Il prossimo sarà a quanto pare l’ultimo test per l’accesso alla facoltà di medicina con il vecchio sistema Tolc. La ministra Anna Maria Bernini ha annunciato due novità: i quesiti del prossimo (e ultimo) test saranno presi da una banca dati che l’esponente del governo Meloni ha voluto aperta e pubblica al contrario di quanto accade oggi; quanto al futuro l’idea è di prevedere corsi di 6 mesi gestiti dalle Università dopo i quali gli studenti sosterranno l’esame per accedere a medicina. Insomma spazio al merito e non al caso che in alcuni quesiti ha sfiorato anche il surreale.
Il deputato regionale messinese vice presidente della Commissione sanità Calogero Leanza però non è convinto che sia la giusta soluzione. E ribadisce che la soluzione è l’abolizione del numero chiuso a medicina, come previsto dal recente ddl approvato all’Ars (QUI) e proposto dal deputato dem (QUI).
“La strada da seguire per l’accesso alla facoltà di Medicina – scrive Leanza – è solo quella indicata dalla legge voto di cui sono stato promotore e primo firmatario, già approvata all’unanimità dall’Assemblea regionale siciliana, che prevede il libero accesso attraverso l’abolizione del numero chiuso. A chi sostiene che l’abolizione del numero chiuso potrebbe portare ad un abbassamento della qualità dei laureati ricordiamo che proprio quelli che insegnano nelle facoltà italiane e che quotidianamente salvano vite umane sono medici laureatisi quando l’accesso alla facoltà non prevedeva ne test ne numero chiuso”.
Leanza si dice lieto che il Ministro Bernini abbia preso atto che i quiz d’accesso TOLC siano una beffa, come lo stesso Leanza aveva argomentato nel corso di un incontro sulla questione avuto nei mesi scorsi per illustrare il ddl (QUI)
“Il problema, tuttavia, è nel metodo: l’accesso alla facoltà deve essere libero e garantito a tutti. La selezione la fa il merito universitario”