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Dalla Corte dei Conti

Dissesto finanziario a Borgetto (PA): condannati ex sindaco e vice

giovedì 28 Dicembre 2023

I giudici della Corte dei Conti presieduti da Sergio Vaccarino hanno condannato l’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e il vicesindaco Vito Spina rispettivamente al pagamento di 23 mila euro e 13 mila euro per il dissesto finanziario dell’ente quando erano in carica: dal 2013 fino al 7 maggio 2017 quando il consiglio fu sciolto per infiltrazioni mafiose.

Secondo quanto accertato dalla procura contabile diretta da Pino Zingale la delibera del 2012 relativa al rendiconto finanziario attestava l’accertamento di consistenti debiti fuori bilancio non regolarmente contabilizzati, un considerevole debito privo di copertura contabile nei confronti della società di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, il ricorso ad impegni e spese in assenza di una puntuale copertura finanziaria dei debiti fuori bilancio. Le condizioni di partenza dell’amministrazione De Luca lasciava emergere un quadro di disfunzioni gestionali e di irregolarità contabili, che creavano una situazione di squilibrio finanziario dice la Corte. Una base di partenza già seria ma che nel quadriennio 2013-2017 si aggravava e non sarebbero stato apportate delle misure correttive per migliorale la salute economica dell’ente locale. La sezione di controllo della corte dei conti ha accertato l’aggravamento della situazione dei conti con una persistente scarsa capacità di riscossione e mancato recupero dell’evasione tributaria e di informazioni sulla situazione dei debiti fuori bilancio e trasferimenti.

Il sindaco De Luca tra l’altro aveva riservato per sé durante l’intero mandato le deleghe in materia di bilancio e tributi e lavori pubblici. Il vicesindaco, invece, aveva mantenuto le deleghe nelle materie “urbanistica”, “infrastrutture” ed “edilizia privata e pubblica”. Per i giudici il sindaco e il vicesindaco vanno condannati e va applicata anche l’incandidabilità per due mandati: “La surrettizia rappresentazione contabile dei risultati di amministrazione, unitamente alla mancata adozione di ogni seria misura correttiva finalizzata ad assicurare l’equilibrio di bilancio o il recupero della situazione finanziaria dell’Ente, costituiscano evenienze che convergano a fondare, univocamente, un giudizio di grave indifferenza e di non curanza verso il corretto esercizio della funzione di indirizzo e di controllo politico-amministrativo nonché di proposta e di impulso assegnate dall’ordinamento alla giunta comunale”.

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