Le strane coincidenze che perseguitano il Palermo potrebbero pregiudicare l’esito del suo viaggio verso la fine della regular season. Allenamento dopo allenamento, Mignani ha iniziato a prendere le giuste misure ma la speranza di riuscire a plasmare a sua immagine e somiglianza la compagine rosanero, almeno fino all’avvio dei playoff, appare pressoché irrealizzabile. A Cosenza (CLICCA QUI) è apparso evidente come limiti, paure e insicurezze non siano una zavorra semplice da cui liberarsi. Come già accaduto pochi mesi or sono, il Parma potrebbe rivelarsi il cavillo perfetto per chiudere una parentesi di risultati e prestazioni poco entusiasmanti che hanno fatto scivolare i siciliani dal sogno promozione diretta a un sesto posto parecchio stretto.
Le ultime otto partite del club di viale del Fante sono in realtà un déjà-vu, il remake di quanto già accaduto nel girone di andata. Lo squarcio di otto match tra il pari al Barbera con lo Spezia e lo sfortunato 3-3 con i ducali aveva fruttato appena sei punti con una vittoria e tre pareggi. Uno scenario pressoché fotocopia dal post-Cremonese in poi. Le assonanze però fanno ben pensare. Proprio contro gli emiliani i rosa avevano iniziato a intravedere la luce in fondo al tunnel, anticipando la scalata verso i vertici della classifica.
A incidere sull’attuale rendimento è obiettivamente anche l’assenza di Ranocchia. Con il suo infortunio il Palermo ha perso il proprio talismano. Un piccolo tassello che si sarebbe potuto rivelare prezioso per Mignani e il suo 3-4-1-2. Il modulo si sposa alla perfezione con le doti sfoggiate dal numero 14, e che già nella precedente gestione erano state capaci di fare la differenza. Senza la fantasia, l’esto e le gesta tecniche dell’ex Juventus, i rosanero hanno faticato nel tessere le trame offensive e soprattutto nel trovare la via dei tre punti.
Vittoria, tra l’altro, che al Barbera manca da ben due mesi, dallo straripante e illusorio 3-0 con il Como. Un aspetto di non poco rilievo e che inizia a pesare anche sulla presenza dei tifosi allo stadio. I numeri restano alti per la categoria, ma abbattere in scioltezza il muro dei ventimila spettatori non è più semplice come prima. L’entusiasmo si è inevitabilmente affievolito e potrà riaccendersi solo quando la squadra di Mignani dimostrerà di essere competitiva, al pari, se non persino al di sopra, delle avversarie. Il primo passo, necessario, sarà quello di liberarsi dalla “pareggite acuta“ da cui il mister ligure sembra non riuscire a liberarsi, anche una volta sbarcato nel capoluogo siciliano.
Con Ranocchia e Vasic verso il recupero ma comunque ancora non disponibili, il tecnico potrà contare finalmente su una rosa quasi completa. Scontate anche le squalifiche di Lucioni e Di Mariano, si punta alla solidità. Aver rispolverato Buttaro, che per l’occasione in Calabria ha dimostrato un buon stato di forma nonostante il lungo periodo di distanza dal campo, è stato certamente d’aiuto e una carta in più da sfoderare in queste ultime uscite. Contro la capolista, però, serve ben altro. Il numero 10 palermitano, con la sua corsa e la sua grinta, ha tutte le carte in regola per vestire i panni del protagonista e magari riuscire a spezzare il lungo digiuno. Sarà pure l’assist-man del gruppo, ma il classe ’96, complice un pizzico di sfortuna, come il palo contro la Sampdoria per citare un esempio, da inizio stagione è ancora a secco. La sfida contro l’undici di Pecchia sarà la volta buona?