Gli spazi di Palazzo Quaroni rimangono nel limbo. Due settimane fa, è arrivata la sentenza del TAR che ha riconosciuto l’illegittimità della determina dirigenziale del 2016. Atto con il quale si è sostanziata una variante urbanistica che ha di fatto consentito la creazione di diverse attività commerciali. Tutti gli attori coinvolti attendono notizie dall’Amministrazione Comunale. Risposte volute sia dai residenti che hanno presentato ricorso, sia dagli imprenditori che hanno creato business e posti di lavoro con le loro attività. L’assessore Maurizio Carta sostiene che “gli uffici ci stanno lavorando“. Al momento però, i tavolini e le sedie di pub e ristoranti rimangono dov’erano. Fatto che ovviamente evidenzia una sostanziale inerzia sulla realizzazione della tanto discussa area da destinare a verde pubblico all’interno del complesso urbanistico di piazza Cutò.
La storia di Palazzo Quaroni
Palazzo Quaroni è un complesso residenziale figlio di un progetto urbanistico risalente a circa vent’anni. L’atto fu accompagnato anche da una convenzione adottata dal Consiglio Comunale e sostenuta dalla Regione Siciliana. Uno dei passaggi chiave dell’opera fu la modifica al progetto voluta nel 2009 dall’allora assessore al Centro Storico Maurizio Carta, che consentì di creare degli accessi pedonali da e verso via Maqueda. Lo spazio si aprì così alla città. L’area doveva diventare un luogo di socialità per cittadini e residenti. Operazione da accompagnare attraverso la creazione di un’area da destinare a verde pubblico. Nel 2016 però arriva la svolta. Una determina dirigenziale, la numero 138 del 5 ottobre 2016, stabilisce la possibilità che il porticato di Palazzo Quaroni possa essere utilizzato da privati a scopi commerciali. Fatto che ha permesso la nascita di diversi punti vendita, molti dei quali diretti all’enogastronomia.
Il ricorso di otto famiglie
La reazione dei residenti è stata praticamente immediata. Otto famiglie, difese dall’avvocato Nadia Spallita, hanno deciso di presentare ricorso per chiedere il riconoscimento dell’illegittimità del provvedimento amministrativo, oltre che ad un risarcimento per danno non patrimoniale. Secondo i ricorrenti infatti, simili varianti al PRG vigente possono essere fatte solo e soltanto attraverso un atto da votare in Consiglio Comunale. Nel 2018, i residenti provarono a mettere in campo anche una procedura di mediazione con la vecchia Amministrazione, la quale però si è chiusa negativamente. La trafila giudiziaria si chiude due settimane fa. Il TAR ha infatti accolto parzialmente il ricorso, annullando la variante della determina dirigenziale senza però concedere il risarcimento richiesto.
Palazzo Quaroni e l’area verde da realizzare
Adesso quindi, sull’area dovrebbe sorgere una porzione di verde urbano, così come statuito dal progetto originale. Per farlo però, almeno una parte delle aree occupate dalle attività commerciali dovrebbero sparire. A breve, i residenti dovrebbero notificare la sentenza agli uffici del Comune di Palermo, i quali dovrebbero prendere una decisione sul da farsi. Anche perchè, al fine di realizzare quanto previsto in origine, dovrebbero essere effettuati prima degli step preliminari, come il passaggio delle aree in questione dai proprietari verso il Comune di Palermo.
La posizione dei residenti
Gli abitanti di Palazzo Quaroni però non sembrano aver intenzione di far pagare il conto alle attività commerciali. “I residenti non vogliono in nessun modo arrecare danno alle attività commerciali del posto – dichiara l’avvocato dei residenti Nadia Spallitta -. Si chiede semplicemente che il Comune trovi soluzioni per garantire il giardino e l’interesse economico dei privati. Non è una guerra contro di loro. Sono vittime quanto i residenti. Si sono ritrovati in questa situazione, ma non hanno responsabilità. Chiediamo soluzioni all’Amministrazione Comunale“.
La replica dell’Amministrazione Comunale
Sul fronte del Comune di Palermo, al momento non risulta esserci stato nessun incontro fra i commercianti di Palazzo Quaroni e l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti. Le carte sono al momento nelle mani dell’area del Centro Storico guidata dall’assessore Maurizio Carta, il quale ha dichiarato che “gli uffici sono al lavoro per trovare una soluzione condivisa e che accontenti tutti gli attori coinvolti“.