Neanche l’aria natalizia ha portato la ventata di gioia in casa Palermo. In un periodo più nero che rosa, le certezze sono sempre meno, fino a evolversi in sconforto. Una però sembra ancora restare a galla, come lo stesso Gardini ha esternato: “Arriveranno tempi migliori. La certezza è che il 2024 sarà l’anno della ripresa“. Un messaggio di augurio, quello dell’ad, che è apparso anche come un voler gettare la spugna contro un destino beffardo che, in un paio di turni, ha ridimensionato la posizione in classifica del club di viale del Fante. Il match di Parma ne è la perfetta metafora.
Insomma i tifosi dovranno mettersi l’anima e il cuore in pace. La lunga sosta invernale porterà consiglio. Svegliarsi prima dal letargo, numeri, prestazioni e risultati alla mano, è difficile avvenga. Non resta che trascinarsi verso queste le ultime tre sfide di questo 2023. Tra Pisa, Como e Cremonese, proprio la squadra di Aquilani, prossima ospite al Barbera, sulla carta, è la più “abbordabile“. In conferenza stampa, Corini si è detto soddisfatto della condizione atletica del gruppo ed è ottimista riguardo alla possibilità di ottenere punti contro i toscani. Il tecnico vuole ripartire dagli aspetti positivi visti, a suo parere, lo scorso turno: quella voglia e quell’atteggiamento che la squadra aveva dimenticato.
E’ partito quindi il tortuoso viaggio a ostacoli per evitare che dicembre si riveli un mese ancora più cupo di novembre, quando furono soltanto quattro i punti racimolati in quattro partite. L’avvio non è di buon auspicio, con un punto in due scontri e cinque reti subite. L’ormai ex miglior difesa del campionato non aveva mai subito così tanto in poco tempo.
Un merito va certamente riconosciuto al Genio. Il mister di Bagnolo Mella si è dimostrato un ottimo pugile nel saper incassare colpi su colpi, dimostrando un’ottima resistenza alle critiche (anche feroci) e i risultati avversi. Ora bisogna imparare a saper sferrare il gancio. Un successo in Emilia, alla presenza dei circa due mila assordanti sostenitori, seppur senza convincere, sarebbe stata la miglior scarica elettrica per far tornare a rivivere la squadra. L’ennesimo colpo di sonno ha mandato tutto in fumo.
Periodo negativo, malocchio da scacciare, l’assenza di Ceccaroni o Pigliacelli? Tante sono le ipotesi e tutte molto valide e condivisibili. Qualcosa appare però evidente: il Palermo ha perso la sua lucidità in zona Cesarini. Il gol con il Cittadella e quelli subiti contro i ducali hanno tante similitudini: da marcature discutibili al disorientamento dell’estremo difensore rosanero. Il numero 22 è stato proclamato mvp del mese di novembre, tra una scelta quasi obbligatoria per la scarsa scelta e l’eccessivo protagonismo, visto il ruolo di primo registra che ricopre. Un riconoscimento che fortifica la sua posizione tra i pali. Corini non ha dubbi: più volte ha ribadito come la gerarchia in porta sia immutabile. Ma qualcuno dietro l’angolo inizia a scalpitare. Il talento cristallino di Desplanches, al momento, prende la polvere in panchina. Il Guantone d’oro dei Mondiali under 21, in questi mesi, ha assaporato il campo solo con la Nazionale, senza farsi sfuggire le occasioni per mettersi in bella mostra. Del resto due milioni non sono pochi per un classe 2003 in serie B, soprattutto se occupa il ruolo del secondo.
E se la rivoluzione del Palermo partisse proprio da qui?