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Verso le elezioni

Europee, quanto pesano i “giganti piccoli” Mpa e Dc: attenti a quei due (anzi tre)

mercoledì 27 Marzo 2024

Mi si nota di più se mi peso su un mio candidato o se sposto l’ago della bilancia in casa d’altri?” Li chiamano i “piccoli” ma in realtà il peso specifico conta eccome e può fare la differenza tra chi va (o resta) a Bruxelles e chi invece non ce la fa. Soprattutto quel peso conta in chiave di futuri rapporti tra alleati o per regolare conti in sospeso.

MPA, DC, SCN

Inoltre anche se da soli non arrivano alla soglia di sbarramento prevista per le Europee su base nazionale (il fatidico 4%), sia Mpa che Dc possono essere inseriti nel gruppo “piccoli partiti crescono”. Non sono i soli perché fino a poche settimane fa il dilemma del “mi si nota di più” lo aveva anche Cateno De Luca che lo ha risolto a modo suo (“ci mancherebbe pure che non mi notano, a me, imperatore del Regno delle due Sicilie, perdindirindina”).

IL PATTO FAST FOOD

Da un lato c’è l’Mpa di Raffaele Lombardo, fresco di divorzio  da un patto con la Lega che per la verità sembra il patto da fast food tanto poco è durato, dall’altro la Dc di Totò Cuffaro che ha visto sfiorire l’intesa con Forza Italia dopo il no di Tajani. Entrambi non potendosi alleare tra di loro (per via delle incompatibilità reciproche e il nodo dello sbarramento) devono ob torto collo allearsi e misurarsi. Lombardo ha un problema in meno e un’arma in più, perché non ha un suo candidato quindi sposterà l’ago della bilancia su uno dei cavalli in corsa.

DE LUCA COME VASCO

Infine Cateno De Luca che dopo i primi abboccamenti per un ingresso in lista Pd o M5S ha fatto una scelta alla Vasco Rossi con Vita spericolata e sta cercando alleanze con piccolissimi alle prese con l’ansia da raccolta firme. Lui ha quello che i piccolissimi non hanno: un parlamentare di Sud chiama Nord e tanto basta per non dovere raccogliere il mare di firme necessario per presentare le liste.

Cuffaro, Lombardo e De Luca hanno quindi la necessità di unirsi, se in matrimonio d’interesse, colpo di fulmine, poliamore o avventura di una notte d’inizio d’estate poco conta. L’importante è giocarsela nel miglior modo possibile e ottenere cambiali da incassare a tempo debito.

CHI GONGOLA

A differenza di Cuffaro che ha la candidata (l’eurodeputata uscente Francesca Donato eletta nel 2019 con la Lega e oggi nella Dc), Lombardo ha le mani libere ed è abbastanza corteggiato tra Catania e Palermo. La rottura con la Lega sembra la cronaca di un divorzio annunciato a conclusione di un matrimonio poco convinto. Fratelli d’Italia e Forza Italia, pur temendo il peso ingombrante dell’ex governatore gongolano al pensiero di impallinare la Lega uscita malconcia dalle Regionali in Sardegna e Molise (aspettando la Basilicata). L’obiettivo è proprio veder scendere i salviniani alle percentuali più basse per poi passare alla resa dei conti nel governo regionale. 

I VOTI MPA

Il dilemma del leader di Mpa è tra l’intesa con Forza Italia sul nome di Caterina Chinnici (eurodeputata eletta per due mandati con il Pd, candidata del Pd alla presidenza della Regione Siciliana e ora punta alla conferma con gli azzurri) sua ex assessora in giunta regionale o un accordo con Fratelli d’Italia su Ruggero Razza, ex assessore regionale alla Salute nella giunta Musumeci. Esclusa in entrambi i casi la candidatura di un autonomista ospite in lista anche per motivi di overbooking in casa FI e FdI. Chi esclude categoricamente una sua candidatura come ospite è l’Mpa Luigi Genovese. L’ex deputato regionale messinese, in attesa dell’esito del riconteggio dei voti che lo vede contendersi il seggio con il leghista Pippo Laccoto, con il divorzio Mpa Lega ha tirato un sospiro di sollievo. L’idea di una federazione con i salviniani non gli è mai andata giù, tanto che a lungo si è sussurrato di un suo ritorno in Forza Italia. Nessuna candidatura quindi ma è pronto a spostare il suo peso elettorale in provincia di Messina o su Chinnici o su Razza (al quale lo lega un solido rapporto che risale a quando, in era Musumeci, lasciò Forza Italia per costruire Ora Sicilia vicinissima al governatore).

I VOTI DC

Diverso il caso di Cuffaro che una candidata ce l’ha (Francesca Donato), ha voglia di misurarsi e consensi in crescita ma ha ricevuto il no del vertice di Forza Italia. Restare in area di centro destra è tecnicamente impossibile, un’unione con Lombardo improponibile e non consentirebbe il raggiungimento dell’obiettivo. La strada più certa è quella di un accordo nella lista “Centro” che Renzi sta preparando a livello nazionale. Cuffaro porta in dote i voti di un’isola che ha nostalgia di centro e balena bianca, poi, dopo le Europee, ognuno per la sua strada.

LA MACEDONIA DI DE LUCA

Quanto a Cateno organizza conferenze stampa con cadenza settimanale e cene di raccolta fondi e più che una lista sta preparando una macedonia nella quale l’unico collante tra i no vax di quel che resta di Italiexit, alcuni ex leghisti del nord, animalisti e i civici in movimento è la possibilità di non dover raccogliere le firme. Nella Settimana Santa dice che vuol arrivare a un simbolo con 12 movimenti e come da tradizione pasquale annuncia che c’è un traditore ma tutto sommato non farà alcun danno. De Luca più che misurarsi in liste altrui pesa se stesso e annuncia che come i Mille partirono da Quarto per fare l’Unità d’Italia i deluchiani partiranno da Fiumedinisi in mille il 5 maggio per diventare un milione e arrivare a Bruxelles.

Frattanto la Lega prende le contromisure per dimostrare a Lombardo che in fondo il suo peso è stato ed è sopravvalutato. Pronti a candidarsi tutti i big.

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