Associazioni, politici e liberi cittadini. E’ variegato il gruppo di manifestanti che, questa mattina, ha realizzato un sit-in davanti alla sede della presidenza della Regione, a Palermo. Una pluralità di sigle che ha protestato contro la decisione del governatore Renato Schifani di inserire due inceneritori (o termovalorizzatori che dir si voglia) nel prossimo piano rifiuti regionale. Gli impianti dovrebbero essere realizzati a Palermo, all’interno della discarica di Bellolampo, e a Catania, nell’area della zona industriale. Costo complessivo dell’operazione circa 800 milioni di euro.
No agli inceneritori, le voci della protesta
La macchina burocratica è già al lavoro. Anche perchè, fra affidamenti e procedure di bando, servirà tempo per portare a termine uno dei progetti che punta a ridurre i conferimenti nelle discariche. E in una terra che paga la carenza di impianti come la Sicilia, questo elemento servirebbe come il pane. Ciò per un duplice motivo: da un lato si estenderebbero i tempi di saturazione delle vasche esistenti, mentre dall’altro si potrebbe prevenire il ricorso ai conferimenti all’estero, i quali hanno comportato sanguinosi extracosti per i comuni siciliani. Ma c’è chi non è convinto. Fra questi ci sono i gruppi ambientalisti, i quali contestano l’impatto che i sopracitati termovalorizzatori potrebbero avere. “Gli inceneritori non puliranno le città e nemmeno elimineranno i rifiuti per strada – sottolinea Tommaso Castronovo di Legambiente Sicilia -. Serve un miglioramento della gestione da un punto di vista qualitativo“.
Molti manifestanti invocano un potenziamento della raccolta differenziata. I dati parlano chiaro. I piccoli centri risultano virtuosi, quelli grandi no. Maglia nera dell’Isola sono Palermo e Catania, con un dato intorno al 20%. Di chi è la colpa? Secondo i partecipanti al sit-in non è dei cittadini. “Anche se è un dato piccolo, quello del 20% dimostra la volontà dei cittadini di Palermo e Catania di effettuare la raccolta differenziata – dichiara Emanuele Patti di Lav Palermo -. Purtroppo ci sono aree vaste non coperte. Ad esempio, a Palermo, l’intera seconda circoscrizione è scoperta“.
La proposta: “Sconti sulla TARI per chi differenzia”
Una volta realizzati gli impianti, c’è da convincere anche i più restii a differenziare. Una soluzione la propone Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana. “Se noi riempiamo le grandi città di macchine in grado di lavorare i prodotti differenziati e se si crea un percorso per creare delle schede per conferire sconti sulla TARI, anche io mi sentirei incentivato“.
C’è chi invece fa le pulci alle spese del Governo Regionale, ovvero il segretario regionale del M5S Nuccio Di Paola. Il parlamentare regionale pentastellato invoca l’impiantistica di prossimità. Unica vera risorsa a suo giudizio per porre fine all’atavica emergenza rifiuti dei comuni siciliani. “Diciamo no allo spreco di 800 milioni di euro che il Governo Schifani sta impegnando per realizzare due impianti che non vedranno mai la luce. Chiediamo l’impiantistica di prossimità. La auspichiamo da 15 anni. Questo si che permetterebbe di abbassare la TARI. Invece la destra impegna queste risorse per due impianti che non vedranno mai la luce. E nel frattempo, dove metteremo i rifiuti nei prossimi sei o sette anni? Basta con la propaganda. Si ai buoni propositi“.