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La manovra finanziaria regionale non verrà approvata il 28 febbraio, così come invece prevedono i dettami dell’Accordo tra Stato e Regione Siciliana per interventi strategici.
Ne è certo l’onorevole Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, manifestando il suo disappunto rispetto al patto in questione durante l’inaugurazione del primo Centro vaccinale realizzato all’interno del padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo di Palermo.
“Ho parlato l’altro giorno con il Ministro Brunetta relativamente a questo tipo di situazione che abbiamo, di concerto con lui, anche con il Ministro Gelmini e con il Ministro Carfagna, che sono i due ministeri con cui dobbiamo ragionare sull’argomento finanziario”, afferma Miccichè.
“Non c’è dubbio -prosegue Miccichè- che è stato fatto un Accordo Stato-Regione veramente ricattatorio, con la pistola puntata alla tempia. Per cui il governo regionale è stato costretto a firmare un accordo che non va bene, che va rivisto assolutamente”.
“Tra le altre follie, in questo accordo è stato previsto che dobbiamo approvare la finanziaria entro il 28 febbraio. Ma chi l’ha detto mai? La storia ci insegna che deve essere fatto entro maggio”
“Per cui oggi non si capisce, improvvisamente, questa ulteriore cattiveria nei nostri confronti per cui la finanziaria deve essere fatta entro il 28 febbraio. Comunico formalmente che non ci arriveremo”.
E riferendosi ai deputati grillini di Palazzo dei Normanni, secondo i quali la ‘Legge di Bilancio’ andrebbe riscritta in attesa del rendiconto del 2019, il presidente dell’Ars di“I Cinque stelle dovrebbero dirlo ai loro capi romani, perché hanno fatto loro questa imposizione. Si tratta di un’imposizione assurda, pazzesca senza alcuna logica”
“Ci sono due cose in questo accordo Stato-Regione che certamente non posso funzionare, e cioè per l’appunto l’approvazione entro il 28 febbraio, e vediamo che sanzioni ci faranno. Secondo fatto fondamentale, non è possibile non assumere, perché la Regione non ha più dipendenti, non ha più funzionari, strutture con un’età media di 59 anni che non potranno funzionare mai”, così conclude Miccichè.