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L'intervista

“A volte vediamo il diavolo dove non c’è”. Parla l’esorcista don Enzo Cuffaro

lunedì 18 Novembre 2024

Linee guida per il ministro dell’esorcismo il titolo del volume non lascia scampo ad equivoci e sarà presentato il prossimo 20 novembre a Palermo alla Facoltà Teologica di Sicilia ad un orario, le 21, che fa intuire anche la delicatezza del tema e la voglia di non allargare troppo la platea. Il testo, redatto a cura dell’Associazione internazionale esorcisti (AIE) e pubblicate da Edizioni Messaggero Padova (2022), vanta tutti i crismi dell’ufficialità: le “Linee” sono state infatti  sottoposte all’analisi dottrinale della Congregazione per il clero e, tramite essa, della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e della Congregazione per la dottrina della fede, e  hanno l’imprimatur del vicariato di Roma.

don Enzo Cuffaro

A sancire l’importanza dell’appuntamento anche le presenze, ci sarà infatti  mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vicepresidente della CESi,  mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa e delegato CESi per il Servizio della Pastorale esorcistica delle Chiese di Sicilia, don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà teologica di Sicilia il  francescano rinnovato fra Benigno Palilla, direttore del Servizio della Pastorale esorcistica di Sicilia e consigliere AIE e ancora  fra Pietro Arcoleo, referente dell’arcidiocesi di Palermo per la Pastorale esorcistica.

Il testo verrà invece illustrato da don Enzo Cuffaro, esorcista dell’arcidiocesi di Agrigento, biblista della Pontificia Facoltà teologica di Sicilia, e padre Piermario Burgo, membro dell’Associazione internazionale degli Esorcisti e coordinatore della Segreteria per la lingua italiana.

Ed è proprio con don Enzo Cuffaro, sacerdote, docente alla Facoltà Teologica di Sicilia e anche esorcista che affrontiamo un tema spinoso, di cui si conosce poco e su cui forse in passato c’è stato troppo sensazionalismo sull’onda di un sempre verde filone cinematografico.

Don Cuffaro, “Linee guida per il ministero dell’esorcismo alla luce del rituale vigente” cos’è? Un manuale per esorcisti? 

“La mia impressione è che l’intenzione dei redattori sia questa ma non esclusivamente. Il testo è principalmente rivolto agli esorcisti, ma include anche indicazioni utili per il personale ausiliario, i medici che collaborano con gli esorcisti, nonché i sacerdoti che, pur non avendo ricevuto alcun mandato specifico, si mostrano particolarmente sensibili a questo genere di sofferenze e talvolta si impegnano ad accompagnare le persone colpite dai mali occulti con la pratica delle preghiere di liberazione“.

Può essere una lettura utile anche per altri sacerdoti o laici?

“Senza dubbio. Mi riferisco soprattutto a quelle parti del testo che offrono delle indicazioni opportune per distinguere i sintomi o i malesseri tipici che accompagnano i mali prodotti dall’occultismo. Senza questi orientamenti potrebbe accadere di chiamare le cose col nome sbagliato, con la conseguenza di attribuire a una causa spirituale ciò che invece avrebbe bisogno di un trattamento clinico, o viceversa. Sotto questo profilo i medici e gli psichiatri che collaborano con noi sono un supporto diagnostico molto prezioso”.

Può dirci brevemente come è “diventato” esorcista?

“Nel 2005 ero parroco e una coppia mi portò la figliola poco più che ventenne con uno strano problema: non poteva entrare in chiesa e dinanzi alle immagini sacre si fermava a bestemmiare. Dopo non ricordava nulla. In tutte le altre circostanze della vita era una persona serena e del tutto normale. Ne parlai al vescovo e lui mi disse che dovevo iniziare un ciclo di esorcismi sulla ragazza. Quella fu la prima volta in cui incontrai un angelo ribelle che mi parlava durante lo stato di trance, a volte anche in lingue straniere da me conosciute ma non dalla ragazza. Dopo sette mesi di esorcismi settimanali la ragazza ritrovò la sua definitiva serenità. Adesso è una felice madre di famiglia. Pensavo che la cosa si chiudesse lì anche per me, ma non fu così e continuo da allora a svolgere questo ministero”.

Lei svolge il ministero di esorcista nella diocesi di Agrigento, per la sua esperienza le comunità ecclesiali siciliane quanto conoscono il vostro ministero e quanto sono preparate sul tema?

“Le comunità ecclesiali siciliane non ignorano il problema ma non possiamo dire neppure che lo conoscano adeguatamente. Ci sono tanti equivoci intorno al ministero dell’esorcistato che andrebbero chiariti con una opportuna istruzione catechetica. Mi riferisco al fatto che a volte si tende a vedere il diavolo dove non c’è e altre volte si confonde la magia bianca con l’azione esorcistica della Chiesa. Nondimeno, tale situazione è del tutto comprensibile e in un certo qual modo fisiologica. Intendo dire che i criteri di discernimento e la differenza specifica tra liberazione magica e liberazione sacramentale non sono argomenti di cui si parla comunemente e questo non aiuta il cristiano medio a vedere chiaro in una materia così oscura”.

Lei è anche un docente della Facoltà Teologica di Sicilia, spesso l’ambiente accademico anche delle facoltà di teologia è piuttosto “tiepido” sul tema. C’è una effettiva lontananza? Serve una riconciliazione tra questi due mondi?

“Questo tema è molto delicato e chiama in causa l’attività accademica in quanto itinerario scientifico di ricerca teologica. Ebbene, la lontananza del mondo accademico rispetto a questo tema è reale. Ciò non è dovuto però in prima istanza a fattori di scetticismo razionalista. La ricerca teologica delle nostre Università – mi scusino i miei colleghi – è nel suo complesso “sganciata” dal sensus fidei del popolo cristiano e dai fenomeni soprannaturali (veri o presunti) che hanno luogo in ogni secolo nella storia della Chiesa. Noi insomma lavoriamo in biblioteca sulle pagine delle monografie e della saggistica, ma dovremmo con non minore attenzione guardare anche a ciò che accade “fuori”.

Alla luce di recenti fatti di cronaca nera, secondo lei quanto questa si intreccia con l’attività diabolica?

“È molto difficile poterlo dire e appare semplicistico richiamarsi a una possibile interferenza diabolica come possibile concausa di azioni efferate note alla cronaca. Direi che l’azione diabolica possa essere postulata con una quasi certezza soltanto nei casi in cui i soggetti implicati siano dichiaratamente satanisti nel loro stile di vita e nella loro pratica cultuale. In altri casi non sarei così sicuro”.

Sicuramente in tanti le avranno chiesto il momento più brutto del suo ministero ma credo non serva parlarne, il dolore e la sofferenza, specie quando ci sono altri coinvolti, meritano sempre rispetto. Vorrei però chiederle di condividere il momento più bello di questo ministero.

“Il momento più bello è quello della liberazione della persona posseduta dal maligno. Nell’arco degli anni in cui ho svolto questo ministero ciò è accaduto più volte, sebbene a diversi livelli di gravità. Il recupero della vita serena è un’esperienza straordinaria sia per il paziente coi suoi familiari sia per l’esorcista, perché in tal modo si manifesta la vittoria di Cristo sul male”.

 

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