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L'addio

E’ morto Totò Schillaci: l’eroe delle “notti magiche”

mercoledì 18 Settembre 2024

Dopo ore di preoccupazione e apprensione non ce l’ha fatta Totò Schillaci.

L’ex calciatore, 59 anni, dallo scorso 7 settembre era ricoverato all’ospedale Civico di Palermo nel reparto di pneumologia. I medici che lo curano da diversi giorni avevamo dichiarato che le condizioni stavano lentamente migliorando, nella serata di ieri il suo stato di salute era peggiorato. La direzione dell’azienda sanitaria ha comunicato il decesso alle ore alle 9:55.

Dal Cep ai Mondiali di Italia ’90: Schillaci è stato il simbolo del calcio siciliano, portando in alto il nome dell’Isola nel panorama calcistico.

Roberto Lagalla

Con la prematura scomparsa di Totò Schillaci, la città piange la perdita del calciatore palermitano più rappresentativo della storia a livello mondiale. Una popolarità che, però, non ha mai cambiato Schillaci, il quale ha sempre mantenuto un animo gentile, umile e disponibile“. Ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla che inoltre aggiunto: “Per queste ragioni e di concerto con i familiari, l’amministrazione comunale, per rendere il giusto tributo a Schillaci, ha voluto mettere a disposizione lo stadio Barbera per l’allestimento della camera ardente“.

Per ricordare Totò Schillaci il presidente della Figc, Gabriele Gravina ha annunciato che verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare di tutti i campionati in programma da oggi a tutto il fine settimana.

Anche il Palermo si è unito alla famiglia: “Il Palermo FC, con il presidente Dario Mirri e tutta la famiglia City Football Group, esprime il proprio grande cordoglio per la prematura scomparsa di Salvatore Schillaci e si stringe al dolore della famiglia di Francesco Di Mariano. Protagonista assoluto delle “Notti Magiche” di Italia ’90, Totò ha scritto con i suoi gol pagine indelebili della storia del calcio, regalando pura gioia ai palermitani in tutto il mondo“. I calciatori rosanero, contro il Cesena, sabato 21, scenderanno in campo con il lutto al braccio.

Nato e cresciuto nel popolare quartiere palermitano di San Giovanni Apostolo, iniziò a giocare nelle giovanili dell’Amat Palermo. Nel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in serie C2. Il suo talento esplode sotto la guida tecnica di Franco Scoglio. Con Zdenek Zeman si trasformò in un vero e proprio simbolo del Messina, realizzando ventitré gol nella stagione 88-89. Questa fu l’ultima nella città dello Stretto dopo sette campionati tra serie C2, C1 e B, 256 gare e 77 reti totali, che lo hanno incoronato il secondo cannoniere assoluto nella storia del club giallorosso.

La Lega pro, ricordando proprio la sua esperienza al Messina, ha espresso “profondo cordoglio” per la scomparsa di Totò “che in Serie C, con la maglia del Messina, mosse i primi passi della sua straordinaria carriera sino a diventare protagonista con la Nazionale. Il consiglio direttivo e la Lega tutta si stringe attorno alla famiglia e a tutti i suoi cari per la perdita subìta“.

Centravanti dalle non spiccate doti fisiche, ma dotato di un eccellente fiuto del gol. Nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per sei miliardi di lire. Con Zoff in panchina e in coppia con Casiraghi, anche lui arrivato dalla B, fa grandi cose al suo esordio in serie A, mettendo a segno 15 goal. Prestazioni che gli varranno la convocazione per i Mondiali di Italia ’90. Il ct Azeglio Vicini decise di aggregarlo al gruppo azzurro in occasione l’amichevole premondiale contro la Svizzera a Basilea, da lì l’inizio di un viaggio che lo porterà a diventare stella e simbolo della Nazionale. Nel corso della competizione mondiale Schillaci parte dalla panchina. Vialli e Carnevale però non ingranano in attacco. Subentrato al posto del napoletano nel finale di gara contro l’Austria firma di testa la prima vittoria dell’Italia. Con gli Stati Uniti si rinnova la staffetta con Carnevale, ma dalla terza gara con la Cecoslovacchia è promosso a titolare, in coppia con Roberto Baggio. Segnerà le due reti che porteranno l’Italia agli ottavi. Schillaci è il vero trascinatore della Nazionale, segna anche con Uruguay ed Eire, si ripete anche a Napoli nella semifinale con l’Argentina, ma San Paolo Caniggia interrompe l’imbattibilità di Zenga. Ai rigori passa la squadra di Maradona, mentre i ragazzi di Vicini devono accontentarsi del terzo posto battendo nella finalina di Bari l’Inghilterra per 2-1, ancora con gol di Schillaci. Il Mondiale si chiude nel migliore dei modi per il palermitano, con il titolo di capocannoniere e migliore giocatore della competizione. Nello stesso anno si aggiudica il secondo nella classifica del Pallone d’oro, alle spalle del tedesco Lothar Matthäus, vincitore con la sua nazionale.

Questo sarà il punto più alto della carriera di Schillaci, per poi prendere una brusca frenata. La stagione successiva, sempre alla Juventus e sempre in coppia con Baggio, sotto la guida di Gigi Maifredi, alterna periodi positivi a lunghi digiuni, conditi da diversi problemi fisici. A novembre di quell’anno si rende protagonista di un brutto episodio con Fabio Poli del Bologna, uno scambio di battute e minacce accese che gli costerà la squalifica di una giornata. Una stagione negativa anche per i bianconeri: otto reti, di cui cinque in campionato e il settimo posto che significa esclusione dalle Coppe Europee. Anche con Trapattoni, l’anno seguente, la situazione non cambia. Nel ’92 si conclude la sua avventura in bianconero, con una Coppa Italia e una Coppa Uefa, entrambe nella stagione 1989-1990.

Tra i ricordi non poteva mancare proprio quello di Roberto Baggio che ha salutato l’ex compagno con un post su Instagram: “Ciao mio caro amico, anche stavolta hai voluto sorprendermi. Rimarranno per sempre impresse nel mio cuore le notti magiche di Italia90 vissute insieme. Fratelli d’Italia per sempre“.

La carriera di Totò prosegue all’Inter, pronta ad accoglierlo per due stagioni. Schillaci a Milano ritrova a tratti il guizzo dei tempi migliori, ma ancora una volta i problemi fisici lo portano a limitare il suo apporto a dodici goal in trentasei presenze. In bacheca il giocatore palermitano può mettere comunque un’altra Coppa Uefa, prima di salutare l’Italia e tentare l’avventura in Giappone, con il Jubilo Iwata. Ribattezzato dai giapponesi ‘Toto-San’, in tutto segna 68 goal in cento presenze, vincendo il campionato a 32 anni, nel 1997, prima del suo ritiro dal calcio giocato.

Come il club rosanero, del quale come una beffa del destino non riuscì mai a vestirne i colori, anche Juventus, Milan e Inter hanno lasciato il loro messaggio a Schillaci.  

Ci ha lasciati il simbolo di una Nazionale azzurra che ha rappresentato con coraggio tutto il calcio italiano. Saremo per sempre orgogliosi di Totò Schillaci. Alla sua famiglia il nostro pensiero e la nostra vicinanza“, il pensiero del Milan. “Ha fatto sognare una nazione intera durante le Notti Magiche di Italia ’90. FC Internazionale Milano si stringe intorno alla famiglia Schillaci per la scomparsa di Totò“, si legge nel post dell’Inter. “Ciao, Totò” è stato il sui social della Juventus.

Anche il Messina si è unito al cordoglio, con un post social e le parole di mister Modica.

 

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