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Lo studio

Cresce la richiesta di colf e badanti in Sicilia: nel 2025 ne serviranno quasi centomila per garantire l’assistenza familiare

giovedì 11 Luglio 2024

In Italia, entro il 2025, si prevede che le famiglie avranno bisogno di circa 2,3 milioni di lavoratori domestici, tra colf e badanti, per soddisfare il loro fabbisogno di assistenza. La Sicilia avrà urgenza di trovare circa 97 mila lavoratori domestici per far fronte alla crescente richiesta di assistenza familiare.

 

 

A livello nazionale, secondo le stime che provengono dal terzo paper del rapporto 2024 “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, presentato da Assindatcolf e dal Centro Studi e Ricerche Idos, di questi,  1,524 milioni saranno lavoratori stranieri e 764 mila italiani.

 

 

La Sicilia: l’analisi regionale

 

Guardando ai territori, al primo posto si posiziona la Lombardia con 141mila lavoratori, mentre la Sicilia emerge come una delle regioni con un alto fabbisogno di lavoratori domestici. Nel 2025, si stima che la regione avrà bisogno di 97 mila lavoratori, collocandosi al terzo posto dopo Lombardia e Campania.

 

 

Rispetto alla nazionalità, la regione con la quota più bassa di badanti straniere (meno del 19% del totale delle badanti) è la Sardegna, seguita da Molise (45,6%), Calabria (48,3%) e Sicilia (48,4%); al contrario, in Emilia-Romagna e Lombardia la quota di badanti straniere sul totale si aggira intorno all’85%.

 

 

Quanto alle colf, nel 2025 si prevede che le famiglie bisognose del supporto di collaboratrici domestiche saranno oltre 1 milione 262mila, di cui circa 811mila straniere e 452mila italiane. A guidare la classifica regionale del fabbisogno vi sono la Lombardia ed il Lazio, rispettivamente con 209mila e 208mila lavoratori. Seguono al terzo posto la Sicilia, con un fabbisogno di colf stimato in 177mila unità, la Campania al quarto (158mila) ed al quinto posto la Puglia (100mila).

 

Il quadro nazionale: il fabbisogno complessivo

 

A livello nazionale, il fabbisogno di assistenza domestica include 1 milione e 25 mila badanti e 1 milione 262 mila colf. Le famiglie italiane necessiteranno di 1,524 milioni di lavoratori stranieri e 764 mila italiani. Queste cifre tengono conto non solo delle famiglie con lavoratori già in regola, ma anche di quelle che assumono personale senza contratto o che, per motivi economici, non hanno ancora provveduto all’assunzione.

 

 

La Lombardia guiderà la classifica del fabbisogno di lavoratori domestici con 209 mila colf e 141 mila badanti. Segue il Lazio con un totale di 208 mila colf. La Campania e la Puglia completano la classifica con 158 mila e 100 mila colf rispettivamente. Per quanto riguarda le badanti, la Campania avrà un fabbisogno di 98 mila unità, seguita dalla Sicilia e dal Lazio.

 

La crisi demografica e il ruolo dei lavoratori stranieri

 

Lo studio Assindatcolf e Centro Studi e Ricerche Idos fa emergere con evidenza la crescente necessità di assistenza domestica è strettamente legata alla crisi demografica italiana e all’invecchiamento della popolazione.

Luca Di Sciullo

Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, sottolinea che l’Italia dovrà fare i conti con una popolazione sempre più anziana e una bassa natalità, fattori che aumentano la domanda di assistenza domestica. Di conseguenza, l’inserimento dei lavoratori stranieri diventa cruciale per soddisfare questo fabbisogno.

Il rapporto porta alla luce le difficoltà legislative che complicano l’assunzione di lavoratori stranieri in Italia. Le norme restrittive hanno spesso costretto i datori di lavoro a ricorrere a lavoratori non comunitari già presenti sul territorio, spesso in condizioni di irregolarità. Questo fenomeno ha portato molti a regolarizzare successivamente i rapporti di lavoro attraverso i decreti flussi annuali, utilizzati come regolarizzazioni mascherate.

 

 

 

Gli incrementi previsti nel triennio 2023-2025: le differenze regionali

 

Nel triennio 2023-2025, si prevede un aumento del fabbisogno di lavoratori domestici di circa 116.400 unità, con un incremento medio annuo di quasi 39 mila lavoratori. Il fabbisogno di badanti e colf italiani aumenterà di oltre 37 mila unità (+12.509 all’anno), mentre quello di manodopera straniera crescerà di quasi 79 mila lavoratori (+26.283 all’anno). Nell’ipotesi massima, si prevede un incremento complessivo di oltre 138 mila unità, di cui circa 93.700 stranieri e 44.600 italiani.

