Ci fu il generale Mazza, secondo il quale l’unico modo per eliminare le macerie era quello di far saltare in aria tutta Messina, c’erano le case saccheggiate, i beni mandati in soccorso da tutta Italia che improvvisamente finivano altrove, c’erano i sopravvissuti che scavavano per cercare i corpi dei loro cari eppure venivano uccisi e depredati di ogni bene, c’era chi ha basato la sua futura ricchezza sul sangue delle vittime. Infine c’erano i bimbi orfani mandati altrove e in pochissimi fecero ritorno. Tanti vennero adottati da famiglie del nord, su tanti altri mise l’occhio attento la regina Elena. Di altri ancora non si seppe più nulla.
Il terremoto dell’alba del 28 dicembre del 1908 non fu l’unico flagello per Messina. Nella puntata n 45 di donna Sarina insieme all’assessore alla Cultura Enzo Caruso raccontiamo quella parte della storia rimasta in ombra. Le celebrazioni dell’anniversario volute dell’amministrazione comunale che iniziano oggi e si concludono sabato mantengono accesi i riflettori su tante di queste storie, sia quelle piene di luce che quelle buie. Non dimenticare è un dovere civico.