“Ci si avvia verso l’8 marzo e come ogni anno si moltiplicano convegni, iniziative, incontri per ricordare la giornata internazionale della donna. Un rituale forse abusato, ma necessario per evidenziare le tante ombre e le poche luci che ancora oggi incombono sulle donne in una fase storica di regresso sociale ed economico dei ceti medi“. La denuncia arriva dalla segreteria dello Spi Cgil, riunita a Isola delle Femmine, nel Palermitano per un convegno sui troppi gap che ancora dividono i due generi.
All’iniziativa, oltre alla segreteria regionale del sindacato, hanno partecipato la segretaria della Cgil Sicilia Gabriella Messina, le deputate regionali Valentina Chinnici (Pd) e Roberta Schillaci (M5S), mentre le conclusioni sono state affidate a Claudia Carlino, segretaria nazionale Spi Cgil.
Gli ultimi dati pubblicati dall’Unione Europea, d’altronde, parlano chiaro: l’Instituite for gender equality anche nel 2023 conferma che l‘Italia rimane sotto la media europea per quasi tutti gli indicatori su cui è costruito il rapporto (tempo, denaro, lavoro, educazione, salute, potere, violenza) la Sicilia è fanalino di coda in Europa per quantità e qualità dell’occupazione femminile, le donne lavorano poco e quando lo fanno hanno orari, paghe, contratti peggiori.
“Questa condizione che crea disparità, malessere, disagio sociale – osservano dalla segreteria regionale Maria Concetta Balistreri e Concetta Raia – si evidenzia ancor di più nelle realtà meridionali e in Sicilia in particolare. Lavoro povero, precario, discontinuo, causa una pensione povera. E la povertà pensionistica determina una condizione di mancate cure durante gli anni in cui si ha più bisogno e le donne sono le prime vittime, in Sicilia come nel resto del Paese. Vogliamo che si costruisca una sanità attenta ai bisogni delle donne e degli uomini, vogliamo che la prevenzione sia una realtà concreta e non una chimera“.
Dati alla mano, la differenza nelle retribuzioni tra uomo e donna parte dal mercato del lavoro e arriva fino alla qualità della vita nella terza età. In media, un operaio siciliano guadagna 14.199 euro l’anno, mentre la stessa mansione svolta da una donna è retribuita in media appena 7.545 euro l’anno. Un divario inferiore si trova nella fascia impiegatizia: 24.471 euro annui per gli uomini, 14.573 per le donne. E ancora meno tra i quadri: 59.962 euro annui per gli uomini, 51.858 per le donne. La forbice torna invece larghissima tra i dirigenti: gli uomini percepiscono poco più di 100 mila euro in dodici mesi, le donne appena 54.509 euro.