali insufficienti, il Nord e il Centro si collocano più vicino alla media nazionale.

 

Ma è il fenomeno del cyberbullismo, con il 16,2% degli adolescenti siciliani tra gli 11 e i 13 anni vittime di episodi, che rappresenta uno degli aspetti più critici per la società. La necessità di affrontare questo problema e promuovere un ambiente digitale sicuro diventa imprescindibile per la salute mentale dei giovani.

L’uso problematico dei social media e dei videogiochi, insieme al crescente sovrappeso e obesità, mette in luce la correlazione tra l’iperconnessione e la salute fisica. È evidente che l’inattività legata all’uso eccessivo di dispositivi digitali contribuisce a questo problema di salute pubblica.

In conclusione, il quadro delineato dal rapporto di Save the Children richiama l’attenzione sulla necessità di una riflessione collettiva sulla gestione responsabile della tecnologia nelle vite dei giovani. Educare all’uso consapevole, migliorare l’accesso alla connettività e affrontare le sfide legate al cyberbullismo diventano imperativi per garantire un futuro equilibrato e sano per le nuove generazioni.

 

I dati in Sicilia

 

Bambini e adolescenti siciliani sempre più connessi tramite lo smartphone

 

 

In Sicilia il 69,3% di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone (la media nazionale è del 73%). In Italia il 65,9% usa lo smartphone tutti i giorni, in Sicilia la percentuale sale al 72,3% (ex aequo con la Sardegna, tra le più alte dopo il Molise con il 75,6% e la Campania con il 72,8 %).

Si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: al Sud e nelle Isole la percentuale è passata dal 28,3% al 42,8% tra il biennio 2018-19 e il 2021-22. Nonostante questo utilizzo diffuso, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima: la quota di giovanissimi con scarse o nessuna competenza è del 42% rispetto a una media europea del 31%.

Il dato medio italiano nasconde ampi divari territoriali, il Nord e il Centro sono più vicini alla media nazionale (con 34% e 39%), il Sud, invece, ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%).

 

La rete ultraveloce in Sicilia per cittadinanza e scuole: troppi ritardi

 

Per quanto riguarda la connettività, le famiglie con accesso alla banda ultra larga a fine 2022 erano il 52% (dato significativamente aumentato rispetto al 2016, quando erano appena l’8%), con differenze territoriali importanti.

La rete ultraveloce con fibra fino all’abitazione raggiunge il 76% delle famiglie nella provincia di Palermo, il 66% nella prov di Messina, il 63% nella provincia di Trapani, il 58% nella provincia di Catania e Ragusa, il 32% ad Agrigento, dice il report di Save the children.

Le famiglie ultraconnesse con accesso alla fibra FTTH (fino all’abitazioni, rappresentano il 28% nella provincia di Palermo (tra le prime 5 in Italia), il 15,4% in quella di Catania, l’11% nella provincia di Siracusa, il 9% nella provincia di Ragusa e il 3% ad Agrigento.

 

 

Secondo le stime, guardando alla percentuale di scuole con la banda ultra larga, la Sicilia è tra le regioni più avanzate con solo il 25,1% di scuole ancora da connettere sul totale delle sedi scolastiche, dopo la Puglia (14,4%), Valle D’Aosta, Lombardia, Bolzano, Trentino e Veneto (tutte tra il 21,3 e il 24%)17.

Per quanto riguarda le scuole secondarie di primo grado, nei Comuni di Caltanissetta, Catania, Siracusa tutte le scuole sono ormai connesse, a Messina il 74%, ad Agrigento e a Ragusa l’80%, a Trapani l’83%, a Palermo l’84%, a Enna, invece, nessuna.

Per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, Siracusa è l’unico capoluogo di provincia siciliano con tutte le scuole connesse, Palermo si avvicina con il 96%, tutti gli altri variano dal 69% di Messina, al 71% di Enna e Agrigento, all’80% di Caltanissetta, 87% di Catania, 89% di Ragusa, 90% di Trapani.

 

Cyberbullismo: in Sicilia troppi episodi e vittime

 

 

Tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo: in Sicilia gli adolescenti vittime di questi episodi sono il 16,2%, la percentuale più alta insieme alla Campania. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di “bulle” che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della preadolescenza, quando i tempi di crescita non sono uguali per tutte.

In Sicilia le ragazze e i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che mostrano un uso problematico dei social media sono il 13,9% (il quinto dato più alto). Sono soprattutto le ragazze a soffrirne e l’età più critica è quella dei 13 anni: tra le principali motivazioni dell’uso intensivo dei social media c’è quello di scappare da sentimenti negativi..

 

 

 

Per quanto riguarda, invece, i videogiochi, in Sicilia il 23,5% dei giovani di 11, 13 e 15 anni ne fa un uso problematico (in linea con la media nazionale, 24%): qui sono però i ragazzi ad essere più esposti e l’età di maggiore esposizione, in questo caso, si abbassa a 11 anni.

