Cari Lettori,
scrivo questo breve articolo nelle poche ore che mi separano dall’inoculazione della prima dose di vaccino per “ricordare a me stesso”
alcuni dettagli anatomici della regione del nostro corpo dove esso sarà iniettato, ossia la regione deltoidea, localizzata in corrispondenza della spalla.
La spalla è quell’ampia area anatomica localizzata nella parte del corpo dove l’arto superiore si connette al busto e, in particolare, alla parte superiore del torace. La parte della spalla che ci interessa in questo momento raccontare è quella occupata, come detto, dal muscolo deltoide. Anteriormente ad esso troviamo la regione pettorale, posteriormente quella scapolare, inferiormente l’ascella.
La regione deltoidea ha una forma convessa e liscia ed è occupata dal muscolo omonimo e da altre strutture che descriveremo a breve. Il deltoide è un muscolo di forma triangolare, con la base rivolta in alto e l’apice in basso.
È formato da tre porzioni muscolari (anteriore, intermedia e posteriore) che si originano dalle porzioni più laterali della clavicola e della scapola e convergono inferiormente verso un punto di inserzione comune, la cosiddetta tuberosità deltoidea dell’omero. Inoltre, esso è idealmente in continuità con la porzione più laterale del muscolo trapezio, un tempo anche denominato “cucullare” in quanto lì poggiava il cucullo, ossia il cappuccio di stoffa pesante delle vesti dei monaci dei primi secoli della cristianità.
La convessità del muscolo deltoide è dovuta al fatto che il muscolo ricopre l’articolazione scapolo-omerale, l’articolazione più mobile del nostro corpo. Questa convessità scompare quanto la suddetta articolazione è lussata, ossia dislocata, verso il basso e, al posto del tipico profilo rotondeggiante, si nota una depressione << come farebbe un mantello che fosse sovrapposto a una spallina >> (ci descrive puntualmente il Testut, uno dei “Sacri Testi” degli anatomisti).
Il muscolo deltoide svolge importanti funzioni: è il più potente abduttore del braccio, che contribuisce anche a flettere, estendere e ruotare internamente ed esternamente. In pratica, entra in gioco – attivamente o passivamente – in tutti i movimenti dell’arto superiore. Ecco perché quando è lesionato l’intero arto ne può funzionalmente risentire.
Descrivendo brevemente le componenti anatomiche di questa regione, non si può che partire dalla cute: comunemente sprovvista di peli e generalmente mobile, poggia sul tessuto sottocutaneo dove, in alto, è alloggiata una borsa sinoviale, particolarmente sviluppata nelle persone use a portare grossi pesi sulle spalle (e il pensiero corre agli studenti e ai loro zaini). Nel tessuto sottocutaneo decorrono piccolissimi vasi e nervi superficiali. Infatti, com’è anche visibile nella figura che accompagna quest’articolo, la parte superficiale di questa regione non presenta alcun vaso o ramo nervoso di grosso calibro, in quanto derivano tutti da strutture più voluminose presenti nella più profonda ascella. Questa caratteristica anatomica la rende quindi una regione ideale per la somministrazione di iniezioni intramuscolari, al pari della regione glutea (di cui magari parleremo un’altra volta).
Tornando agli strati, più profondamente allo strato sottocutaneo troviamo finalmente il muscolo deltoide, avvolto nella sua fascia muscolare (o epimisio) che presenta un piano superficiale e uno profondo. Anche la fascia è sottile.
L’ago della siringa con cui viene inoculato il vaccino attraversa quindi, in maniera rapida, secca, precisa e decisa, questi strati prima di raggiungere la porzione intermedia del ventre muscolare dove viene inoculata la soluzione vaccinale. Per aumentare lo spessore della parte del muscolo sede dell’iniezione, comunemente l’operatore solleva tra pollice e indice la parte intermedia del muscolo.
I recettori sensitivi sono presenti solo a livello cutaneo e sottocutaneo e in genere il risentimento del soggetto durante la puntura è lieve, specie se lo spessore dell’ago è ridotto (la lunghezza dell’ago è invece ininfluente in quanto non vi sono recettori dolorifici né nel muscolo né nella sua fascia). Viceversa, il sito di inoculazione, nelle 24-48 ore successive, presenta una dolenzia da lieve a marcata, e questa è generata dalla “fisiologica” infiammazione prodotta dall’inoculazione del vaccino che, ricordiamo, deve stimolare una risposta immunitaria che prepari l’individuo a reagire prontamente, in caso dovesse entrare in contatto col virus, per debellare l’infezione prima che questa diventi potenzialmente letale.
Prepariamoci quindi, in maniera anatomicamente consapevole, a una piccola e un po’ fastidiosa puntura, pensando al potenziale grande beneficio che potremmo – anche inconsapevolmente – ricavarne.
(Nota: l’immagine riprodotta è stata presa e modificata dal volume “Anatomia Clinica dell’Ellis”, prima edizione italiana (2019) a cura di Francesco Cappello. Casa Editrice Idelson Gnocchi, Napoli. Si ringrazia l’Editore.)
Di Francesco Cappello