Ventuno sbarchi con complessivi 945 migranti. Si è conclusa così la giornata di ieri a Lampedusa dove fino a poco prima di mezzanotte sono proseguiti soccorsi e approdi. Gli ultimi sei gruppi, partiti da Sfax e Zarzis in Tunisia e da Sabratha e Tajoura in Libia, erano composti da un minimo di 17 ad un massimo di 77 persone originarie di Bangladesh, Egitto, Pakistan, Siria, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali, Niger, Senegal e Sierra Leone.
Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola che, ieri sera, è arrivato a ospitare 1.335 persone e dove all’alba, dopo il trasferimento di 381, c’erano 1.031 migranti. La prefettura di Agrigento ha disposto per oggi un doppio spostamento con i traghetti di linea per Porto Empedocle: 300 partiranno in mattinata e 380 in serata.
AGGIORNAMENTI:
Ore 10:48 – Altri 160 migranti, su quattro diverse imbarcazioni, sono stati soccorsi dal pattugliatore Greco-Gan della guardia di finanza di Taranto. Le persone trasbordate sono: 47 (un minore), 39 (tre donne), 50 (nove donne e quattro minori) e 24 sedicenti bengalesi, egiziani, guineani sudanesi, senegalesi, ivoriani e malesi. Tre gruppi hanno riferito d’essere partiti da Sfax in Tunisia pagando 1.500 dinari tunisini per la traversata su barchini di metallo. Gli ultimi 24, salpati da Zuara in Libia, hanno viaggiato invece su una barca in vetroresina e hanno sborsato tremila euro a testa.
Ore 11:05 – La nave Mare Jonio ha soccorso 114 migranti, tra cui donne e bambini, in due operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale. Lo ha reso noto la stessa Ong, aggiungendo che le autorità italiane hanno assegnato per lo sbarco il porto di Pozzallo, dove si sta recando anche il capo missione Luca Casarini, che coordina le operazioni da terra. La prima imbarcazione, con 55 persone a bordo in fuga dalla Libia, è stata soccorsa ieri sera nella acque della Tunisia. Una barca in legno sovraffollata di persone, che rischiava il naufragio. Questa mattina il secondo soccorso: 59 persone, tra cui 4 donne e 12 minori, la bambina più piccola ha appena 20 giorni. I profughi, su una barca in ferro partite dalla Libia, sono soprattutto persone in fuga dalla guerra in Siria. Gli interventi di soccorso sono stati resi possibili dalle segnalazioni dell’aereo SeaBird di Sea Watch e di Alarm phone.
Ore 14:23 – Un migrante è disperso dopo che 51 gambiani, guineani, malesi e senegalesi sono finiti in mare durante il soccorso del loro barchino di ferro da parte della guardia costiera al largo di Lampedusa. I militari della motovedetta hanno recuperato 50 persone, fra cui 11 donne e due minori, ma all’appello mancherebbe un ragazzo. Il natante di sette metri è salpato – stando ai primi racconti dei naufraghi – venerdì sera da Sfax in Tunisia.
Ore 14:41 – “Manca mio fratello, non c’è mio fratello. Dov’è mio fratello?“. È una volta giunti a molo Favarolo di Lampedusa, subito dopo lo sbarco dei 50 migranti finiti in acqua e soccorsi dai militari della guardia costiera, che una ventenne, forse poco meno, della Guinea ha iniziato a urlare e a richiamare l’attenzione di soccorritori e volontari.
Fra i naufraghi, raccolti in mare dagli uomini della motovedetta Cp 319, non c’è infatti il ragazzo quindicenne. Sono subito partite le ricerche, nell’esatto punto in cui i migranti – durante le operazioni di trasbordo – sono finiti in acqua. Ancora una volta, nonostante gli inviti dei militari della Capitaneria a stare fermi perché lentamente tutti sarebbero stati trasbordati, i migranti si sono spostati tutti verso il lato della motovedetta e il barchino di sette metri in ferro si è ribaltato.