L’inaugurazione del Palermo City Football Academy (CLICCA QUI) ha aperto un nuovo ciclo. I rosa adesso hanno piantato al 100% le proprie radici tra le sconfinate campagne di ulivi della provincia, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Scorrono così le giornate di allenamento e di ritrovo nel nuovo centro sportivo, che ha rivoluzionato non solo la routine e le abitudini della squadra ma anche i metodi di comunicazione. Quello che succede a Torretta resta a Torretta.
Sono ormai andati i tempi di Tenente Onorato o al Renzo Barbera. Immersi nel silenzio e nella tranquillità, come dei monaci buddisti in ritiro, porte e finestre sono chiuse ai pettegolezzi e alle voci di corridoio. Ricca e condita di qualsiasi comfort immaginabile, la tenuta fuori porta del club di viale del Fante appare come una dimensione parallela distante dalla realtà, ma non sembra pianificata e ideata per gli ospiti provenienti da una galassia diversa da quella del City Group.
La prima conferenza di Mignani ha messo in luce qualche piccolo dettaglio che nel calderone dei grandi festeggiamenti era sfuggito, come gli ambienti dedicati agli “estranei“: spazi ridotti e ancora ben da pianificare. L’incontro a circa 48 ore dal match di Cosenza è stato un vero e proprio esperimento per tutti, sia per i padroni di casa sia per la stampa. Gli approcci saranno ovviamente centellinati non solo per i media ma anche per i tifosi. Per i più curiosi, sbirciare in casa Palermo sarà una sfida ardua e complessa. Ripetere ed emulare gli appostamenti allo stadio sarà quasi del tutto impossibile. Un’unica direzione e una sola porta che si apre e si chiude. Si azzerano i rapporti umani, le chiacchierate e gli scambi di opinione a telecamere spente. Quasi vietato qualsiasi contatto con i giocatori, già nelle proprie auto, dopo il lavoro in campo e in palestra.
L’evoluzione era già in atto e ben visibile da tempo. Si calca la mano sui mezzi social, sfoggiando squarci del lavoro quotidiano che scandisce le giornate della compagine di Mignani, senza dimenticare i grandi brand e marchi di collaborazione che stanno favorendo il rilancio e la diffusione dei colori rosanero. L’obiettivo è certamente quello di preservare nella sua interezza l’integrità e la compattezza del club. Una scelta saggia e ormai largamente diffusa nel calcio moderno, ma che rischia di diventare un’arma a doppio taglio. Lo sa bene Eugenio Corini, vittima sacrificale e parafulmine dei lunghi e assordanti silenzi dei piani alti davanti a risultati e prestazioni altalenanti.
Il mister ex Bari è stato catapultato in una realtà totalmente nuova a cui dovrà ancora abituarsi, nonostante abbia calcato piazze come Modena o quella pugliese. Anche in conferenza non ha nascosto di avere tra le mani grandi mezzi a disposizione (tra rosa e impianti) come mai in passato. Totalmente concentrato sullo studio dei suoi ragazzi, però, tensione e ansia di prestazione, in realtà, sono palpabili. Prendere il controllo di un auto in corsa a sette turni dal termine non è certamente facile o da tutti. L’esperienza del suo predecessore, però, non può che servigli da insegnamento. Per gestire un contesto così ambizioso serve ben altro.