 

 

 

 

 

 

Sovrappeso, obesità e cattive abitudini alimentari legate all’iperconnessione

 

 

Un uso intensivo di internet è associato anche a una maggior rischio di sovrappeso o obesità, a causa dell’inattività (navigare a lungo vuol dire stare molte ore seduti, per lo più fermi), e per le cattive abitudini alimentari legate all’iperconnessione.

In Italia è in crescita il numero di ragazze e ragazzi obesi o in sovrappeso, soprattutto al Sud, dove è maggiore anche la percentuale di 6-17enni che usano il cellulare tutti i giorni: in Sicilia il 26,7% degli adolescenti è in sovrappeso o obeso, oltre 1 su 4, percentuale superiore rispetto alla media nazionale (22,6%) e secondo dato più alto dopo la Campania (31,6%).

Benché ancora non esista una definizione univoca di dipendenza da internet, dice il report di Save the children, in Italia ci sono 87 centri territoriali che offrono assistenza ai minorenni12 attraverso équipe multidisciplinari formate da psicologi, assistenti sociali, educatori. La maggior parte si concentra nelle regioni del Centro Nord, in Sicilia sono solo 3, due a Palermo e uno a Ragusa.

 

 

I dati nazionali

In Italia il 78,3% degli 11-13enni usa internet tutti i giorni soprattutto attraverso lo smartphone. E si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede uno smartphone, con un aumento di bambini tra i 6 e i 10 anni che usano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: dal 18,4% al 30,2% tra il biennio 2018-19 e il 2021-22.

Nonostante questo utilizzo diffuso del cellulare, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima: i giovanissimi con scarse o nessuna competenza sono il 42%, contro una media europea del 31%.

Tra i giovanissimi che hanno acquisito elevate competenze digitali, gli italiani sono poco più di 1 su 4 (il 27%), a fronte del 50% dei coetanei francesi e del 47% degli spagnoli. Il dato medio italiano nasconde ampi divari territoriali, con il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%) e il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei (34% e 39%).

Tra gli adolescenti cresce anche il tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà (il 47%) dei 3.400 11-19enni dichiara di passare oltre 5 ore al giorno online (era il 30% nel 2020) e il 37% controlla lo smartphone più di dieci volte al giorno. Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, usata dal 93% dei 14-17enni.

Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social (79%) – con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat – e l’uso dei videogiochi (72,4%).

smartphoneRagazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%) – con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat – e l’uso dei videogiochi (72,4%).

Se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i social media (84% contro il 74% dei maschi), il gaming impegna di più i ragazzi (81% contro il 64% delle ragazze) anche se le videogiocatrici sono in crescita .

I videogiochi – che in Italia sono un mercato in continua espansione rappresentato per il 47% da giovani tra i 6 e i 24 anni – sono luoghi sociali dove bambini e adolescenti costruiscono anche la propria identità, luoghi valoriali dove i più giovani discutono e si confrontano su molteplici tematiche, ma che li espongono anche a pericoli, dal rischio di bullismo a quello di non comprendere le regole della privacy o le modalità di interazione con gli altri giocatori o di subire le scelte degli algoritmi.

Ma i giovani utilizzano la connessione anche per informarsi: il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online (percentuale che sale al 37% nella fascia 14-17 anni) e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendere dalle insidie delle fake news

Nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità accolte anche in Italia dalla Società Italiana di Pediatria di non utilizzare dispositivi digitali per i bambini di età inferiore ai 2 anni, secondo una recente indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo (tv, pc, tablet o smartphone), per la maggior parte per meno di un’ora al giorno. I livelli di esposizione crescono con l’aumentare dell’età.

Oltre 1 bambino su 6 tra undici e quindici mesi è esposto a schermi almeno un’ora al giorno, il 3% per tre ore e più al giorno. “La rete internet non è stata pensata per l’infanzia. Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i bambini e gli adolescenti che oggi la popolano. È urgente ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri” dice Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

Tuttavia l’Italia sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale, collocandosi al 18esimo posto tra i 27 stati membri dell’Ue rispetto alla digitalizzazione dell’economia e della società. Per quanto riguarda la connettività, le famiglie con accesso alla banda ultra larga a fine 2022 erano il 52% (nel 2016 erano l’8%), con Milano in vetta alla classifica (86,6%) e Isernia in fondo (32,4%).

“E’ fondamentale ridurre le diseguaglianze e agire affinché i ragazzi acquisiscano le competenze digitali necessarie: la tecnologia può e deve essere una grande opportunità di sviluppo e di democrazia, ma va resa universale e usata secondo regole condivise, altrimenti rischia di acuire le diseguaglianze”, ha dichiarato Daniela Fatarella, dg di Save the Children.

Fonte Dati:xiv-atlante-dellinfanzia-rischio-tempi-digitali.pdf 

 

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