Da ieri proseguono i lavori in Commissione Bilancio all’Ars per l’esame congiunto dei due ddl “Bilancio di previsione della Regione siciliana per il triennio 2021-2023” (n.961) e “Legge di stabilità regionale 2021-2023″ (n. 962).
L’iter di approvazione si è presentato tortuoso, stando alle considerazioni dell’opposizione, secondo le quali mancherebbero ancora all’appello due documenti fondamentali e propedeutici che vanno allegati alla manovra del 2021, e cioè il rendiconto del 2019 già approdato in giunta ai fini della deliberazione e la tabella di riepilogo per il rientro del disavanzo, secondo i dicta degli accordi Stato-Regione.
“Manca il rendiconto del 2019 senza il quale non si può procedere con l’esame del bilancio 2021/2023 della Regione Siciliana, che ci permette di conoscere i saldi del bilancio precedente e l’allegato al bilancio che ci permette di capire dove verranno tagliati i 40 milioni di euro a seguito dell’accordo tra Stato e Regione, inoltre è già scaduto l’esercizio provvisorio”, dichiara Luigi Sunseri, deputato regionale e componente della Commissione Bilancio.
Di fatto, alla Regione scatta la gestione provvisoria della spesa. Coperte da garanzia gli stipendi del personale regionale e altre spese indifferibili. E a proposito di tagli alla spesa regionale imposti dal governo nazionale in forza degli accordi tra lo Stato e la Regione Siciliana sul cd. Piano di rientro dal disavanzo, questi includono le pensioni che superano l’importo di 3500 euro.
Tuttavia, da Palazzo dei Normanni la maggioranza rassicura: la Commissione di merito ha approvato a larghi voti il ddl di bilancio di previsione deliberato dalla Giunta Musumeci, continuando nel pomeriggio con l’esame delle norme contenute nella Legge di Stabilità.
Per quanto riguarda la dichiarata impugnazione della legge n.33/2020 da parte del Ministero per l’Economia, per la parte concernente le “variazioni di bilancio”, il governo Musumeci precisa che non è pervenuta alcuna notifica di ricorso, dunque la discussione dei documenti normativi prosegue senza esitazioni rispetto alle questioni di ordine economico-finanziarie.
Sul tema relativo alla possibilità di assumere con contratto a tempo indeterminato il personale precario che ha già lavorato all’interno degli uffici pubblici per diversi anni con con contratti a termine, la finanziaria regionale ha già previsto una norma specifica, l’art 57, con parere favorevole del governo regionale, d’intesa con la Commissione bilancio dell’Ars, per la stabilizzazione di circa 5000 lavoratori ASU. “Una battaglia storica e di legalità” dice Marianna Caronia, deputata dell’Ars e componente della II Commissione, che è stata promotrice di un emendamento aggiuntivo alla norma votato in Commissione Lavoro.
“Una norma nazionale ha finalmente reso possibile la conquista di un diritto fondamentale, la certezza del lavoro, permettendo ai lavoratori Asu di essere finalmente contrattualizzati, dopo 25 anni di precariato, attraverso la previsione in finanziaria di risorse permanenti di circa 40 mln. Non era più accettabile che lavoratori, da anni impegnati in diverse attività a servizio degli enti locali, e senza neppure contributi previdenziali, e che nei fatti sono parte integrante della loro forza lavoro, restassero ancora in un limbo di incertezza che si ripercuote sulla possibilità di impiegarli in modo efficace.”, spiega l’onorevole Caronia.
“Inoltre, per le assunzioni è riconosciuto un contributo annuo per ciascun soggetto stabilizzato entro i limiti di autorizzazione della spesa. Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata, per ciascuno degli anni del triennio 2021-2023 la spesa annua di 10mila migliaia di euro. La copertura finanziaria è assicurata dalla riduzione di pari importo dell’autorizzazione della spesa” come riportato dal ddl di Stabilità.
Per il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, “Il voto di oggi costituisce una ulteriore, importante tappa nel processo di fuoriuscita dal precariato di migliaia di lavoratori per troppo tempo rimasti pegno umano della peggiore politica”.
Dunque i benefici della stabilizzazione dei precari non riguardano soltanto i lavoratori, ma anche la Pubblica Amministrazione che consolida al suo interno del personale già qualificato grazie all’esperienza maturata.
E sui concorsi regionali, Marianna Caronia sottolinea “Non possono essere sbloccati a causa di un accordo Stato-Regione che ci penalizza. E’ soltanto prevista l’assunzione di 250 laureati con incarichi non dirigenziali e che andranno a svolgere mansioni di tipo tecnico-giuridiche a supporto degli enti locali, soprattutto per ciò che riguarda la programmazione e la rendicontazione dei fondi europei, come prevede il Poc 2014/2020. Il POC rappresenta un’importante risorsa per la Sicilia, coprendo il 14 % dei fondi disponibili per la Sicilia per il periodo di programmazione considerato”.
La II Commissione legislativa permanente, entro oggi, dovrebbe consegnare la manovra finanziaria di oltre 20 miliardi di euro nelle mani del Parlamento regionale, per essere incardinata all’ordine del giorno di Sala d’Ercole.