Si alzano i muri alla stazione “Maredolce” di Palermo. Non certo per l’avvio di un cantiere, bensì per impedire accessi indesiderati. Ben tre i blocchi che sono stati innalzati sugli ingressi di piazza Norman Zarcone. L’obiettivo è quello di evitare raid di ladri e vandali, avvenuti già diverse volte negli ultimi anni. Ma per i residenti e le associazioni del territorio queste barriere all’entrata sono percepite più come una sconfitta che come una vittoria. L’ambizione di tutti era quella di vedere fermare, finalmente, i treni a Maredolce. Ma più che al lieto fine, da questo punto di vista siamo ancora al “c’era una volta”.
La storia della stazione di Maredolce
L’opera è stata realizzata nel 2016 durante l’ex governo regionale guidato da Rosario Crocetta. Proprio in quell’anno era in programma l’inaugurazione della fermata alla presenza dell’ormai ex ministro Graziano Delrio. Ma tutto fu rinviato per permettere il completamento degli ultimi interventi sul tratto del passante ferroviario. Poi, il nulla. La stazione è stata prima saccheggiata e spogliata di tutti gli elementi elettrici e dei servizi igienici. Poi si è trasformata nella cattedrale nel deserto che è oggi. L’area di Maredolce vive infatti un paradosso. I treni non passano al suo interno, bensì la costeggiano per entrare ed uscire dalla città.
Gli appelli sulla stazione di Brancaccio
Dalla politica cittadina erano partiti diversi appelli per cercare di sbloccare la situazione. L’idea era quella di usare l’opportunità offerta da “Agrigento Capitale della Cultura” per cercare di arrivare la stazione di Brancaccio. Mezzi che si sarebbero potuti sommare alle linee offerte dalla cosiddetta “Cefalù Lines” attive nel weekend. Ma invece di veder fermare dei treni, a Maredolce i residenti hanno visto alzarsi solo dei muri in cemento. Una sorta di sbarramento all’entrata che non convince le associazioni che si stanno battendo per riaprire la stazione.
L’appello delle associazioni: “Ci batteremo per l’apertura della fermata”
A lanciare l’allarme è Alberto Scalone, presidente del comitato civico che, nei mesi scorsi, ha avviato una raccolta firme per attivare il sito di RFI. “Dalla Regione erano arrivate promesse di aprire la stazione entro fine anno. L’innalzamento dei muri a Maredolce rappresenta la mancanza di programmazione da parte della classe dirigente, la quale ignora le domande di cittadini ed associazioni – sottolinea Alberto Scalone -. E’ un fatto molto grave. L’area è ripiombata nel degrado a causa della presenza di rifiuti. Vogliamo dire con forza che non ci fermeremo di fronte ai muri e alle mancanze di risposte. Continueremo a portare avanti le iniziative per chiedere numi sul futuro di questa struttura. Siamo disposti anche ad organizzare un sit-in di protesta. Non è accettabile questa situazione, questo silenzio. Il territorio di Brancaccio non merita questo“.