Nel 2006, quando era tra i fondatori dell’Mpa di Raffaele Lombardo, per protesta contro Prodi inscenò il funerale del Ponte davanti a Montecitorio (con tanto di bara e magliette a tema). Senza andare troppo lontano bastano i programmi elettorali da sindaco nel 2018 e quello di Basile nel 2022, la diffida al governo Dragh (QUI)i affinché inserisse l’opera nel Recovery Plain qui, “O Draghi dice sì al ponte o faccio il partito del sud“, il flash mob del 2020 che lo vide da sindaco accanto a Marco Falcone, Elvira Amata, Nino Germanà Matilde Siracusano.
DAL PONTE CATENO AL NO
Cateno De Luca, il 27 giugno del 2018, appena eletto sindaco, alla trasmissione Un giorno da pecora si spinse oltre e annunciò “chiuderò il mandato tra 10 anni con il ponte sullo Stretto con la scritta De Luca”. Su entrambe le cose (mandato di 10 anni e ponte) ha cambiato idea nel giro di pochi anni e adesso, in campagna elettorale per le Europee chiama a raccolta i suoi il 25 aprile per liberare Messina dal ponte di Matteo Verdini. In prima fila ci sarà Federico Basile anche lui nei giorni scorsi diventato no pontista (QUI)
IL CAMBIO DI ROTTA
De Luca spiega che lui non è contrario al ponte in sé ma allo specifico ponte di Salvini, perché se fosse rimasto sindaco di Messina il ponte oltre a chiamarsi Cateno sarebbe stato, come scriveva nel programma suo e poi di Basile “un’opera indispensabile”. Le prime avvisaglie di un cambio di rotta si sono avute nell’autunno del 2023 quando De Luca ha iniziato a contestare la copertura finanziaria “Meloni toglie i soldi dal Fondo di sviluppo e coesione per darli al Ponte”, poi via via ha rotto gli indugi (QUI) e ammicca a quel popolo no ponte che sia Conte (QUI) che Schlein (QUI) hanno incontrato a Torre Faro nelle scorse settimane. Nel cambio di posizione Cateno porta con sé l’amministrazione Basile e spiega: “E’ venuto il momento di uscire allo scoperto, di dire no al Ponte. Finora io ho assunto una posizione politica e il sindaco di Messina ha svolto alla grande il suo ruolo istituzionale, di leale collaborazione. Ora, però, la posizione sarà univoca”.
DE LUCA: NO PONTISMO IDIOZIA
Poi aggiunge di essere per il corridoio Berlino-Palermo ma senza il ponte di Salvini. Nel 2018 per Cateno il Ponte era la “soluzione logica, ecologica, sociale, produttiva e occupazionale per la Sicilia, della quale Messina, la gloriosa Messina, tornerà a essere porta e capitale. Il no-pontismo è il simbolo dell’idiozia suicida che ha determinato il crollo demografico della città. Mai più un no-pontista sindaco dei cittadini messinesi”.
BASILE COME GENOVESE E ACCORINTI
Ironia della sorte mentre Cateno sindaco è rimasto si ponte fino al 2022 oggi Federico Basile smentisce la profezia deluchiana e diventa sindaco no pontista (dopo Francantonio Genovese e Renato Accorinti). Nel 2018, nel 2020 e nel 2021 e 2022 il ponte portava sviluppo, occupazione, continuità territoriale, vantaggi economici e risparmi sui costi dell’insularità oltre a creare un’area metropolitana di 700 mila persone. De Luca era più pontista di Salvini e citava gli stessi numeri che citano oggi gli esponenti del centro destra quando fanno riferimento a posti di lavoro e Pil. Nel 2020 al flash mob in piazza Unione Europea promosso dai movimenti per il sì al Ponte lui era in prima fila come sindaco e diceva: “Sin dal 2006 sono sipontista e organizzai una grande manifestazione con l’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo. L’opera porta la realizzazione anche di una serie di infrastrutture indispensabili, quindi si deve partire dalla principale”. E chiosava “spero che sul ponte ci sia scritto il nome De Luca”.
Il 25 sarà a Torre Faro con la maglietta no Ponte, c’è da chiedersi cosa sia cambiato se non l’ingresso in scena di Salvini che potrebbe non gradire il nome di De Luca sul ponte. Insomma, forse #cicolpaSalvini