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Le celebrazioni

Palermo ricorda Paolo Borsellino e gli agenti della scorta: deposta la corona di fiori

venerdì 19 Luglio 2024

Si sono svolte oggi a Palermo le celebrazioni in memoria dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta. 

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della polizia di Stato Vittorio Pisani hanno deposto una corona di fiori all’interno dell’Ufficio Scorte della questura di Palermo, che ricorda il sacrificio dei caduti nelle stragi di Capaci e via D’Amelio. Tra i presenti anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. A seguire la scopertura di una targa della rinnovata cappella della caserma “Pietro Lungaro”, intitolata a San Michele Arcangelo. Infine, si terrà, presso l’Aula Corona della caserma “Pietro Lungaro”, la proiezione del docufilm: I ragazzi delle Scorte “Ricordo tutto”, dedicato al poliziotto Claudio Traina. Alle ore 20:00 è prevista invece la partenza della tradizionale fiaccolata organizzata dal Forum XXIX Luglio per ricordare la strage di via D’Amelio.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la sua vicinanza e sottolineato che si tratta ancora oggi di “un ricordo che teniamo vivo attraverso anche queste iniziative di commemorazione. Noi siamo qui anche per questo, sia per dare un contributo alla memoria, ma per trarre un insegnamento dalla memoria e offrirlo ai nostri giovani e anche ai nostri uomini e le donne delle forze dell’ordine per quello che è stato l’esempio di questi veri e propri eroi, eroi civili che hanno in un periodo difficile dato un insegnamento alle nuove generazioni di quale era la parte giusta in cui stare. Questo è il ricordo principale che fa da sintesi a queste manifestazioni commemorative. Tutte le istituzioni devono contribuire alla ricerca della verità“.

A celebrare la messa che ha inaugurato la Cappella intitolata a San Michele Arcangelo nella caserma Lungaro è stato l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che nel corso dell’omelia si è rivolto ai presenti: “Questa città ha visto scorrere il sangue dei nostri martiri, martiri per la giustizia e per l’amore, che ancora grida. La nostra terra non può essere liberata perché il loro martirio non ha ancora ricevuto verità. Se vogliamo contribuire concretamente a una nazione riscattata dalla mafia urge un reale impegno civile e, soprattutto, dello Stato in tutte le sue variegate istituzioni“. Occorre per l’arcivescovo “individuare le precise responsabilità, i depistaggi ed emanciparsi pur di sopravvivere copre e ammicca. Bisogna impegnarsi a costruire una città sempre più generativa e accogliente, pronta a proporre un futuro di vita e di speranza“.

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