La protesta degli agricoltori entra nel centro di Enna. Come previsto dagli accordi con le forze dell’ordine annunciati ieri dal Comune, due trattori arriveranno in piazza Garibaldi, sede della Prefettura. Su uno dei trattori fermi ad Enna bassa c’è un cartellone: “State distruggendo il nostro futuro”, alludendo alle politiche europee che favoriscono le importazioni delle produzioni agricoli di paesi extracomunitari con costi di vendita bassissimi.
“In realtà – spiega un agricoltore ennese – in quel costo non viene praticamente calcolata la manodopera, il che è scorretto. Perché noi assumiamo, paghiamo le imposte e diamo lavoro, in quelle aziende i dipendenti praticamente sono sottopagati e non hanno alcuna tutela. Se è questo che si vuole tutelare, allora è meglio che chiudiamo e ce ne andiamo”. I manifestanti hanno anche allestito dei gazebo per consentire ai cittadini di assaggiare le loro produzioni, fatte in “casa”. Un modo per svegliare le coscienze e soprattutto avere dalla loro parte il sostegno del territorio.
Agricoltori e allevatori si sono riuniti anche davanti la prefettura di Caltanissetta e lungo tutto il viale Regina Margherita, dove sono presenti circa 25 trattori, gli unici autorizzati dalla questura, e 80 manifestanti.
Nella zona industriale, in via Salvatore Averna, è stato organizzato un altro presidio con circa 50 trattori, mentre una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Chiara Armenia. Hanno presentato un documento con le loro rivendicazioni. I trattori sono arrivati scortati dalla polizia. La manifestazione si sta svolgendo in maniera pacifica.
Continua invece da più di due settimane il presidio di agricoltori e allevatori all’altezza dello svincolo autostradale di Resuttano. Agricoltori e allevatori protestano per il costo dei carburanti professionali, il divario tra prezzi alla produzione ed il prezzo al consumatore, i costi di produzione, il caro energia e rivendicano una netta distinzione tra i prodotti italiani e la merce importata.
E’ invece giunto all’undicesimo giorno consecutivo il presidio istituito sulla Sciacca-Palermo, all’altezza del bivio di località Gulfa. I manifestanti del Movimento spontaneo degli agricoltori della Valle del Belìce hanno tenuto stamattina una conferenza stampa, nel corso della quale il loro portavoce Gaspare La Marca ha letto il contenuto di una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Al capo dello Sato – dice La Marca – abbiamo rappresentato le nostre difficoltà. Noi agricoltori non abbiamo più bisogno di interventi tampone ma di norme urgenti e speciali che garantiscano alla categoria un reddito minimo garantito, perché al momento lavoriamo in perdita“.
“Nella filiera agroalimentare noi siamo l’anello più debole della catena“, aggiunge Nino Ciaccio, promotore dei comitati spontanei degli agricoltori di Sciacca. La manifestazione di protesta intanto prosegue. “Non ce ne andremo finché non avremo risposte“, conclude Vincenzo Interrante, agricoltore di Menfi. Il Movimento spontaneo degli agricoltori della Valle del Belice intende organizzare per i prossimi giorni un corteo di trattori con destinazione i palazzi della Regione.
“La nostra è una protesta pacifica, intendiamo avvalerci di tutte le autorizzazioni di pubblica sicurezza necessarie“, ha detto La Marca. La protesta degli agricoltori intanto ha ricevuto anche la solidarietà della marineria. Armatori e pescatori della flotta peschereccia di Sciacca hanno raggiunto stamattina il presidio permanente degli agricoltori di località Gulfa manifestando pubblicamente il loro sostegno, condividendo in particolare la protesta contro l’Unione Europea, che da anni ha interdetto diversi specchi di Mediterraneo, dove i motopescherecci non possono più andare.
CONTINUANO LE PROTESTE
Nei prossimi giorni sono previste invece le manifestazioni a Trapani e Marsala di trattori e agricoltori organizzata dalle segreterie provinciali di Confsal, Copagri, Feder.agri, Fna, Confagricoltura e Liberi agricoltori.
Venerdì 16 febbraio, a partire dalle 9, si concentreranno in 4 punti di raccolta a Trapani – piazza Comunale di Rilievo e nei piazzali delle Cantine Birgi, Paolini ed Europa – per poi giungere nell’area attrezzata del mercatino di Marsala, messa a disposizione dall’amministrazione comunale.
“E’ solo l’inizio di una vertenza che potrebbe estendersi a tempo indeterminato e coinvolgere gli agricoltori delle altre provincie siciliane se la Regione continuerà a disattendere le richieste dei suoi agricoltori – sostiene Cipriano Sciacca, segretario regionale Confsal – E’ prioritario il riconoscimento del ristoro per i danni subiti dalle produzioni delle ultime 2 campagne agrarie a causa degli eventi atmosferici di natura catastrofale (siccità) che hanno colpito la Sicilia. Inoltre chiediamo il credito d’imposta per l’acquisto di mezzi di produzione (trattori, macchine agricole, attrezzature di lavoro, concimi, fertilizzanti, fitofarmaci, carburanti e prodotti energetici”.
Sabato 17 febbraio, invece, i manifestanti si muoveranno in corteo e attraverseranno le principali strade di Marsala.