 

 

La distribuzione del fabbisogno di lavoratori domestici varia notevolmente tra le regioni italiane. La Lombardia, con un supplemento medio annuo di quasi 7.400 lavoratori, guida la classifica, seguita da Lazio (+6.040) e Campania (+4.510). Le regioni con la maggiore quota di lavoratori non comunitari sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, con percentuali intorno al 57%. Al contrario, Sardegna e Molise presentano le percentuali più basse, rispettivamente 12,6% e 27,5%.

 

Il quadro economico ed occupazionale in Sicilia

 

Il rapporto di Assindatcolf e del Centro Studi e Ricerche Idos mette in luce per la Sicilia, come molte altre regioni italiane, il riflesso a dinamiche demografiche, economiche e sociali specifiche del territorio, come il forte calo della natalità e un aumento dell’aspettativa di vita, che porta a un crescente numero di anziani che necessitano di assistenza quotidiana.

Questa tendenza demografica, combinata con la diminuzione del numero di giovani disponibili a fornire cure informali all’interno delle famiglie, sta spingendo sempre più persone a rivolgersi a colf e badanti.

Le difficoltà economiche che molte famiglie siciliane stanno affrontando contribuiscono ulteriormente alla domanda di lavoratori domestici. Spesso, entrambi i coniugi sono costretti a lavorare fuori casa per mantenere un livello di vita adeguato, riducendo il tempo disponibile per prendersi cura dei membri anziani della famiglia. Inoltre, la crisi economica ha colpito duramente la Sicilia, aumentando la necessità di trovare soluzioni di assistenza economicamente sostenibili, spesso attraverso l’assunzione di lavoratori stranieri, che possono essere disposti a lavorare per salari più bassi rispetto ai loro omologhi italiani.

La Sicilia, come evidenziato prima dalle statistiche, ha una delle percentuali più basse di badanti straniere in Italia. Questo dato può essere interpretato in diversi modi.

anzianiDa un lato, potrebbe indicare una maggiore difficoltà di accesso al mercato del lavoro per i lavoratori stranieri, dovuta a barriere burocratiche o pregiudizi. Dall’altro, potrebbe riflettere una preferenza delle famiglie siciliane per lavoratori italiani, percepiti come più affidabili o culturalmente affini.

Tuttavia, per soddisfare la crescente domanda di assistenza, sarà essenziale integrare meglio i lavoratori stranieri, offrendo loro opportunità di formazione e facilitando i processi di regolarizzazione.

 

Conclusioni e prospettive

 

Per affrontare efficacemente la crescente necessità di colf e badanti in Sicilia, e in generale in Italia, è necessario un approccio multifattoriale. Le politiche pubbliche dovrebbero mirare a:

1. Migliorare le condizioni di lavoro: garantire salari equi, orari di lavoro ragionevoli e diritti lavorativi per tutti i lavoratori domestici, indipendentemente dalla loro nazionalità, è fondamentale per attrarre e mantenere forza lavoro qualificata.

2. Incentivare la regolarizzazione: offrire incentivi economici alle famiglie che assumono lavoratori domestici in regola può contribuire a ridurre l’irregolarità e migliorare la qualità dell’assistenza fornita.

3. Facilitare l’integrazione dei lavoratori stranieri: programmi di formazione linguistica e professionale possono aiutare i lavoratori stranieri a integrarsi meglio nel mercato del lavoro e a fornire un servizio di qualità alle famiglie siciliane.

4. Promuovere l’assistenza domiciliare: investire in servizi di assistenza domiciliare pubblici o sovvenzionati può ridurre la pressione sulle famiglie e garantire che tutti gli anziani ricevano cure adeguate.

Diventa essenziale a questo punto una revisione delle politiche migratorie e un miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore domestico.

Garantire diritti e tutele ai lavoratori domestici, indipendentemente dalla loro nazionalità, è l’elemento cruciale per assicurare un servizio di qualità e rispondere adeguatamente alle esigenze di assistenza delle famiglie italiane.

 

Fonte dati: Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico – 3° Paper Rapporto 2024 a cura del Centro Studi e Ricerche Idos

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