“Credo che i dati che vengono dal milione di vaccinazioni effettuate in altri Paesi, in particolare gli Stati Uniti, ci stanno dicendo che, al di là di quelli che sono gli studi utilizzati per l’approvazione, il vaccino, oltre a essere efficace, è sicuro nei bambini“. A dirlo a Sky TG24 è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ospite di ‘Timeline’. “Il problema – aggiunge – è che non siamo riusciti molto bene a prevenire l’esitazione vaccinale in alcune particolari fasce d’età, nel senso che abbiamo utilizzato tanta comunicazione di massa e poca comunicazione e persuasione individualizzata“.
“Anche dai nostri dati – prosegue Cartabellotta – viene fuori che quelle Regioni che hanno utilizzato approcci individualizzati alla comunicazione, parlo ovviamente per gli adulti, sono quelle più avanti sia per la vaccinazione in generale che a livello di terza dose: dobbiamo sempre immaginare che tra l’indicazione del ministero della Salute, la somministrazione che poi avviene negli hub vaccinali piuttosto che dal medico di famiglia, c’è un’attività di comunicazione che non sempre può essere limitata a quella che viene fatta attraverso circolari piuttosto che in televisione o sui giornali, ma ci vuole una comunicazione one to one per vincere le paure, le incertezze“.
“Credo – conclude – che questa sia la sfida più importante nella vaccinazione pediatrica. I pediatri, uno ad uno, si devono fare carico di quello che è questo rapporto, che deve essere un po’ da medico, un po’ da psicologo, un po’ da comunicatore sociale, perché se sbagliamo questa fase rischiamo di non riuscire a vaccinare una percentuale sufficientemente adeguata di bambini“.