Entra nel vivo la rivoluzione-Palermo. La fine del primo biennio targato City Group era stata decretata ad aprile con l’esonero di Corini e ufficializzata in settimane con la drastica decisione di fare piazza pulita. Una parabola discendente, parallela a una lunga riflessione dettata dalla scadenza dei contratti dell’intero staff, che ha proseguito il proprio lavoro anche con l’approdo di Mignani. Confermare o ricostruire tutto? Scavalcata la prima ipotesi, il club di viale del Fante si è trasformato in un grande cantiere a cielo aperto.
La visita al Palermo Meseum, poi dritto in conferenza. La posa della prima pietra, intanto, è avvenuta proprio oggi, con la presentazione di uno scalpitante Alessio Dionisi. L’ex tecnico del Sassuolo ha già avuto modo di affrontare i primi faccia a faccia e presto radunerà la squadra per svolgere il ritiro estivo in Valtellina dal 7 al 20 luglio e che proseguirà con molta probabilità anche ad agosto. Allo stadio Renzo Barbera il mister toscano è stato affiancato da De Sanctis e Gardini. “Scendere dalla A alla B per molti può sembrare un passo indietro. Vengo da tanti anni di D e per me è come fare tre passi avanti. Abbiamo le idee chiare su cosa migliorare. Non sono venuto solo per firmare un contratto“. Sono state queste le prime parole di Dionisi. “Vi convinceremo con volontà e determinazione, dobbiamo cercare di avere identità riconoscibilità. Certamente dovrò adeguarmi io all’ambiente. E’ una piazza con tanta voglia e tanta passione, non pressione“. Il tecnico ha dimostrato idee chiare e precise fin da subito. Primo punto fermo sarà la difesa a quattro. Inevitabile la riflessione su Stulac, perno del suo Empoli che agganciò la massima serie. Lo sloveno partirà certamente con la squadra e, vista la elice esperienza del passato, sembra già carico per il nuovo avvio. Tra le vecchie conoscenze non ci sarà certamente Mancuso.
Non solo Dionisi e De Sanctis. Il ciclone di novità porterà con sé volti nuovi anche tra lo staff e il settore giovanile, con Bogdani e Di Benedetto, rispettivamente responsabile e allenatore, ai saluti. Via dunque tutte le figure che, seppur accettate e condivise, furono imposte a Corini. Una serie di scelte che si rivelarono inevitabilmente fatali. Michele Marotta (preparatore dei portieri), Marco Petrucci (preparatore atletico) e Cesare Bovo (collaboratore tecnico) hanno già preparato le valigie per salutare la prima squadra. A sostituire il primo potrebbe proprio essere una figura molto legata al neo direttore sportivo. Il testimone, infatti, sarà probabilmente colto da Guido Nanni, nella passata stagione all’Al-Nassar di CR7 e soprattutto ex Roma, proprio con l’ex portiere. Si riapre così un vecchio quesito che per oltre un anno e mezzo ha attanagliato la mente dei tifosi. Solo quest’anno sono stati circa 34 gli infortuni che si sono susseguiti nel corso della stagione, senza considerare l’infelice trafila di quella precedente. A gettare le ombre sullo staff erano state anche prestazioni sottotono e una forma spesso appesantita. Le opzioni su cui scaricare le colpe si dividevano tra carichi pesanti, una preparazione non adeguata o i campi di Torretta ancora troppi “duri” per le gambe dei giocatori. Il “vaso di Pandora” di Pandora verrà così scoperchiato.
Una piazza calda, esigente e indomabile: l’ultimo biennio, esclusa l’inaugurazione del nuovo centro sportivo, non avrà portato i frutti sperati, ma è stato certamente di insegnamento per il City Group. Le prime risposte chiare arriveranno dal mercato. De Sanctis, infatti, si è sbilanciato dimostrandosi fiducioso sul rinnovo di Segre, che potrebbe arrivare a breve, e sottolineando l’importanza di Brunori all’interno del progetto. Allontanate le cattive voci, la strada verso la permanenza del capitano appare sempre più spianata. Non mancheranno ovviamente le entrate, basate già su una “buona base“. Il nuovo direttore sportivo ha parlato del “giusto mix tra giovani e giocatori di esperienza“. Parola chiave è “pazienza“. La società, infatti, punterà in alto e su una rosa lunga composta non solo da promesse, ma anche da profili che hanno già masticato la B, che calcano i campi di A e da realtà internazionali. Dubbi da sciogliere sono invece legati a Lucioni e Di Mariano, che resteranno ma “con riserva“.