E’ stato grazie al coraggio di una adolescente straniera, che ha denunciato gli abusi subiti nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, se sono scattate le indagini a carico di un infermiere di 51 anni, originario di Agrigento ma residente a San Cataldo, raggiunto oggi dalla misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio della professione per il reato di violenza sessuale aggravata.
La ragazzina, arrivata da sola in Italia nel 2020, il 25 aprile di quest’anno ha contattato il numero unico di emergenza riferendo di essere stata abusata sessualmente. Subito è scattata l’attivazione del cosiddetto “codice rosso” e la procura ha proceduto all’ascolto immediato della vittima. L’infermiere, secondo quanto emerso durante le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, ha più volte baciato sul collo la minore. Abusi che non sono passati inosservati tanto che un’altra paziente ha chiesto all’uomo di smetterla immediatamente facendolo allontanare.
Dalle indagini condotte è stato possibile accertare un altro caso di violenza sessuale, questa volta avvenuto due anni prima ai danni di un’altra paziente che era già stata ricoverata nello stesso reparto. Anche in questo caso l’infermiere avrebbe approfittato dello stato di inferiorità fisica della donna degente del reparto dove lui prestava servizio. L’uomo negli ultimi tempi era stato trasferito al centro di salute mentale di via Chiarandà a Caltanissetta. Ed è qui che ieri è stato raggiunto dalla misura cautelare dell’interdizione dall’attività lavorativa per 11 mesi.
La direzione generale dell’Asp ha provveduto all’immediata sospensione del dipendente. Oltre a essere accusato del reato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una minore, dovrà rispondere delle aggravanti di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio ed in danno di persona ricoverata presso una struttura sanitaria.
“La Polizia di Stato- si legge nella nota inviata dalla questura di Caltanissetta – ha raggiunto questo risultato investigativo grazie all’ascolto delle vittime frutto di una specializzazione del personale della sezione reati contro la persona. Ogni vittima di reato troverà sempre poliziotti pronti ad accoglierla in Questura ed ascoltare quanto subito”.