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La ricorrenza

Da sorella povera della tv a competitor in tempo reale del web: la radio oggi festeggia se stessa

martedì 13 Febbraio 2024

Oggi 13 febbraio è il World Radio Day, ovvero la Giornata Mondiale della Radio. Proclamata dall’UNESCO nel 2011 per ricordare la prima trasmissione radiofonica andata in onda il 13 febbraio 1946, inaugurando proprio la radio delle Nazioni Unite.

Proprio l’ONU ha riconosciuto la radio come la piattaforma per eccellenza per il dialogo democratico essendo, ad oggi, il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo.

Perché la radio è così importante?

Intorno al 1920 nasceva per la prima volta in Europa la prima emittente radiofonica, uno strumento che ancora oggi, volente o nolente, continua ad avere un ruolo da protagonista all’interno delle nostre vite. Ad oggi in Sicilia, secondo i dati raccolti dal Ter (Tavolo degli editori radio), sono più di venti ormai le emittenti regionali, sintomo della grande vivacità del settore e del successo che questo medium riesce a riscuotere anche tra le nuove generazioni. Non è un caso in fatti che nonostante se ne sia decretata la presunta morte a più riprese negli anni, continui ancora oggi a ricoprire un ruolo importante nelle nostre vite. Impossibile non citare nel panorama siciliano alcuni dei i grandi nomi tra le radio che hanno fatto la nostra storia, come: Radio Palermo Centrale, Radio Studio Sicar, Radio One, Radio Futura e infine la scommessa voluta e vinta da Lello Sanfilippo, scomparso tre anni fa, fondatore di Radio Time. Tra i più importanti speaker radiofonici della nostra isola, tra presente e passato, solo per nominare alcune voci troviamo: Natale Schiera, Tony Farana, Gioacchino Caponetto e Mario Caminita. Tra gli altri pionieri di provincia anche Angelo Arduino con Crm Happy Radio  a Cefalù, morto alcuni giorni fa, che ha dedicato una vita  intera al suo piccolo, ma riuscitissimo giocattolo.

Guardando proprio in casa nostra possiamo vedere come in Italia ci siano quasi due milioni di under 17 che quotidianamente continuano ad ascoltarla. Numeri decisamente sorprendenti che vanno ad aumentare se si considera la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni con ben 3 milioni di ascoltatori.

Alla radio va riconosciuto il merito, non solo di aver veicolato le informazioni riservandosi un ruolo da protagonista tra i mezzi di comunicazione di massa, ma anche quella di essere stata vera e propria fucina di talenti del nostro panorama odierno. Sono tanti i conduttori radiofonici che, passando dalla radio, hanno formato i propri caratteri e le proprie abilità, oltrepassando il confine radio e sbarcando fino alla tv. Uno fra tutti Amadeus, quello che ad oggi possiamo definire tra i conduttori televisivi più amati del panorama italiano, anche e soprattutto dopo la felicissima esperienza sanremese che lo ha consacrato in maniera definitiva. Un talento proveniente proprio dalla radio che negli anni ha visto spiccare il volo tanti tra i volti più amati della televisione italiana.

Quale futuro?

Più volte negli anni si è provata a sancirne la fine, ma la verità è che, ancora oggi, a più di 100 anni dalla sua nascita, è ancora lì a informarci ed ha farci riflettere, a farci ballare e cantare a squarciagola tutte le nostre canzoni preferite. Nonostante l’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto dei social, la radio è stata capace negli anni di aggiornarsi pur riuscendo a mantenere intatta la sua identità. Gli va dato il merito infatti di aver capito le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione e di averli saputi sfruttare proprio per ravvivare i suoi palinsesti in termini comunicativi e di interazioni con il pubblico. Basti pensare al modo in cui hanno saputo sfruttare i social network, utilizzato dalle emittenti radiofoniche per dirette streaming o per interagire con i propri utenti attraverso le cosiddette live dal vivo (interazioni che un tempo erano riservate solo ed esclusivamente alle chiamate telefoniche).

Quella di oggi rimane quindi una giornata senz’altro da celebrare, proprio per ricordare l’importanza che questo mezzo ha avuto nel ‘900 e che continua ad avere oggi. Una giornata però “sporcata” da un triste evento proprio in territorio siciliano. Dopo oltre 40 anni di attività chiude infatti la tv Tele Radio Sciacca nell’Agrigentino, vero e proprio punto di riferimento nel panorama dell’Isola.

Resta difficile pensare che la radio cesserà di esistere. Ciò non toglie è che in una società in continua evoluzione come la nostra e nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti in questi anni, risulta improbabile poter immaginare una sua fine. Un futuro che potrà sembrare incerto ma che si propetta in continua evoluzione. Possibilità di interazione e capacità affezione del suo pubblico di riferimento saranno probabilmente alla base dei nuovi cambiamenti con cui dovrà fare i conti questo mezzo. La rivoluzione dei podcast, figli direttissimi della radio, sta dimostrando come il mezzo “voce” continui a riscuotere un certo successo da parte del pubblico. La radio fin dalle sue origini ha sempre formato e coltivato importanti talenti che ancora oggi riempiono i nostri palinsesti. Un qualcosa però che negli ultimi anni è venuta un po’ meno e che potrebbe lasciare fianco scoperto a chi oggi si augura la sua fine.

Radio, un evergreen senza tempo che coinvolge (ancora) tutte le generazioni siciliane

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