Maggiori attenzioni agli Enti locali, sia sul piano finanziario sia sul piano normativo. E’ questa la richiesta di Anci Sicilia nel corso dell’audizione che si è svolta questa mattina in commissione Affari Istituzionali all’Ars.
All’incontro hanno preso parte Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia, oltre che i componenti di maggioranza e opposizione della Commissione. Tema cardine dell’audizione la prossima Finanziaria del Governo Schifani, che già dalla prossima settimana prenderà banco.
Due le rivendicazioni principali: l’aumento di cento milioni di euro del fondo per i trasferimenti per quanto riguarda i Comuni, che in tre anni dovrebbe raddoppiare da 350milioni a 700milioni, e la modifica del metodo di ripartizioni di tali fondi. A essere criticata, infatti, è la modalità vigente, ritenuta non consona e che allo stato attuale permette ai Comuni più piccoli di ricevere una quota pro capite molto più elevata di quella destina ai medi o grandi Comuni, a rischio dissesto. In tal senso, Anci ha chiesto che gli aumenti dei trasferimenti richiesti vengano ripartiti ai Comuni con nuove modalità.
I Comuni in una situazione di dissesto finanziario e di predissesto in Sicilia sono 120 su 391. A evidenziare maggiormente le criticità è il confronto con la Regione Sardegna, dove non esistono comuni in dissesto e le risorse finanziarie destinate in quella regione agli enti locali in un solo anno, equivalgono in proporzione a quelle che in Sicilia vengono destinate in un triennio.
Anci ha inoltre chiesto l’istituzione di un tavolo con il Governo e il Parlamento per affrontare l’impatto di alcune norme nazionali sul contesto siciliano. Nello specifico, preoccupano particolarmente gli aspetti che avranno i tagli sulle risorse destinate al comparto degli Enti locali e le gravi limitazioni imposte per le assunzioni del personale.
Argomenti caldi sono anche: la gestione dei rifiuti e l’abbattimento degli extra-costi, oltre che dei costi legati all’energia elettrica, la gestione integrata delle acque, la spesa sociale (in particolar modo Asacom, disabili psichici, donne vittima di violenza e asili nido), sicurezza urbana, il diritto allo studio, il contrasto al randagismo e la stabilizzazione degli Asu.
“Come Commissione ci impegneremo per una risoluzione a supporto delle rivendicazioni di Anci. Una risoluzione che dovrà essere sottoscritta e sostenuta da tutti i partiti, non solo dai componenti della Commissione, ma da tutti i componenti dei partiti rappresentati al suo interno“. Così ha commentato l’esito dell’audizione il presidente della commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate. “Dopo l’esperienza avuta con alcune riforme che la Commissione aveva approvato – ha aggiunto – e contro cui alcuni componenti dei partiti avevano votato, o non avevano condiviso quello che è stato l’operato dei componenti della Commissione, ho preteso che si debba trovare una soluzione sostenuta dagli interi partiti“.