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Legge 104, usi e abusi di una norma da rifare

venerdì 29 Dicembre 2023
Gaetano Agliozzo

Usi e abusi della legge 104 fanno parte ormai da tempo della narrazione colorita fornita in materia di permessi e piccoli grandi privilegia in materia di astensione dal lavoro.

Il riferimento normativo per individuare i soggetti che possono beneficiare di agevolazioni a seguito della loro condizione di disabilità o per prestare assistenza a familiari bisognosi viene concesso dall’Inps sulla base di un quadro clinico che presuppone la necessita di fornire assistenza a un parente disabile o che non sia in condizione di autosufficienza. Le agevolazioni sul lavoro consistono generalmente in permessi retribuiti, nel congedo straordinario e altri vantaggi legati alla sede di lavoro e al lavoro notturno. Questi benefici non sono tuttavia automatici, ma il lavoratore deve fare una richiesta per poterne usufruire.

La Legge 104 inoltre riconosce benefici ed aiuti soltanto a chi è portatore di handicap non grave, in situazione di gravità o superiore ai due terzi: non c’è un collegamento diretto delle agevolazioni con particolari malattie o percentuali d’invalidità. Può succedere inoltre che alla persona invalida al 100% con accompagnamento sia riconosciuta anche la Legge 104, ma non è automatico. La valutazione delle condizioni sanitarie viene effettuata da commissioni mediche che hanno una composizione in parte differente rispetto alle commissioni che accertano le condizioni per l’invalidità.

La norma è applicata anche ai contratti dei dipendenti pubblici e in Sicilia è uno strumento al quale i lavoratori ricorrono abbastanza spesso.

Le istanze sono tantissime ed è necessario presentare tutte le autocertificazioni previste dalla normativa nazionale per comprovare l’effettiva assistenza da parte dei parenti affini e usufruire così delle ore previste. Occorre, poi, entrare nel merito delle tutele specifiche e ce n’è una che merita particolare attenzione, rispetto alla quale si è attivato un dibattito anche a livello romano, in occasione della discussione della legge di bilancio. Si tratta dello smart working intesa come garanzia per i disabili che lavorano all’interno della pubblica amministrazione.

In altri termini, chi ha la 104 ha diritto al cosiddetto lavoro agile? Non possiamo parlare di un vero e proprio diritto allo smart working, ma piuttosto di una semplice priorità. A fornire un quadro generale della questione è Gaetano Agliozzo, il segretario della Funzione pubblica Cgil Sicilia.

Il sindacalista ha spiegato che dopo il boom della pandemia da Covid 19 lo smart working è entrato nelle abitudini di molti lavoratori. Le stesse aziende, in molti casi, trovano il lavoro da remoto più conveniente, risparmiando così sui locali e sui consumi.

Riteniamo che sia uno strumento importante, rappresenta la strada utile percorsa da chi presenta situazioni particolari di disabilità, i quali non potendo lavorare negli uffici per ovvie ragioni, possono svolgere le proprie mansioni da casa”, afferma Agliozzo aggiungendo che “C’è una discussione a livello nazionale che riguarda lo smart working, in particolare si discute se ridurlo o ampliarne l’agibilità”.

E’ ancora da vedere. “Tuttavia, va detto che lo smart working ha rappresentato una conquista, molto apprezzata in tempi di emergenza sanitaria. La stessa pubblica amministrazione si è accorta quanto sia stato importante lavorare da remoto per portare avanti le pratiche, uno strumento davvero valido per non bloccare gli uffici e garantire la continuità dei servizi. Anche la produttività è aumentata, su questo strumento insistiamo per le categorie fragili e per chi è costretto a fare lunghe ore di pendolarismo. Sarebbe un risparmio economico per chi è costretto a spostarsi da un territorio all’altro”.

Lo smart warking è oggi gestito sulla base di accordi aziendali e interni che scaturiscono dai contratti sottoscritti dai sindacati con le amministrazioni, secondo criteri e requisiti stabiliti all’interno degli uffici e tenendo conto dell’organizzazione del lavoro. Si attende l’anno nuovo per sapere come e in che termini lo smart working verrà rimodulato e se ci saranno delle strette sulla futura e nuova applicazione.

 

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