Oggi il nostro viaggio ha come meta Butera, piccolo comune della provincia di Caltanissetta, e per goduriosa protagonista: “La Pasta cò meli”. Prima di farvi immergere, con tutti i vostri sensi, in questa specialità dell’entroterra siculo, ci piace introdurvi al dolce argomento con dei versi di Neruda:
“Il miele misterioso,
ricco e pesante
miele, spesso aroma,
Liquida luce che cade a goccioloni”.
Fermiamoci sull’aggettivo misterioso: sicuramente vi starete chiedendo cosa ci possa essere di arcanico nel cibo degli Dei. Una risposta la si potrebbe trovare già nell’essere stato considerato nutrimento di siffatte deità; un’altra, invece, nel suo utilizzo. Avete le idee confuse? Le vostre nubi culinarie si diraderanno quando entrerà in scena “Sua maestà la pasta cò meli”. Riflettendoci, la nostra Sicilia, grazie alle tante dominazioni, ha felici contaminazioni di agro e dolce e, quindi, non dovrebbe stupirci l’uso del miele, tenetevi forte, con gli spaghetti. Siamo o non siamo l’Isola del gusto? Adesso, però, bando alle ciance e andiamo alla ricetta.
Questo piatto si può gustare o come primo, con una spolverata di pecorino, che dà sprint al miele, oppure come dessert immancabile nelle “Tavolate di San Giuseppe”, patrono dei falegnami, degli artigiani e festeggiato il 19 marzo; nel giorno del Venerdì Santo e, ormai, vista la fama, in ogni giorno dell’anno. Tramite L’Associazione Pro Loco – Butera siamo venuti a conoscenza che non c’è un paese nei dintorni che abbia questa tradizione e, soprattutto, siamo in grado di darvi la unica e irripetibile ricetta de “La Pasta cò meli”.
“Pasta cò meli”
Questo piatto, tramandato da generazione in generazione, si rifà alla tradizione contadina, quando si cucinava in base alla disponibilità della dispensa e, quindi, per preparare il condimento, dimenticate le dosi e mischiate una stessa quantità di mollica, ricavata da pane casereccio raffermo, tostato e macinato grosso, mandorle, anch’esse tostate e macinate grosse, miele, a cui si aggiungono una scorza di arancia grattugiata e cannella q.b
Gli spaghetti, inoltre, vanno scolati non troppo al dente e bisogna bloccarne la cottura perché occorre ricordare che questa pietanza va gustata, principalmente, fredda. La pasta, a cui nell’ultimo passaggio va aggiunto il condimento, si lascia riposare per farle raggiungere l’esatta consistenza e prima di servirla le si versa dell’acqua tiepida con del miele per ammorbidirla.
Alla prossima.